“La rete della vita”
di Franca Landi
“Partecipiamo tutti al Tempo del Creato!”: è questa la sollecitazione che il dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale rivolge a tutti i vescovi nel “tempo” dedicato ormai da diversi anni al tema della salvaguardia del Creato. E’ un tempo che si apre il 1° settembre, Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato, e che si conclude il 4 ottobre, nel ricordo di San Francesco. A suggerire ogni anno un tema specifico è poi un apposito comitato ecumenico. Il tema scelto per il 2019 è “La rete della vita”, con particolare riferimento ai rischi che corre la biodiversità: un tema che collega quindi il nostro ruolo di custodi del Creato con l’urgente necessità di proteggere la biodiversità. La perdita delle specie, infatti, sta accelerando: un recente rapporto delle Nazioni Unite stima che l’odierno stile di vita minaccia di estinzione un milione di specie. Imparare a guardare alla biodiversità, per prendercene cura: è uno dei richiami dell’enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco. La Giornata mondiale, iniziata sotto gli auspici della Chiesa ortodossa, è stata in seguito accolta da cattolici, anglicani, luterani, evangelici e da altri membri della famiglia cristiana in tutto il mondo. “La questione ecologica rivela che il mondo costituisce un’unità, che i problemi sono mondiali e comuni. Per affrontare i pericoli è quindi necessaria una mobilitazione multilaterale, una convergenza, una collaborazione, una cooperazione”: è quanto scrive il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo nel messaggio per la Giornata. “Solo agendo insieme, alla luce della nostra Chiesa e dello Spirito Santo, andremo avanti”, ha detto a sua volta Tomás Insua, direttore esecutivo del Movimento cattolico mondiale per il clima. Negli ultimi mesi, come è noto, violenti incendi hanno distrutto le foreste nell’Amazzonia; le ondate di calore hanno fatto suonare campanelli d’allarme in tutta Europa; i ghiacciai si stanno sciogliendo velocemente, aumentando i livelli dei mari. Tutti questi problemi spingono ad intraprendere la “conversione ecologica” richiesta già da san Giovanni Paolo II e che ora Papa Francesco ha ampliato nella “Laudato Si’”. “Ogni fedele cristiano, ogni membro della famiglia umana può contribuire a tessere, come un filo sottile, ma unico e indispensabile, la rete della vita che tutti abbraccia. Sentiamoci coinvolti e responsabili nel prendere a cuore, con la preghiera e con l’impegno, la cura del creato”: questo l’invito di papa Francesco ai fedeli, perché si dedichino alla preghiera in questo periodo “di più intensa orazione e di azione a beneficio della casa comune”. In diocesi, un incontro di preghiera ecumenica si terrà domenica prossima alle 14.30 a Mangia, in Val di Vara, nel comune di Sesta Godano, nella sede del movimento dei Ricostruttori nella preghiera. Sarà presente il vescovo Luigi Ernesto Palletti. I partecipanti saranno aiutati a vivere un percorso attraverso i cinque sensi per cogliere la varietà dell’ambiente che ci circonda. Un momento di meditazione farà poi riflettere sul valore spirituale della varietà della creazione. Quindi, ci saranno dialogo e dibattito, per presentare anche diverse iniziative che le varie confessioni cristiane hanno intrapreso per migliorare la propria dimensione “ecologica”. Per informazioni ulteriori e per indicazioni circa la strada rivolgersi a Domenico 349.2678037.
Bersaglieri e Finanzieri
Il vescovo diocesano Luigi Ernesto Palletti partecipa in questi giorni a due manifestazioni di altrettanti corpi armati dello Stato, i Bersaglieri e i Finanzieri. Questa mattina, alle 9.30, celebra alla Spezia, nella chiesa di Nostra Signora della Salute di piazza Brin, una Messa in occasione del raduno regionale del corpo dei Bersaglieri. Seguirà una sfilata con le caratteristiche fanfare sino a viale Mazzini. Sabato prossimo, invece, in occasione della festa di San Matteo, patrono della Guardia di finanza, il vescovo celebrerà la Messa alle 11.30 al monastero carmelitano della Santa Croce, presso Bocca di Magra. Saranno presenti autorità civili e militari oltre a rappresentanze dei diversi comandi del corpo in provincia della Spezia.
Le celebrazioni in onore dell'eremita San Venerio
Anche oggi, come ieri e venerdì, spezzini e turisti potrano avere libero accesso all’isola del Tino, l’isola sacra del Golfo dei poeti, legata alla figura dell’eremita san Venerio, che del Golfo spezzino da sessant’anni è il patrono. La Marina militare, alla quale oggi l’isola appartiene, consente infatti ogni anno lo sbarco e la visita all’isola nei giorni della festa del santo, celebrata giovedì e venerdì, prima alla Spezia e poi al Tino. I vaporetti della Navigazione Golfo dei poeti partono a ritmi ravvicinati dalla passeggiata Morin e da Porto Venere. L’ultimo rientro dall’isola sarà alle 17.30. Inutile dire che si tratta di un’occasione molto bella, grazie anche al tempo buono degli ultimi giorni, per una giornata di fine estate che consenta di “respirare” idealmente la suggestiva atmosfera che già in tempi lontani fece da supporto all’esperienza monastica di Venerio e dei suoi monaci. A quell’esperienza ha fatto riferimento, nella cattedrale di Cristo Re, il nunzio apostolico emerito arcivescovo Angelo Acerbi, che ha celebrato la Messa solenne in onore del santo. Acerbi – invitato dal vescovo Palletti in occasione dei quarantacinque anni della sua ordinazione a vescovo, avvenuta a Roma nel 1974 ad opera del Papa san Paolo VI – ha preso spunto dalle letture della Messa per sottolineare il valore dell’incontro di Venerio con Dio, paragonato alla “brezza leggera” di cui parla il Libro dei Re a proposito della salita del profeta Elia sul monte Oreb. Al termine della Messa, la reliquia del santo e la statua lignea realizzata a suo tempo a cura dell’associazione “Pro Insula Tyro” hanno attraversato in processione le strade spezzine per raggiungere poi, via mare, Porto Venere. Venerdì sono state poi portate al Tino, dove il vescovo Palletti ha celebrato la Messa sul piazzale della Vela ed ha benedetto le imbarcazioni con la reliquia.
Insegnare religione nella scuola di oggi
Si è concluso ieri alla Spezia l’annuale corso di aggiornamento per gli insegnanti di Religione cattolica, che l’ufficio diocesano Scuola ed educazione organizza all’immediata vigilia della ripresa delle lezioni, fissata per domani in tutta la provincia. Le principali relazioni, relative alla spiritualità dell’insegnante di Religione ed alle sfide sempre più complesse da affrontare nel contesto odierno, sono state tenute da don Aldo Basso, già diirettore dell’ufficio di Pastorale scolastica della diocesi di Mantova. Il primo tema affrontato da don Basso è stato quello cosiddetto “interculturale”, legato al fatto indubitabile della presenza anche nelle nostre scuole di alunni appartenenti a famiglie di religioni e di cultura diverse. “Noi – ha detto al riguardo don Basso – non dobbiamo educare ‘al’ pluralismo, quasi che tutte le opinioni possano essere vere, quanto educare ‘nel’ pluralismo: non si deve perdere la propria identità culturale per rispettare le opinioni altrui”. La seconda relazione ha affrontato il tema dell’insegnante di Religione “come maestro di umanità”. Qui la sfida è quella del “nuovo umanesimo”. L’opera educativa, dice don Basso, è possibile solo se fondata su una solida fiducia e sulla speranza, e per il cristiano il fondamento ultimo della speranza è Dio. Nei tre giorni del corso, aperto da un intervento del vescovo Luigi Ernesto Palletti e coordinato da don Giuseppe Savoca, sono stati affrontati numerosi altri temi, solo in apparenza collaterali: ad esempio quello delle “nuove povertà”, purtroppo assai diffuse sul territorio, che è stato trattato da Stefano Strata della Caritas, e quello delle attività educative del Museo diocesano, presentate da Vicky Porfidio. E’ stato infine presentato da don Savoca il recente volume “Religione a scuola. Quale futuro?”, a cura di Roberto Romio, che contiene i contributi di numerosi specialisti. I docenti diocesani di Religione cattolica, insomma, affrontano il nuovo anno che inizia domani con nuovi ed approfonditi stimoli, in piena attuazione del mandato loro conferito.
I funerali di Cesare Delvigo
Quattro sacerdoti e una grande folla di persone hanno preso parte a Borghetto Vara ai funerali di Cesare Delvigo, morto a soli ventidue anni per una grave malattia. Il rito funebre, proprio per il grande afflusso di persone, è stato celebrato all’aperto, davanti all’antica abbazia dell’Accola. “La morte non ha potere sull’amore”, ha detto tra l’altro nell’omelia il sacerdote borghettino don Fabrizio Ferrari. Alla famiglia le nostre condoglianze.
Tiberi, umiltà e fede per capire il nuovo
Una chiesa di San Francesco a Sarzana davvero gremita di persone ha dato venerdì mattina l’ultimo saluto a Giuliano Tiberi, scomparso due giorni prima a seguito di un’improvvisa emorragia cerebrale. Tiberi, che aveva settantasette anni, non era persona che amasse mettersi in mostra, eppure per generazioni di sarzanesi è stato una sorta di “mito”, di punto di riferimento. Il perché è presto detto e sta, in primo luogo, proprio in quel suo atteggiamento schivo e insieme concreto – frutto di carattere naturale ed anche di educazione – che lo rendeva credibile, in tempi nei quali sono sempre di più l’”urlo” e il clamore ad attirare l’attenzione, ma non appunto a dare credibilità. In secondo luogo, Tiberi, nella sua attività commerciale, è stato per decenni capace di cogliere, spesso in anticipo, l’evolversi degli stili di vita. Ed anche per questo è stato da subito un punto di riferimento. Era molto giovane quando, alla fine degli anni Sessanta, rilevò l’antico garage di Boggi, in Sobborgo Emiliano, per avviare il servizio di noleggio auto, servizio che per i giovani di allora era la soglia di uno “status symbol”. Ma poi le auto arrivarono in tutte le famiglie, di noleggiarle non ci fu più bisogno, e Tiberi passò alle autoradio, agli stereo, al servizio della musica alla portata di tutti e non solo dei juke box. E di lì, ancora, cambiando via via la sede della sua attività e man mano trasferendola al figlio Matteo ed ai collaboratori, alla telefonia mobile. “Andiamo da Tiberi”, si è sempre detto a Sarzana per decenni, ed anche in tutta la provincia: non c’era bisogno di aggiungere altro. Venerdì, presiedendo il rito funebre, don Franco Pagano ha rivelato un altro aspetto della personalità di Giuliano, completandola: la sua fede, il suo accogliere il parroco per la benedizione e chiedere che il Rosario di maggio venisse recitato anche presso la sua casa, ed insieme il “guardare oltre” il panorama pure incantevole delle colline sarzanesi, i “cieli nuovi e terra nuova” annunciati nella lettura della Messa. Motivi, ci sembrano, che spiegano ancora di più il valore di una persona e l’affetto di tanti verso di lui e verso la sua famiglia, alla quale rinnoviamo qui le condoglianze.
di Egidio Banti
La fondazione “Villaggio Famiglia” premia Giovanni Bilotti
Già a luglio, nel settantesimo della parrocchia di Rebocco, la fondazione “Villaggio Famiglia” aveva dedicato una serata a Giovanni Bilotti, che dei “rebocchini” di oggi è uno dei più noti ed affermati in campo culturale. Oltre a raccolte poetiche che hanno scandito i recenti cambiamenti epocali, Bilotti ha pubblicato infatti opere letterarie importanti, quali i tre ponderosi volumi della “Letteratura della Lunigiana storica”. Ma ha dedicato anche raccolte di liriche ed un ampio affresco storico al quartiere “dove canta il Ligurzano”, il torrente che, lambendo la chiesa del Carmine, scorre dentro Rebocco. Ieri, la fondazione è andata oltre: ospitata dal sindaco Pier Luigi Peracchini in sala giunta, il suo presidente Bruno Dal Molin ha consegnato a Bilotti una targa che lo saluta “autore che unisce le generazioni”. Nel solco della figura cui il “Villaggio” si ispira: il venerabile Egidio Bullesi.
Da Lampedusa a Lerici
L’altro sabato, a Lerici, la rassegna “Lerici legge il mare”, organizzata dalla Società marittima di mutuo soccorso e giunta alla sua nona edizione, ha consegnato a Pietro Bartòlo il premio per la solidarietà in mare. Bartòlo, che ora è parlamentare europeo, è stato per trent’anni medico a Lampedusa e dal 1992 responsabile delle prime visite mediche per i richiedenti asilo. La decisione di Lerici di insignirlo del riconoscimento, quasi un “gemellaggio” tra località di mare, è stata dunque l’occasione per fare il punto su una vicenda terribile, quella delle migrazioni e degli sbarchi, che vide Papa Francesco visitare Lampedusa in segno solidarietà nel suo primo viaggio, poco dopo essere stato eletto. In questo senso, quanto avvenuto l’altro sabato a Lerici è stata quasi una ideale continuazione della festa di Avvenire, che in luglio aveva avuto al suo centro proprio i ntemi della solidarietà e dlel’accoglienza. Non a caso, per coordinare l’incontro è tornata a Lerici Lucia Bellaspiga, inviata del quotidiano cattolico. Con lei al tavolo c’erano il presidente della “Marittima” Bernardo Ratti e l’ammiraglio Vittorio D’Alessandro.
Mese missionario
Il mese missionario, al quale Papa Francesco ha attribuito quest’anno un carattere “straordinario” di preghiera e di iniziative prende il via in diocesi il 1° ottobre. Domenica prossima pubblicheremo il programma completo delle iniziative previste.
Lutto di Mario Salisci
Un grave lutto ha colpito Mario Salisci, per diversi anni insegnante di Religione cattolica in diocesi, oltreché studioso e saggista di temi pedagogici e psicologici. A Genova si è spenta infatti la sua mamma. All’amico Mario e ai familiari le nostre sentite condoglianze.