Spezia senza un attaccante di categoria alla Arnautovic, ma con un cuore e un coraggio grande così: davanti a un Picco latitante in tribuna e gradinata grazie ad una poco acuta politica di marketing (almeno, a vedere i risultati) ma con due curve ricolme di passione le Aquile fanno la prima parte della gara, subiscono il gol nell'unica vera verticalizzazione Medel-Arnautovic, creano tante situazioni offensive ma non inquadrano mai la porta del Bologna.
Quasi mai, perché in pieno recupero ci pensa a raddrizzarla Simone Bastoni, il migliore dei suoi, bravo a resistere al contrasto e ad inquadrare la porta avversaria con un rasoterra imprendibile.
Bologna in perenne attesa per tutto il primo tempo, quasi ad aspettare la zampata decisiva sulle ripartenze di Orsolini e De Silvestri a destra, più di Lykogiannis e Barrow a sinistra, comunque una squadra attrezzata in ogni reparto, un po' carente forse proprio alla voce "carattere".
Secondo tempo come sempre di sofferenza: lo Spezia non ha cambi grazie alle miopi decisioni dei Platek di non dotarsi neppure di un prestito nel ruolo di punta, quindi Gotti deve giocarsela con chi ha a disposizione, sperando in una maggiore cattiveria sotto porta.