“Dava in escandescenze, insultava e minacciava di morte gli operatori della Croce Rossa perché 'erano degli infedeli’ come gli altri italiani e alcuni migranti ospiti del centro di accoglienza come lui perché 'erano dei miscredenti che non seguivano i dettami del Corano’.
Il richiedente asilo africano, sbarcato nel giugno 2016 in Sicilia con un barcone e prelevato a Varese Ligure giovedì scorso da agenti della Digos, è stato finalmente trasferito al Centro di Identificazione ed Espulsione di Torino per essere rimpatriato.
Tuttavia, risulterebbe che il 21enne richiedente asilo, originario del Mali, avesse mostrato il suo odio verso i cittadini del Paese europeo che lo aveva accolto fin dai primi giorni del suo arrivo in Italia.
Pertanto, non si capisce perché l’islamico, ritenuto potenzialmente pericoloso, non sia stato allontanato prima dal centro di accoglienza di Varese Ligure o, ancor meglio, rispedito immediatamente a casa sua. Immaginate cosa sarebbe successo se anche solo uno di questi individui avesse messo in pratica le sue intenzioni in un Comune dell’entroterra ligure come tanti, dove spesso sono lasciati liberi di frequentare anche i parchi giochi dei bambini.
Oltre al pericolo dei fondamentalisti islamici che ci odiano, ma sbarcano in Italia senza controlli, dalle cronache riportate quotidianamente dai media emerge anche l’emergenza della criminalità diffusa. Al punto che oggi il 55% dei detenuti nelle carceri della Liguria risulta straniero. Alcuni di loro hanno ottenuto il permesso di soggiorno, altri no. Ma spesso non vengono rimpatriati.
Non finiremo mai di ringraziare le donne e gli uomini delle Forze dell’ordine per il loro impegno a difesa dei cittadini, che tramite i loro sindacati hanno più volte dichiarato di ‘essere stanchi di fare da badanti’ alle varie onlus e coop che si occupano del business migranti.
Tuttavia, vista e considerata l’ormai intollerabile situazione di pericolo fondamentalismo islamico, emergenza criminalità e del caos provocato sul nostro territorio anche dal cosiddetto ‘tappo di Ventimiglia’ dove da temo convergono migliaia di migranti che cercano di oltrepassare illegalmente il confine, occorre che il Governo organizzi meglio i controlli con tolleranza zero, provveda a velocizzare i rimpatri riducendo i tempi lunghissimi del relativo iter burocratico e conceda i fondi necessari per la realizzazione di un sito CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) anche in Liguria da individuare di concerto con la Regione.
Come aveva giustamente sottolineato oltre un anno fa il presidente Giovanni Toti, la Carta di Genova, sottoscritta pure da Roberto Maroni e Luca Zaia, era dedicata all’immigrazione, ma in tutto questo tempo le valide proposte del centrodestra non sono state considerate. Governo e Ministero dell’Interno hanno presentato solo provvedimenti bandiera e non un progetto organico sulla sicurezza, che è un diritto di tutti”.
Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Nord Liguria