La cattedrale di Cristo Re ha festeggiato l'altro sabato, durante la veglia di Pentecoste, l'istituzione di due nuovi accoliti, Samuele Bertonati e Marco Morolla, allievi del seminario vescovile (nella foto), e la professione pubblica di fede di diciassette giovani diciottenni, provenienti da varie parrocchie della diocesi.
«La grande veglia della Pentecoste porta a pienezza gli eventi pasquali, la morte e la resurrezione di Gesù», perché – ha spiegato il vescovo Luigi Ernesto Palletti nell'omelia – «oggi viene effuso il dono promesso dal Signore Gesù, lo Spirito Santo, che deve accendere i nostri cuori e indirizzare la nostra vita verso un orizzonte nuovo». Monsignor Palletti ha chiesto a tutta la comunità diocesana preghiere per i due nuovi accoliti, protagonisti di un «lungo cammino» di formazione che li porterà al sacerdozio, «servizio ancora più profondo per la nostra comunità». Il vescovo ha sottolineato anche l'importanza della «professione pubblica di fede dei nostri fratelli in età matura»: «La fede è dono di Dio, ma anche testimonianza, impegno preciso. Bisogna infatti mettere concretamente le fede dentro le nostre scelte, azioni, parole». A tal riguardo, Palletti ha chiesto a tutti tre cose semplici, essenziali. La prima è il «riscoprire la bellezza di vivere nella semplicità del Vangelo di Cristo. Semplicità non significa facilità, superficialità, ma credere nell'essenzialità del Vangelo, che ci deve cambiare». Bisogna evitare l'illusione di Babele, di un'umanità che «si costruisce secondo un suo progetto, al di là di ogni riferimento a Cristo». Bisogna invece ritornare «alla freschezza del Vangelo, per riscoprire il progetto della nostra esistenza nel volto di Cristo, nella necessità di essere salvati da Lui e nella gioia di vivere con Lui». Il secondo punto riguarda la «chiarezza della verità del Vangelo»: «una verità disarmata, che ha solo bisogno di essere annunziata in modo chiaro». Il terzo punto, infine, spesso sottolineato dal Papa, riguarda «la gioia di annunziare il Vangelo agli altri».