E' stato il fratello don Paolo a presiedere mercoledì scorso, a Santo Stefano Magra, la Messa funebre per Roberta Aluisini, stroncata da un male incurabile a soli trentotto anni. Con lui, l'amministratore diocesano Giorgio Rebecchi, il parroco Paolo Cabano e una trentina di sacerdoti.
La chiesa parrocchiale non ha potuto contenere i fedeli del luogo, dove Roberta era nata, e quelli di Ceparana, dove abitava dopo il matrimonio. La liturgia funebre è stata accompagnata dai canti delle «sue» due cantorie, che alle note del gregoriano e della polifonia hanno unito anche quelle struggenti del «Gospel». Roberta, creatura bella e luminosa, appassionata della musica, aveva diretto per molti anni il coro parrocchiale «San Leonardo» e poi il coro gospel «Sound e Soul» («Suono ed anima»), una passione ereditata dal papà Bruno. Lavorava con la cooperativa «Via dell'Amore», nel parco delle Cinque Terre. I colleghi del Parco e tutti coloro che l'hanno conosciuta ricordano come col suo sorriso sapesse sempre trasmettere gioia e serenità. Il fratello don Paolo, con la voce rotta dall'emozione, ha testimoniato quanto la fede possa sostenere e motivare chi è colpito così tanto negli affetti per la perdita prematura di una persona cara. Roberta, infatti, non è «perduta»: ora vive in Dio ed è presente non solo nella creatura che ha lasciato su questa terra ma in tutti quelli che l'hanno amata ed apprezzata. La triste vicenda di Roberta è stata seguita dopo pochi giorni, alla Spezia, dal dolore per la scomparsa del giudice Raffaella Concas, anch'ella appena quarantenne. Era stata alcuni anni alla Spezia, in procura, poi si era trasferita a Roma. Scoperto un male incurabile mentre era incinta, aveva chiesto meno cure per non compromettere la gravidanza. Di fatto, ha dato la sua vita per la sua bambina, Anna. Anche questa è una testimonianza bellissima di amore alla vita e di sacrificio per la vita stessa.