Aspettando gli esiti delle sfide di domani sera Cremonese-Sampdoria e Sassuolo-Verona per capire se e come si muoverà la bassa classifica, si può intanto tirare qualche somma dai risultati già maturati nell'undicesima di serie A.
Lo Spezia con 9 punti capeggia il drappello delle ultime cinque squadre, sotto al Monza sconfitto dal Milan e soprattutto alla Viola battuta dall'Inter e dall'arbitro Valeri - prossima avversaria al Picco - e sopra al Lecce sconfitto dal Bologna di Thiago Motta (molto più loquace ai microfoni rispetto all'anno scorso), oltre che al Verona, alla Cremonese e alla Samp.
Preoccupa e molto l'andamento assolutamente negativo della truppa di Gotti in trasferta: 6 sconfitte su 6, zero punti ma anche zero gol, con rari tiri in porta.
È evidente che non basta la striscia positiva del Picco per salvarsi, conti alla mano: lo Spezia deve ritrovare il coraggio e il carattere delle ultime due stagioni, clamorosamente assente specie lontano dal Picco.
Ripartiamo dalla trasferta di Salerno: primo tempo ineccepibile almeno a controllo e giro palla, il gol nella ripresa sfilaccia la squadra di Gotti, che prova giustamente a recuperare inserendo tutti gli attaccanti a disposizione ovvero Verde, Maldini e Strelec.
Ebbene: nessuno si è accorto di loro. Negli ultimi 20 minuti abbondanti - comprensivi dei 10' di extra-time concessi da Chiffi - ci si attendeva uno Spezia aggressivo, che cingesse d'assedio la Salernitana per tentare di trovare il gol del pareggio.
Invece è successo l'esatto contrario: nessun assedio, nessun tiro in porta, un'occasione sprecata da Nzola con tiro alle stelle, anzi. E' stata la Salernitana a farsi sotto, con il subentrato Piatek (altro livello, non ce ne vogliano gli acerbi Maldini e Strelec) che ha impegnato Dragowski in 2-3 parate monstre, che hanno impedito ai padroni di casa di vivere con un punteggio più rotondo.
Concludendo? Lo Spezia calcio non ha messo a disposizione di Gotti i giocatori con caratteristiche adeguate al suo sistema di gioco 3-5-2, e il tecnico si sta mostrando troppo poco duttile rispetto allo schema di base, come dimostrano le statistiche delle sfide, ma non è tutto.
Come dice spesso lo stesso Gotti, il modulo non è tutto, ed ha ragione: in una squadra come lo Spezia che deve salvarsi servono altre cose come il carattere, la garra, la giusta cattiveria, insomma la motivazione che parte da un gruppo unito e convinto, cosa che non sembra essere ad oggi lo Spezia.
Dello zoccolo duro che con Italiano e motta hanno contribuito al doppio miracolo mancano ad oggi Maggiore, Erlic, Provedel e Bastoni. Nel gruppo i leader rimasti sono lo stesso Bastoni - assente per infortunio - Agudelo, Gyasi e Nikolaou. Ieri nell'undici titolare non c'era neppure un italiano, qualcosa vorrà dire anche se parliamo di professionisti.
Gotti deve ripartire di qui per dare una scossa alla squadra: ottimo tecnico, grande comunicatore, lo si vorrebbe un po' più "cattivo" in panchina, perché se da lui per primo non arrivano al gruppo segnali chiari e inequivocabili, lo Spezia è destinato ad un campionato di sofferenza, al netto di qualche eventuale rinforzo atteso come il pane dopo la sosta Mundial.