Un altro incidente sul lavoro! Dopo i gravi incidenti avvenuti dei giorni scorsi alla Fincantieri di Monfalcone, alle cave di Carrara e alle Acciaierie venete di Padova, un’altra morte bianca nel pomeriggio del 14 maggio ai cantieri navali del Gruppo Antonini a Navalmare. Quando capita nella nostra provincia l’impressione è ancora più forte.
I dati statistici nel nostro Paese sono terribili nella loro freddezza: muoiono più di mille persone all' anno sul lavoro. Tredicimila persone hanno perso la vita lavorando negli ultimi 10 anni, molte non fanno nemmeno più notizia.
Qualcuno ha scritto che se queste persone potessero ancora parlare “racconterebbero storie che assieme al dolore provocherebbero una rabbia sorda e impotente”. Questi sono i risultati drammatici del fatto che in Italia manca ancora un piano nazionale per la sicurezza sul lavoro, un Paese, il nostro, in cui si riscontrano ancora limiti inqualificabili, ritardi insopportabili e gravi inadempienze legislative. Non solo; l’aumento della precarietà, la paura di perdere il posto di lavoro, i ritmi sempre più veloci e flessibili sono elementi che hanno reso il lavoro sempre meno sicuro e consegnato i lavoratori al ricatto.
L' articolo uno della Costituzione è completamente inattuato: tassi di disoccupazione a due cifre e soprattutto una disoccupazione giovanile da far paura che non permette minimamente di potersi programmare un futuro dignitoso: comprare una casa, mettere su famiglia, etc. Molti dei fortunati che invece possono contare su un lavoro sono sfruttati anche a causa della frammentazione delle tipologie dei contratti che portano spesso a trascurare la loro sicurezza.
È necessaria la formazione e l’informazione, è necessaria una riforma delle legislazione vigente e un salto qualitativo sulla comprensione del fenomeno che ci pone di fronte ad una vera e propria guerra. È arrivato il momento di mettere da parte gli indugi e costruire rapidamente un'iniziativa di mobilitazione e di lotta a carattere locale e nazionale per fermare questa china sanguinosa e imporre condizioni più sicure e più dignitose per le lavoratrici ed i lavoratori che hanno diritto ad uscire di casa ogni mattina sapendo di non andare a rischiare la propria vita in cambio del salario!
Visto l’articolo uno della Costituzione che recita che l'Italia è una Repubblica Democratica fondata su Lavoro, i caduti sul lavoro meritano il funerale di Stato.
Matteo Bellegoni
Cristiano Ruggia
Pierluigi Sommovigo
Federazione provinciale
PCI La Spezia