Matteo Bellegoni, segretario generale della camera del Lavoro, durante la sua relazione introduttiva, tutta all'attacco, ha toccato i temi nazionali e locali più importanti.
"E' necessario che lo Stato torni a svolgere un ruolo che ha abbandonato, quello di motore dello sviluppo ed innovazione tecnologica. Il declino del Paese è economico, sociale e culturale, e una delle cause è la dissoluzione delle politiche pubbliche- ha detto il segretario- lo Stato, da garante dell'uguaglianza sociale e dei servizi universali diventa difensore delle rendite finanziarie. Questo governo premia la rendita a discapito della crescita, genera e fa esplodere le diseguaglianze sui territori, cerca di colpire il sindacato come difensore delle tutele universali e mette in atto una grande operazione di trasformazione del welfare pubblico a sistema assicurativo privato, affossando anche la sanità pubblica. Il Job Act, la negazione dei contratti nazionali, la buona scuola sono un esempio di questa tendenza ultraliberista. Addirittura il Ministro Poletti pretende di legare la retribuzione dei lavoratori alle dinamiche dell'azienda: si vuole cancellare il valore del lavoro iscritto nella Costituzione."
Ha continuato Bellegoni: "Come CGIL, abbiamo difeso il perimetro del contatto nazionale e alcuni contratti che abbiamo firmato sono innovativi, come quello dei porti e del TPL. Nei prossimi mesi continueremo la mobilitazione di difesa delle pensioni, che ha bisogno di una vera riforma che parli ai giovani; tra gennaio e marzo daremo vita ad una campagna di assemblee nei posti di lavoro per discutere la proposta della CGIL del nuovo statuto dei lavoratori; un salto di qualità nella concezione del diritto del lavoro, con la tutela non solo dei lavoratori subordinati, ma anche dei para subordinati, degli autonomi, dei giovani precari. Sono necessarie politiche che creino occupazione e redistribuzione attraverso la crescita. La CGIL rilancia con forza il suo piano del lavoro, a livello nazionale e locale."
La relazione del segretario ha naturalmente toccato anche i temi locali, a partire da Finmeccanica: "Moretti non può pensare di mettere a posto i conti tagliando realtà produttive del territorio e ridimensionare Fincantieri. Al contrario, bisogna rilanciare Oto Melara e Muggiano attraverso la legge navale meccanica ed il riutilizzo degli spazi in Arsenale. Mentre noi discutiamo delle demolizioni, Taranto si porta a casa 37 milioni di piano Brin; servono fondi anche a Spezia, vogliamo capire se il governo ha intenzione di rilanciare Arsenale con progetto industriale avanzato che incroci difesa e nautica."
Bellegoni ha parlato anche dell'Enel: "Scontriamo una assenza di una politica energetica del governo, come di una politica industriale, un compito che viene lasciato alle aziende che non guardano all'interesse comune, ma solo a quello degli azionisti. Fondamentale è il ruolo del territorio: vogliamo la riqualificazione produttiva dell'area, sempre con Enel, attraverso le energie rinnovabili. In questo senso c'è una discussione alta nel tavolo che abbiamo chiesto con il Comune."
Durante il suo intervento, il segretario della Camera del Lavoro ha anche ricordato le importanti vertenze di ACAM, di Coopservice, del Don Gnocchi, della Provincia, dei lavoratori della grande distribuzione, che continueranno ad essere al centro dell'azione sindacale e politica della CGIL spezzina. Le conclusioni dei lavori del direttivo sono state a cura di Fabrizio Solari della segretaria nazionale della CGIL.