Sembra un sogno e invece è realtà. Sempre più un incubo il coronavirus, che chiuderà baracca e burattini per tutti almeno fino ai primi di aprile, sempre più un sogno la massima serie per la squadra aquilotta, per tutta una serie di motivi.
Iniziamo dalla mentalità e dal carattere di questa squadra: malgrado l'età media tra le più basse della B il gruppo di Italiano sembra essere uscito addirittura fortificato mentalmente dal periodo nerissimo di avvio stagione e dalle fondate contestazioni di parte dei tifosi riverberate sui social di fronte a partite davvero dimenticabili.
Proseguiamo con la qualità del gioco: qui è evidente il merito del tecnico, capace di cambiare rotta al momento giusto riuscendo a valorizzare al meglio giocatori che parevano persi, in primis Acampora dato per partente mesi fa e Mastinu, rivisitato con ottimi risultata mezzala offensiva nel centrocampo a tre. Pur rimanendo fedele al suo modulo 4-3-3 Italiano è riuscito a variarne l'assetto, forse aiutato involontariamente dalla relativa scarsa propensione offensiva degli esterni bassi Ferrer e Marchizza (altra invenzione del mister) ma in ogni caso migliorativa rispetto alle prime uscite stagionali che evidenziavano voragini in fase difensiva.
Fatto sta che chi credeva fosse stato il gioco di Pasquale Marino il migliore mai visto al Picco ora si deve ricredere: anche la partita contro il Pescara è stata un piacere per gli occhi, così come lo sono state le gare precedenti, anche a Benevento fino al giallo criminale di Volpi lo Spezia stava imponendosi per le sue evidenti qualità.
Ieri sera in particolare Matteo Ricci ha diretto il centrocampo come mai fino ad ora, Giulio Maggiore è stato perenne spina nel fianco degli abruzzesi impegnando Fiorillo in almeno quattro occasioni oltre a fornire l'assist a Gyasi per il 2-0, lo stesso Big Papa pur non giocando nella sua fascia preferita ha dato il solito fondamentale contributo nelle due fasi regalandosi il quarto centro nelle ultime quattro partite, bene Vignali al rientro da titolare anche in fase di impostazione senza dimenticare Galabinov, 94' minuti per lui utili a ritrovare la condizione migliore, autore del colpo di testa che ha fruttato l'autogol del momentaneo vantaggio.
Adesso lo Spezia è atteso da undici fatidiche tappe prima di arrivare ad un capolinea che può essere il paradiso della A diretta in caso di raggiungimento della seconda piazza, o il purgatorio dei play-off che erano, ricordiamo per la cronaca, il massimo obiettivo a inizio stagione, prima ancora che si parlasse di crisi e di salvezza.
Sportivamente e oggettivamente però, viene da pensare che per merito e qualità questo Spezia non è secondo a nessuno, neppure al tanto decantato Benevento del quale si è dimostrato all'altezza a parità di uomini, quindi è lecito sognare ed è giusto provarci fino in fondo, partita dopo partita.
Si parte dunque per una volata finale che vedrà sicuramente le porte chiuse al Picco domenica 15 marzo contro l'Empoli di Pasquale Marino, con la possibilità di riaprire le porte dello stadio aquilotto il 4 aprile per l'atteso derby contro il Pisa, nella speranza che nel frattempo rientri l'emergenza coronavirus.
Domenica lo Spezia sarà impegnato in Campania contro lo Juve Stabia, uscito sconfitto dal Friuli di Udine contro il Pordenone e privo di ben quattro giocatori squalificati e cioè Addae, Mallamo, Germoni e Tonucci ma comunque squadra sempre tosta in casa, nel 2020 vittoriosa contro Empoli e Crotone. La settimana successiva il turno casalingo a porte chiuse contro l'Empoli, poi lo scoglio Chievo in quel di Verona, il derby al Picco contro il Pisa in programma il 4 aprile e, nel turno successivo, quello che auspichiamo possa essere uno scontro diretto ovvero la partita in trasferta contro il Frosinone. A quel punto, con altre sei giornate alla fine della regular season, si avrà sicuramente un quadro più chiaro e forse una classifica meno corta quantomeno nella zona medio-alta.