Gli operatori della subacquea trovano per la prima volta collocazione nel CCNL (Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro) dei metalmeccanici. Riemerge da un'iniziativa tutta spezzina un mondo legato alle aziende artigiane che fino a oggi risultava sommerso. L'ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL Area Meccanica, infatti, nasce proprio dal Golfo dei Poeti ed è frutto della sinergia tra CNA, sindacati e aziende che operano nel settore. Una prima pietra per tutelare e riconoscere un mestiere nato negli anni 70 proprio in Liguria che, ad oggi, conta circa 10.000 persone impiegate sul territorio nazionale.
In prima linea nella definizione dell'accordo CNA, che da sempre rappresenta e tutela gli interessi delle imprese artigiane e della Piccola e Media Impresa. «Successo spezzino perchè tutto è partito da qui - sottolinea con orgoglio la coordinatrice territoriale di CNA La Spezia Giuliana Vatteroni. - L’invito è stato raccolto, portato ai tavoli nazionali e i sindacati hanno condiviso questa cosa, sia a livello locale che nazionale. Ci piace sottolineare che ciò nasce alla Spezia e va a favore del distretto della subacquea nonostante quest'ultimo, secondo noi, non tenga sufficientemente conto del mondo delle imprese del settore che chiedono coinvolgimento».
«Questa base contrattuale da modo a noi sindacati di avere più forza nel definire contenuti e regole di questo protocollo di sviluppo della subacquea - a spiegarlo è Artiaco Marzio, segretario della FIOM CGIL della Spezia - Un punto di partenza per migliorare ulteriormente le condizioni lavorative, a partire dalle condizioni usuranti di tale mansione».
Antonio Marini di UILM UIL La Spezia, che ha rappresentato anche FIM CISL, punta sull'unione d'intenti tra le parti che ha condotto al risultato. «La parola sinergia è il filo conduttore che ha permesso di sedersi a un tavolo e difendere uniti gli stessi interessi. Queste persone avevano bisogno di tutele e noi abbiamo tirato fuori la specificità del lavoratore. Era impossibile raggrupparli assieme ad altri e ciò, spesso, portava a contenziosi inutili. Adesso finalmente all’interno del contratto è stato definito il mondo della subacquea, compresa l’assistenza in superficie».
«Ci sono voluti più di tre anni per arrivare a un risultato per niente scontato - aggiunge visibilmente soddisfatto Fabrizio Forma, titolare dell'azienda Art. Sub. - Il tema fondamentale è quello della dignità del lavoro: noi abbiamo sempre avuto la percezione di essere essenziali, però al tempo stesso c’è sempre stata difficoltà. Questo contratto ci da visibilità, l’obiettivo è uniformare il lavoro subacqueo in tutta Italia e arrivare a una normativa che ci garantisca il rispetto delle regole quando ci si va ad immergere».
Uno dei prossimi passi da compiere è il riconoscimento, ai fini pensionistici, del "mestiere usurante". «Il palombaro è a tutti gli effetti un lavoro usurante - sottolinea Forma - ma aldilà di questo alla base c'è un concetto di pari dignità. Perchè a un palombaro della Marina Militare o dei Vigili del Fuoco il lavoro usurante è riconosciuto, mentre a un operatore di un azienda no. Ciò, nonostante, da noi venga svolta anche qualche in mansione in più».