«L'attesa diventa opportunità in quanto veniamo richiamati alla necessità del vescovo nella Chiesa locale. Egli, successore degli apostoli e vicario di Cristo, diventa maestro della fede e nella fede. E' colui che dalla «cattedra» - non un trono, ma una cattedra da cui esercita il servizio di padre e maestro - ci indica il percorso da compiere, e lo fa precedendoci, accompagnandoci, sostenendoci. Lo stringerci attorno a lui quindi e vivere la comunione con lui, affettiva ed effettiva, è la prima garanzia di essere nella comunione ecclesiale. In questo periodo deve nascere in noi il desiderio del vescovo, consapevoli che attraverso di lui ci riallacciamo all'origine, per cui possiamo dire che è sempre un nuovo inizio».
Quali iniziative specifiche ci saranno in diocesi nei prossimi mesi ?
«Non ci sono iniziative particolari, perché l'Anno della fede non deve essere una fucina di cose da fare: già l'ordinarietà deve vederci impegnati di più, dal momento che tutte le iniziative della Chiesa locale o delle comunità particolari devono essere un memoriale di ciò che è accaduto. Come ci dice il Santo Padre nella sua prima enciclica, poi ripreso nel motu proprio «Porta Fidei», all'inizio della fede non c'è un principio etico, ma l'incontro con una Persona. Ogni comunità attuerà quindi iniziative specifiche al suo interno, per portare i fedeli a far memoria dell'incontro fatto e ad essere missionari nel proprio ambiente annunciando, testimoniando ciò che essi hanno incontrato. Una proposta in concreto potrebbe essere la diffusione e la conoscenza del compendio del catechismo, con gruppi di riflessione nelle case per costituire dei cenacoli del Vangelo, e delle costituzioni conciliali».
Come giudica la «risposta» della diocesi alla «transizione» in corso ?
«La risposta è stata quella di vivere l'ordinarietà fiduciosi nella provvidenza che colui che verrà è dono di Dio».
I pellegrinaggi mariani riprendono sabato agli scavi di Luni. Come proseguiranno nei mesi successivi ?
«I pellegrinaggi riprendono appunto sabato a Luni, accompagnati dall'immagine della "Madonna pellegrina". Lì, alle radici cristiane del nostro territorio, con cuore grato del dono della fede, che ci è stato fatto, prenderemo l'impegno di trasmettere ciò che a noi è arrivato grazie alle generazioni che ci hanno preceduto: vescovi, sacerdoti, laici e figure di santi. E invocheremo i nostri santi affinché ci venga dato un pastore santo e santificatore e la fede cresca in noi più forte e più bella».