Nella Messa nella «grande notte della luce», in cattedrale alla Spezia, il vescovo Luigi Ernesto Palletti ha invitato a guardare alla «grandiosa scena della grotta di Betlemme», dove «nasce non un bambino, ma l'autore della vita. Ecco perché quella scena non viene illuminata dall'esterno, ma essa stessa illumina il buio della notte.
E' notte, perché deve risplendere la Sua luce. Gesù nasce nella solitudine, non perché manchino gli altri, ma perché tutti a Lui convergano. Lì nasce il vero re, che regna sul mondo e l'umanità. In Lui, il Padre ci ha dato tutto. Eppure, nasce nel silenzio, nell'umiltà, non ostenta ricchezza, non manifesta potere. Quanta sobrietà, capace di parlare a tutti! Lì c'è il lieto nuovo messaggio di salvezza». «Ma anche noi dobbiamo disporci a quell'incontro nuovo. Tutto diventa capace di una dolcezza nuova. "Imparate da me, che sono mite e umile di cuore", dirà Gesù, una volta cresciuto. Quale semplicità, sobrietà, comunione! A noi, guardando ai volti di Gesù, Giuseppe e Maria, viene chiesto di essere in relazione nuova gli uni con gli altri. La grotta di Betlemme ci chiede di essere umanità nuova e di dire al mondo che abbiamo incontrato la luce che non si spegne, ma illumina le tenebre. Anche nelle tenebre dei nostri giorni il mondo ha bisogno di sentire il grande annuncio della luce che è nato a Betlemme. E siamo noi a doverlo portare». Nella Messa del giorno di Natale, il vescovo Palletti ha poi sottolineato che, vedendo il volto di Gesù, noi vediamo anche il volto del Padre. «Gesù è il figlio di Dio, che assume la nostra umanità senza cessare di essere quello che è e di vivere il rapporto di comunione col Padre, dall'eternità. Vivendo Gesù il nostro tempo, parlando la nostra lingua, tutto ciò che era invisibile, diventa ora visibile e toccabile. Ne possiamo fare esperienza con la nostra umanità». «La venuta di Gesù rivela il senso profondo della nostra esistenza, di quello che siamo: figli di Dio. Non è solo una fredda verità. E' anche vita e salvezza. Permette di realizzare in me il progetto di Dio». Al termine della Messa di mezzanotte, monsignor Palletti aveva inaugurato il presepe della cattedrale di Cristo Re, deponendovi l'immagine di Gesù bambino.