Al mattino, partendo da Piazza Jurgens (stazione ferroviaria) alle 9:30, verrà deposta la prima corona di fiori nel luogo dove avvenne lo scontro a fuoco tra milizie fasciste e il drappello di militari capeggiati dal capitano Guido Jurgens; alle 10:00, percorso il viale della stazione e piazza Garibaldi, si ricorderà nella piazzetta della Cittadella la prima vittima locale della barbarie fascista, Luigi Gastardelli; da qui, coi mezzi si raggiungerà via Pecorina (ex macelli), per commemorare alle 10:15 Silvio Spadaccini, un'altra delle vittime innocenti di quei giorni; alle 10:30, presso il cimitero cittadino, la visita presso la lapide del caporale Paolo Diana, caduto in piazza della stazione a seguito del fuoco fascista.
Nel pomeriggio, alle 18:00, in Sala Consiliare, nel Comune di Sarzana, anche il Sindaco Cristina Ponzanelli sarà presente per la deposizione dei fiori sotto la targa che ricorda l'avvocato Pietro Arnaldo Terzi, Sindaco di Sarzana all'epoca dei fatti e, per il ruolo che assunse, perseguitato dal fascismo fino alla deportazione e alla morte nel castello di Hartheim, sottocampo di Mauthausen. Seguirà una riflessione sugli avvenimenti grazie ai contributi di Lorenzo Vincenzi e Alessandro Palumbo, che tratteranno dei fatti accaduti e della figura di Terzi.
CENNI STORICI
Il 21 luglio del 1921 una spedizione armata di circa 500 camicie nere capeggiata dal fiorentino Arrigo Dumini, esecutore materiale nel 1924 dell’assassinio di Matteotti, giungeva a Sarzana dalla vicina Carrara per portare a termine un’azione punitiva. Il pretesto della missione consisteva nell’ottenere la scarcerazione di 12 fascisti arrestati per aver compiuto pochi giorni prima omicidi e devastazioni contro la popolazione della Lunigiana. L’obiettivo politico dell’operazione era la rimozione delle istituzioni democratiche di Sarzana, ultimo comune della zona ad amministrazione socialista che compattamente resisteva alle provocazioni fasciste. Arditi del popolo, socialisti, comunisti, repubblicani e anarchici erano pronti alla difesa in armi, ma la posizione accorta del sindaco Terzi e la condotta della forza pubblica confinavano lo scontro tra quest’ultima e gli assalitori nella piazza antistante la stazione ferroviaria, evitando più gravi conseguenze. Ai primi colpi da parte fascista che colpivano, esplosi quando ancora era in atto un negoziato verbale tra le parti, rispondevano i militari cagionando 5 morti e mettendo in fuga gli aggressori, che subivano altre perdite ad opera dei contadini incontrati durante la ritirata. L’atteggiamento delle forze dell’ordine a protezione delle autorità cittadine, comportamento anomalo in quella fase di crisi dello stato liberale, unitamente alla determinazione sarzanese a respingere l’aggressione, spiazzò e disperse il drappello fascista, mentre l’accaduto suggerì a Mussolini di accelerare i tempi per la firma del patto di pacificazione con PSI e Confederazione Generale del Lavoro siglato a Roma il 3 agosto seguente. I partigiani che condussero sulle montagne sopra Sarzana la lotta di Liberazione si definirono da subito “figli e nipoti del 21 luglio”, e Sandro Pertini ebbe a dire, in relazione a quei fatti: “se tutte le città avessero fatto come Sarzana, il fascismo non sarebbe passato”. Nel 2007 il Comune di Sarzana ha istituzionalizzato il 21 Luglio come data simbolo della Città, provvedendo in seguito ad istituire l'onorificenza civica "XXI Luglio 1921", che viene assegnata ogni anno a chi si è distinto per la propria attività di difesa e valorizzazione della democrazia e delle istituzioni.
(foto: Wikipedia)