Dicevano Marshall MacLuhan e il suo allievo italiano padre Taddei (del quale stiamo ricordando i cento anni dalla nascita) che, nel campo delle comunicazioni sociali, "il mezzo è esso stesso il messaggio", e che la "lettura" dell'immagine, se condotta in modo adeguato, consente di cogliere quel messaggio in forma strutturale. In questo senso, alcune foto diffuse nei giorni scorsi su internet appaiono molto significative a propositoi della ripresa generalizzata delle attività parrocchiali. Per esempio, quella dei volontari e delle volontarie della piccola parrocchia del porto mercantile, la "Stella maris", ripresi in occasione del raduno di fine anno "sociale" insieme al loro parroco padre Gianluigi Ameglio: mascherina per tutti, ma sotto la mascherina il sorriso di ritrovarsi insieme e di lavorare ancora uniti. La Conferenza episcopale italiana, in occasione della ripresa delle attività liturgiche e pastorali dopo le sospensioni provocate dalla situazione di emergenza, ha intitolato la pagina del proprio sito internet con la domanda "Chi ci separerà ?". Si tratta della citazione di un testo sacro composto anni addietro dal maestro Marco Frisina: "Chi ci separerà/ dal suo amore ?/ Né morte o vita/ ci separerà/ dall'amore/ in Cristo Signore". La domanda è serpeggiata davvero in tante comunità cristiane, anche della diocesi, di fatto separate fisicamente, anche se non spiritualmente, nel tempo del Covid-19: tempo delle mascherine, dei distanziamenti, delle prudenze che non sono mai troppe. La foto del gruppo della "Stella maris" sembra dunque rispondere a quella domanda, proprio come nei versi del maestro Frisina.
Precauzioni, restrizioni, difficoltà non impediscono e non rallentano l'impegno di fede, con il quale - il vescovo Palletti lo ha ricordato molte volte nelle sue catechesi dei mesi scorsi - è strettamente collegato l'impegno della carità. Certo, non c'è solo la parrocchia del porto. Sono molte, tanto più in questa fase di una ripresa ancora incerta, le comunità cristiane che, anche con fantasia, riprendono un cammino a ben vedere mai del tutto interrotto. A Santo Stefano Magra non solo è proseguita ogni domenica la trasmissione "via streaming" della Messa parrocchiale celebrata da monsignor Paolo Cabano, a beneficio delle persone impedite ad esserci di persona, ma da lunedì scorso è iniziata anche la trasmissione della Messa feriale dall'oratorio dell'arciconfraternita di San Leonardo, chiuso da metà febbraio per lavori di sistemazione interna. A Sarzana, nella chiesa di San Francesco, il parroco don Franco Pagano ha ripreso con il mese di luglio, ogni martedì come già lo scorso anno, la presentazione di figure di santi e di sante tra le più significative. Martedì scorso era la volta di santa Rita: i presenti erano davveri tanti, forse più che in passato, nonostante le giuste e corrette misure di precauzione.
Nella vicina parrocchia della concattedrale, invece, è ripreso da due settimane il cinema all'aperto, unica esperienza del genere in città. Alla Spezia, il parroco della Chiappa don Davide De Pietro consente ogni giorno di seguire su facebook la recita del Rosario e la Messa pomeridiana (la domenica al mattino): interessanti sono i commenti o i contributi che le persone aggiungono al "post" della liturgia, e che indicano il forte richiamo spirituale che travalica i rischi e i limiti delle tecnologie. In diverse parrocchie si stanno celebrando i riti funebri in suffragio delle persone defunte nel periodo della "sospensione liturgica". Stanno poi riprendendo le attività estive, sia pure in forma ridotta o comunque differenziata dal passato. La casa diocesana di Cassego lavora, sia pure a ritmo ridotto. Il parroco di piazza Brin don Francesco Vannini, su facebook, ha confermato per agosto la "settimana estiva" per persone adulte, in Trentino, ed altre parrocchie fanno altrettanto. I centri estivi delle scuole cattoliche stanno operando da una parte all'altra della provincia. Certo, non tutto è come prima e le difficoltà ancora non mancano. Ma se la fede è in grado di smuovere le montagne, anche in terra di mare, come quella spezzina, sembra proprio si debba dire "Chi ci separerà ?".
Testo di Giuseppe Savoca