Il pronunciamento del TAR del Lazio circa la mancanza dei requisiti della dottoressa Banchero a ricoprire il ruolo di direttore sanitario in ASL5 avvalora, ancora una volta, la posizione sostenuta nell’ultimo anno dal gruppo Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria. Vista la situazione, quest’oggi il capogruppo Gianni Pastorino e il consigliere regionale Francesco Battistini, insieme all’On. Luca Pastorino (Liberi e Uguali), hanno scritto ai Prefetti di La Spezia e Genova, chiedendo un loro intervento che possa contribuire a chiudere definitivamente la vicenda. «Ci stiamo occupando del “Caso Banchero” fin dagli albori e non abbiamo mai perso di vista l’obiettivo principale: la tutela del servizio sanitario pubblico e l’autorevolezza delle decisioni prese dalla direzione strategica di ASL5 Spezzino, oggi messa in forte dubbio dalle ombre che continuano ad allungarsi sul sistema delle nomine. Evidentemente, qualcosa non ha funzionato a dovere – dichiarano Pastorino e Battistini -. Poteva bastare la sentenza del Tribunale di Milano sezione lavoro, che noi abbiamo sempre richiamato sia negli atti consiliari sia nei numerosi appelli rivolti all’assessore Viale. Tutte istanze rigettate a priori, appigliandosi a risposte farraginose ed evasive. E ci è stato sempre negato l’accesso alla documentazione che attesti l’effettiva esperienza dirigenziale maturata. Di fronte a questa cortina fumogena non abbiamo avuto altra scelta se non depositare un esposto alla Procura di La Spezia. Cosa avvenuta lo scorso febbraio».
«Consideriamo la sentenza del TAR del Lazio una nuova tegola che si abbatte su ASL5. La normativa nazionale parla chiaro ed è totalmente recepita da quella regionale. Non c’è molto spazio per le interpretazioni: se la dottoressa Banchero è stata giudicata non idonea in Lombardia, e ora anche a livello nazionale, come può esserlo per la regione Liguria? Su questo quesito abbiamo interpellato direttamente i rappresentanti del Governo sul territorio: i Prefetti della Spezia e Genova – spiegano Pastorino e Battistini - Ora ci attendiamo un loro pronunciamento autorevole, che prevediamo non dissimile da quello delle aule giudiziarie. Forse così potremo mettere la parola fine a questa vicenda? Certo: nel caso in cui i nostri dubbi fossero confermati, non possiamo escludere conseguenze politiche per chi in tutto questo tempo non ha voluto fare chiarezza, trincerandosi in reticenze e schermaglie pretestuose».