Ho partecipato con interesse alla riunione sulla fusione dei Comuni, tenutasi a Riomaggiore il 20 aprile scorso, organizzata dall'Associazione Cinque Terre un Comune. Prima di tutto vorrei ringraziare l’Associazione per il lavoro che sta portando avanti. Un lavoro molto utile anche per noi Amministratori, perché la materia è decisamente complessa e, quindi, per poter prendere una decisione consapevole in merito alla fusione è indispensabile conoscere nel dettaglio tutta la normativa e le diverse possibilità a disposizione.
Questo è un momento molto delicato per le Cinque Terre, in bilico tra lo sviluppo turistico e il calo demografico, in eterna lotta contro il dissesto idrogeologico del territorio fragilissimo e con la costante contrapposizione tra l’essere tra le mete più conosciute al mondo e il dover combattere ogni anno per tenere aperte le scuole e mantenere viva la nostra comunità.
Tutto questo è gestito da Enti non adeguatamente strutturati, sottoposti ai vincoli stringenti dei piccoli Comuni, in termini di spesa e di assunzioni.
Essere uniti politicamente in linea teorica potrebbe rafforzare l’azione di governo verso l’esterno.
Ma davvero la fusione può essere proposta come la risposta a tutti i nostri mali?
Personalmente credo che il percorso di approfondimento e condivisione di questo tema debba essere ancora lungo. La fusione è una scelta irrevocabile e, come tale, deve essere compiuta mettendo sul tavolo tutte le eventuali criticità ed opportunità.
Deve essere compiuta con un percorso partecipativo vero, gestito in modo professionale.
Non è sufficiente aver organizzato una riunione in ogni paese per ritenere di aver smarcato il tema partecipazione. A Riomaggiore la presenza è stata scarsissima e questo è un fatto da tenere in seria considerazione.
Il rischio di una gestione improvvisata è quello di far fallire un progetto che potrebbe davvero rappresentare un’opportunità oppure di arrivare alla fusione senza essere davvero preparati.
I cittadini chiamati a scegliere dovranno farlo sulla base di dati certi e non dobbiamo trasformare questo dibattito in una contrapposizione sterile o ideologica tra chi avrà inevitabilmente visioni diverse.
Le ragioni del Si e del No dovranno essere valutate molto attentamente senza strumentalizzazioni. In gioco abbiamo il futuro delle Cinque Terre e delle nostre comunità.
Non condivido quindi il pensiero di coloro che vogliono la fusione per attaccare l’una o l’altra Amministrazione perché ‘adesso va tutto male’, o per ‘incidere in modo diverso sul Parco’ ... se queste sono le motivazioni per favore fermiamoci subito.
È necessario procedere in via preliminare alla redazione di uno studio di fattibilità a cura delle Amministrazioni comunali, le quali dovranno condividerne le modalità di assegnazione e predisposizione, in mancanza del quale non potranno essere valutate compiutamente le reali conseguenze di un progetto di tale rilevanza politica e amministrativa.
Ritengo che non aver costituito l’Unione dei Comuni delle Cinque Terre, come richiesto a gran voce dal territorio, proposto e votato dal Consiglio comunale di Riomaggiore, sia stato un errore strategico.
Mi ero già espressa in tal senso durante il primo incontro tenutosi a fine 2016.
L’Unione avrebbe rappresentato un primo passo indispensabile per permettere ai Comuni di attivare il processo di unificazione delle strutture degli Enti, ma non solo. Avrebbe messo alla prova anche la volontà politica dei diversi Consigli comunali, i quali uniti nel Consiglio dell’Unione, avrebbero potuto portare avanti delle proposte unitaria per il bene di tutto il territorio.
Il Consiglio comunale di Monterosso ha respinto la proposta dell’Unione all’unanimità, mentre Vernazza non l'ha neanche portata in Consiglio. Anche questo è un fatto da tenere in considerazione se vogliamo intraprendere un percorso così complesso.
Procedere direttamente alla fusione, senza un passaggio intermedio, è molto più rischioso e non credo che al momento ci siano gli elementi per valutare le reali conseguenze di un progetto di tale rilevanza.
Noi faremo la nostra parte, come sempre, ma non esporremo il Comune di Riomaggiore ad alcun rischio.
Auspico che non ci siano forzature in tal senso e che si possa arrivare al referendum solo quando saremo pronti ad affrontare davvero questo passaggio delicatissimo.
I Consigli comunali interessati devono essere coinvolti fin da subito e devono condividere modalità e tempi del percorso da seguire. Chiederò quindi all'Associazione di presentare la relazione al Consiglio comunale di Riomaggiore e in quella sede delibereremo una linea di indirizzo precisa su questo tema che non potrà prescindere dal coinvolgimento degli altri Consigli comunali.
Fabrizia Pecunia
Sindaco di Riomaggiore