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Il vescovo e i mass media: unire sempre libertà e verità In evidenza

Celebrando la Messa sabato sera a Lerici per il quarantesimo della festa di "Avvenire", il vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti si è soffermato su quella che potrebbe essere definita una pastorale dei mezzi della comunicazione sociale.

«Oggi più che mai – ha osservato il vescovo – l'uomo ha bisogno di ricevere una informazione che gli permetta non solo di apprendere dei fatti, ma soprattutto di leggere gli eventi. Abituati come siamo al veloce avvicendarsi delle notizie, spesso rischiamo di non avere le giuste e oggettive prospettive in cui collocare le varie vicende e, come credenti, di non saper leggere gli eventi nella luce del Vangelo. Questo, lungi dal diventare una visione confessionale della realtà, permette invece di aprirla oltre l'orizzonte puramente umano». «Si impone dunque la necessità di custodire vivo un binomio fondamentale per la corretta informazione: il binomio "libertà –verità": non può esservi vera e profonda libertà senza una corretta ed oggettiva informazione. Come il Vangelo stesso ci ricorda – anche se in ben altro contesto – "la Verità vi farà liberi". La conoscenza oggettiva e corretta della realtà mi permette infatti di posizionarmi di fronte ad essa in modo corretto e costruttivo». Nella prima parte dell'omelia, il vescovo aveva commentato le letture della liturgia, ed in particolare il brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci: «Ciò che vale per le necessità del corpo, il cibo che viene donato ai presenti, assume ancor maggior rilievo per quelle dello spirito. L'annuncio della verità, la proclamazione dell'Evangelo, la corretta ed oggettiva lettura degli eventi della storia, rispondono ad una fame che da sempre si annida nel cuore dell'uomo e che non lo lascia tranquillo sino a che non sia soddisfatta. Anche di questa fame dobbiamo farci carico per divenire insieme "costruttori di un mondo autenticamente rinnovato", così come risuona nel titolo di questa quarantesima festa di "Avvenire"». Monsignor Palletti ha proseguito ricordando le tappe principali nella storia dell'iniziativa, ed ha così proseguito: «Mi sembra doveroso ricordare i sacerdoti che l'hanno voluta e seguita. Primo fra tutti don Franco Ricciardi, deceduto proprio poche settimane or sono. Lui ne è stato l'ideatore, l'ha fortemente voluta e sostenuta e seguita in qualità di parroco di Lerici, per ben diciassette anni. A continuare la sua opera, dal 1994, è poi subentrato un nuovo parroco, don Carlo Ricciardi, che ha portato avanti con impegno questa iniziativa, per tutto il suo mandato, sino al 2010. Da quell'anno il testimone è passato all'attuale parroco, don Federico Paganini, oggi al suo quinto anno di servizio in questa parrocchia. A lui l'onore di poter festeggiare questo quarantesimo e nel contempo l'onere di dover consegnare al futuro una iniziativa così significativa». Il vescovo ha ricordato anche alcuni dei personaggi eminenti che, anno dopo anno, hanno preso parte alla festa: fra i tanti, il cardinale Ersilio Tonini, il cardinale Gianfranco Ravasi, Antonino Zichici, Giuseppe De Rita, Andrea Riccardi, Antonio Paolucci, e con loro molti altri. ultimo, ma non meno importante, «la folta partecipazione di popolo che sempre ha caratterizzato questo momento di festa, manifestando così tutto l'interesse ad una realtà di così grande importanza, com'è il quotidiano cattolico italiano». Infine, Palletti ha inteso ringraziare quanti operano da tanti anni per la riuscita della festa: «Ritengo veramente opportuno ringraziare in prima persona tutti coloro che con il loro impegno e con la loro fatica hanno permesso di continuare e di incrementare un'iniziativa di questa importanza e di queste dimensioni. A tutti l'invito a non cedere alle facili e troppo spesso effimere semplificazioni della storia, e ad accostarsi con serietà, anche attraverso strumenti come questo, ad una oggettiva e sostanziosa informazione che permetta ad ognuno di noi, come al buon scriba del Vangelo, di attingere ogni giorno dal buon tesoro cose antiche e cose nuove. Di fronte alle nostre incapacità, ai nostri limiti, alle nostre fragilità, il Vangelo oggi ascoltato sia il nostro sostegno».

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