Abbiamo assistito questa settimana alla protesta dei lavoratori e dei sindacati del settore della sanità.
L’occupazione degli uffici di Via Fazio, da parte di più di 200 persone, fa ben comprendere il forte disagio che gli operatori del comparto – ai quali va espresso un grande ringraziamento per l’attività che svolgono quotidianamente – sono portati a vivere ogni giorno, a causa dei tanti problemi che ci hanno ricordato.
Disagi e problemi che finiscono poi per riflettersi sui pazienti e sui cittadini.
Ormai è chiaro a tutti: la dotazione organica non permette di soddisfare il fabbisogno e le richieste reali. Andando avanti nel tempo però la situazione si è aggravata, estendendosi a quasi tutti i settori.
Il rischio è che si vada incontro al collasso del sistema.
I problemi non nascono e non si risolvono tutti qui, ma di fronte a vicende allarmanti ed a lavoratori che chiedono aiuto è giusto che tutti i livelli amministrativi si interessino della cosa e se ne facciamo carico, quota parte.
Quando però, in seno a tutto ciò, si prospetta anche uno scontro tra azienda e lavoratori, perché la prima – a quanto si apprende – rifiuta di intavolare un confronto franco tra le parti, allora l’intervento è più che doveroso.
Servono risposte e progettazione.
Per questo ho chiesto la convocazione congiunta delle Commissioni Lavoro e Sanità al fine di audire, in un percorso programmato, sindacati, associazioni e ASL5. Ascoltiamoli e cerchiamo di instradare il confronto su una via proficua per tutti.
Approfitto per sposare completamente l’appello di Rino Tortorelli.
Quando i problemi si aggravano e riguardano temi sensibili come la salute i colori politici vanno messi da parte. Tutti dobbiamo sentirci parte in causa, sia come soggetti impegnati nella “cosa pubblica” – ognuno a suo modo -, sia come cittadini fruitori del servizio. Alzare la voce per pretendere standard adeguati alla realtà e per garantirci il mantenimento di una sanità pubblica.
Marco Raffaelli