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Notizie dalla Diocesi: Difendiamo i nostri figli In evidenza

E'ripartita in Italia la mobilitazione contro il disegno di legge sulle cosiddette "unioni civili", che sarà discusso in Senato dal 26 gennaio.

Il comitato "Difendiamo i nostri figli" sta così organizzando una nuova manifestazione a Roma, analoga a quella dello scorso 20 giugno, e punta ad una ancora maggiore partecipazione. La data prescelta è quella di sabato 30 gennaio.

Come già a giugno, anche dalla Spezia verranno organizzati pullman con partenza dietro il Megacine. La quota è di 15 euro per gli adulti, 10 per i giovani e gratis per i ragazzi. Per le iscrizioni utilizzare il numero 346.3703673 o la mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Prima, però, alla Spezia come in numerose altre città, si terrà una veglia delle Sentinelle in piedi, sabato prossimo 23 gennaio dalle 17 alle 18, in piazzetta del Bastione.

Nel comunicato di presentazione, le Sentinelle sottolineano che «il disegno di legge Cirinnà" (dal nome della senatrice prima firmataria) di civile non ha nulla, dal momento che è strutturato per delegittimare e per disintegrare la cellula fondamentale della nostra società, la famiglia». «Istituire un'unione tra due uomini o due donne ed equipararla al matrimonio non significa estendere un diritto a chi non ce l'ha, significa ridefinire il matrimonio che non sarebbe più fondato sulla complementarietà sessuale e la potenzialità generativa bensì su una "preferenza" sessuale o, come va di moda dire ultimamente, "sull'amore" inteso unicamente come sentimento ed emozione.

La Costituzione "ri–conosce" la famiglia (ovvero prende atto che esiste da prima della Carta) come cellula primaria della società, poiché la stessa è l'unica che può educare, in un nucleo stabile, cittadini capaci di contribuire al bene comune e di accogliere la diversità, all'interno di un'unione fondata sulla differenza sessuale.

Il sentimento non ha nulla a che fare con la disciplina giuridica del matrimonio, da millenni fondato sulla complementarietà tra uomo e donna: l'unica capace in potenza di generare». Complementare alla testimonianza di piazza, è stata lanciata nei giorni scorsi l'iniziativa "Un'ora di guardia".

Tramite il sito www.unoradiguardia,it, chiunque (singolo, associazione o parrocchia) può prenotarsi per un'ora di preghiera. L'obiettivo è quello di creare una catena ininterrotta di preghiere fino ai giorni della discussione in Senato. "Un'ora di guardia", riporta il sito, è «il momento in cui ciascuno di noi scende in campo con l'arma più potente a nostra disposizione: la preghiera. E' il momento in cui riconosciamo che non c'è battaglia culturale, politica, umana, che non sia parte della lotta del bene contro il male».

«Nell'ora scelta ci impegniamo a pregare da soli o insieme ad altri, a casa o in chiesa, recitando il Rosario, una novena o in qualunque altro modo. Non ci sono limiti nella modalità, se non l'impegno ad aprire la nostra ora di guardia con l'invocazione per fermare la legge sulle cosiddette unioni civili ed a tenere fede al tempo di sessanta minuti».

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