“Il Tar dice no alla sospensiva. Decisivo il notevole avanzamento dei lavori”. Un titolo sulla decisione del TAR di negare la sospensiva dei lavori in piazza Martiri ha riassunto bene i motivi del provvedimento. I
ricorrenti hanno perso la gara contro il tempo: la costruzione è in stato avanzato. Ma ciò è accaduto sia per l’inerzia dell’Amministrazione sia per l’attività degli uffici comunali che hanno addirittura rilasciato
permessi per il lavoro nel week end non previsti dal Regolamento comunale delle attività rumorose.
Fino a oggi la politica ha tentato di eludere le proprie responsabilità sia nella tutela della legalità, sia nel garantire la trasparenza. Le carte del progetto sono state pubblicate su intervento del Difensore Civico. La pubblicazione ha portato alla scoperta che sono state violate le leggi urbanistiche nazionali e, soprattutto, che il palazzo spancia sul suolo pubblico. Cioè un privato espropria, gratis, il Comune. Fin qui le
responsabilità dell’amministrazione Cavarra.
Dalla nuova amministrazione ci saremmo attesi un intervento deciso a difesa dell’interesse pubblico, come un buon padre di famiglia che difende la sua proprietà. Nessun intervento. Il Consiglio comunale ha evitato fino a oggi di discutere la petizione del Comitato e le firme di 528 cittadini che evidenziavano le violazioni.
Perché non si è agito per bloccare la costruzione quando lo scavo doveva ancora cominciare, come richiesto dal Comitato in assemblea a novembre?
E’ legale che un privato costruisca un edificio che invade il suolo pubblico, appropriandosene?
E si pensa davvero che ci sia un giudice disposto a riconoscere un congruo risarcimento per siffatta azione e altre violazioni di legge? Siamo propensi a pensare che Lei, sindaco, ritenga di non avere più strumenti di azione per via amministrativa.
Per porre rimedio a tutto ciò, se il ripristino della legalità resta il suo faro, se non vuol disattendere le aspettative dei firmatari della petizione e di tutti i cittadini che da mesi si oppongono alla realizzazione del
progetto, non rimane che una strada: invocare il solito ruolo di supplenza della magistratura ordinaria. Le formuliamo una proposta: andiamo assieme alla Procura della Repubblica, firmiamo assieme un esposto affinché venga fatta chiarezza su tutta la vicenda. Saremo al suo fianco. Chiediamo ai consiglieri, presidente Rampi in testa, di associarsi.
Attendiamo pubblica risposta.
Per il Direttivo del Comitato Sarzana, che botta!
Roberta Mosti (presidente)