Su un punto il sindaco Cristina Ponzanelli ha sicuramente ragione: “colpevolmente” la questione piazza Martiri non è mai stata trattata in consiglio comunale. Ma il sindaco tace che, colpevolmente, la petizione del Comitato Sarzana, che botta!, che elencava tutte le violazioni di legge consumate nel progetto di piazza Martiri, denunciate nell’assemblea del 23 novembre presente l’assessore Barbara Campi, attende dall’11 dicembre scorso di essere discussa in Consiglio. Lo Statuto comunale prevede un termine massimo di sessanta giorni per metterla all’ordine del giorno. Era indirizzata al sindaco e al presidente del consiglio comunale. Al sindaco perché si chiedeva di sospendere le delibere adottate dalla giunta Cavarra (e i conseguenti permessi di costruire); al presidente del Consiglio comunale Carlo Rampi perché, come ritiene oggi il sindaco, è il consiglio comunale il luogo deputato a tale discussione. La petizione del Comitato e lo Statuto comunale (che, come il sindaco sa, è fonte di diritto) sono stati colpevolmente ignorati.
E sono state colpevolmente ignorate anche le oltre cinquecento firme di cittadini a sostegno della petizione condivisa da Libera La Spezia, Quarto Piano, L’égalité, Comitato Difesa del Territorio, Legambiente Val di Magra, Sarzana in movimento.
Oggi il sindaco Ponzanelli accredita la sua amministrazione di “massima trasparenza”, ma per indurla a portare la questione piazza Martiri in Consiglio ci è voluta la mozione urgente di Sarzana Popolare, a cui va dato atto di aver rotto una sorta di consegna del silenzio che sembrava attanagliare tutti i gruppi consiliari di maggioranza e di opposizione.
Da mesi vengono ventilati pareri di autorevoli amministrativisti sulla questione. Siamo alla parodia della trasparenza: pareri segreti di avvocati segreti. Come sono rimaste a oggi segrete le “difese d’ufficio” della regolarità del progetto redatte da dirigenti e funzionari dell’Area urbanistica, richiamate spesso dall’assessore Campi.
Chiediamo che tutti questi documenti, se esistenti, siano resi pubblici. Questa sarebbe vera trasparenza. In caso contrario saremo costretti a concludere che era un bluff di promesse per non decidere, tenere buoni i cittadini e dissuaderli dal ricorso al Tar e, tacitamente, consentire all’impresa di andare avanti spedita con la costruzione del palazzo in barba alle leggi urbanistiche.
Se Cavarra porta la responsabilità dello scempio, l’amministrazione Ponzanelli porta la responsabilità di non aver mosso un dito per scongiurarlo e inoltre di esporre il Comune a eventuali richieste di risarcimento dei danni.
Comitato Sarzana, che botta!