Stiamo vivendo una fase che non si può definire solo storica ma geologica, infatti siamo di fronte alla fine dell’era fossile e all’inizio del tempo CO2 free.
In futuro le città dovranno diminuire drasticamente l’utilizzo di combustibili fossili, ci sarà una sempre più diffusa digitalizzazione che oggi permette già di ridurre i consumi e la produzione di energia andrà verso la decentralizzazione, cioè non sarà più prodotta da asset centralizzati, come la centrale Eugenio Montale, ma da noi stessi consumatori che diventeremo produttori, come succede in molti paesi del Nord Europa.
Impensabile non essere a favore della dismissione della centrale termoelettrica dell’Enel, una delle 22 in Italia, che da quasi sessant’anni produce energia per una fetta del paese, proprio sulla nostra città, chiedendo troppi sacrifici di salute da parte dei nostri cittadini.
Da sottolineare che la storia della produzione industriale, alla Spezia, è da sempre caratterizzata dalla somma di molte emissioni nocive.
Allora siamo convinti che il non aver accolto le opportunità del programma “Futur e” da parte di questa amministrazione sia un grave errore strategico. Non solo per il nostro percorso verso l’era CO2 free, per la produzione puntuale di energia da fonti rinnovabili, ma anche per dare al nostro territorio la spinta verso una transazione di tipo industriale, economica, finanziaria e sociale che aspettiamo da troppo tempo. Tenuto conto che il mercato ha già compreso e maturato l’importanza e la necessità di produrre energia pulita. Rimane in evidenza l’aspetto politico avendo negato ai cittadini la possibilità di esprimersi e avendo già proposto in sede di campagna elettorale l’ipotesi “Spezialand”.
Quindi il cambio di destinazione d’uso dell’area Enel sarebbe stata l’occasione per migliorare l’ambiente, l’economia e avere nuove prospettive di lavoro.
Infine la proposta di “Futur e” sarebbe stata occasione per impostare rapidamente una variante del Puc che, avrebbe portato due vantaggi: il primo, stabilire la data definitiva della dismissione della centrale; il secondo, creare un modello virtuoso di partecipazione coinvolgendo le comunità locali, le istituzioni, insieme ai principali stakeholders per individuare il migliore processo di riqualificazione possibile dell'area da tutti i punti di vista. Il tempo c’era, tenuto conto che dopo il 2021 Enel stessa aveva chiesto dai 3 a 5 anni per bonificare l’area.
Sarà che questi programmi a medio lungo termine non interessano al nostro Sindaco?
Più Europa si allineerà al NO alla permanenza della centrale ENEL in Città.
Gruppo Più Europa Più La Spezia,
Il coordinamento