"Annullare la delibera del 6 agosto 2018 con la quale il Consiglio provinciale approvò il Piano d’area dei rifiuti per la provincia della Spezia. Procedere a una nuova edizione del Piano dei rifiuti che tenga conto del reale fabbisogno di smaltimento della nostra provincia, che blocchi la sua trasformazione in pattumiera genovese, delle nuove tecnologie con minori impatti sull’ambiente, dei siti che possono presentare minori rischi per la salute dei cittadini.
I comitati No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune e le associazioni Legambiente, Italia Nostra, Cittadinanzattiva alzano il tiro mettendo in discussione il Piano dei rifiuti del 2018, peraltro già ignorato dalla stessa Regione Liguria, che ha accolto il progetto di Recos di digestore anaerobico per Saliceti, che stravolge la programmazione provinciale e regionale per quantità (90 mila invece delle 50-60 mila previste) e per la localizzazione (Saliceti, sulla falda del Magra, invece di Boscalino).
Comitati e associazioni chiedono a tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, dalla Lega a Liguria Popolare, dal PD a Italia Viva, ai 5 Stelle, a Sinistra Italiana, che in questi mesi hanno manifestato almeno a parole la contrarietà al progetto, di rompere gli indugi e passare ai fatti.
I movimenti offrono subito un banco di prova ai partiti. Hanno proposto a tutti i gruppi consigliari in Provincia una mozione per l’annullamento in autotutela della delibera di approvazione del Piano d’area del 6 agosto 2018. Il motivo: la composizione dell’organo deliberativo era irregolare. Un consigliere, Davide Natale, del PD, si era dimesso pochi giorni prima. Il primo atto a cui l’allora presidente della Provincia Giorgio Cozzani avrebbe dovuto procedere era la sua sostituzione con un altro consigliere dello stesso partito. La sostituzione non fu fatta.
A quella seduta per l’assenza di un altro consigliere del PD per malattia, parteciparono solo 9 membri del consiglio. Il Piano fu approvato con cinque voti favorevoli e quattro contrari. Più che evidente che la composizione non corretta del Consiglio fu determinante sull’esito del voto.
Nella mozione s’impegna il presidente Peracchini ad avviare l’iter per la redazione di un nuovo Piano d’area che riveda le quantità (il comprensorio spezzino produce 29.000 tonnellate di Forsu, l’impianto progettato da Recos è tagliato per 90 mila tonnellate complessive), che metta a confronto tecnologie diverse e operi una scelta la localizzazione dell’impianto della Forsu attraverso una nuova Valutazione ambientale strategica.
Saliceti non è mai stato sottoposto a VAS. Un ricorso per l’annullamento della delibera per difetto di composizione del Consiglio provinciale era stato presentato due anni fa al TAR Liguria dai sindaci di Santo Stefano, Paola Sisti, e di Arcola, Emiliana Orlandi, entrambe PD. Ma non è mai stata chiesta la fissazione dell’udienza. Per cui il ricorso giace in sonno.
Comitati e associazioni, per la serie nessuno sconto a nessuna parte politica, hanno chiesto ai due Comuni di chiedere la fissazione dell’udienza e andare fino in fondo. Naturalmente sarebbe preferibile per i movimenti un atto politico congiunto destra-sinistra attraverso una delibera del Consiglio provinciale che anticipasse un esito scontato del TAR.
Si attende un’iniziativa in tal senso dal vicepresidente della Provincia Francesco Ponzanelli, che in veste di consigliere comunale di Santo Stefano non ha mai lesinato critiche al sindaco Paola Sisti, peraltro l’unica ad aver presentato ricorsi al Tar, ma che nel suo importante incarico provinciale non ha prodotto atti per far annullare il progetto Saliceti, a cui a parole si è sempre detto contrario. Insomma, è l’ora che tutti facciano la loro parte con atti concreti".
I comitati No Biodigestore Saliceti, Sarzana, che botta!, Acqua Bene Comune e le associazioni Legambiente, Italia Nostra, Cittadinanzattiva