"Analizzando il voto politico del 2018, possiamo constatare che siamo alla fine di un'epoca, per quando riguarda il PD, sia in Italia che a Sarzana. Se è vero che le elezioni amministrative hanno peculiarità diverse rispetto alle politiche, comparando i numeri del 2013 (Politiche di febbraio e Comunali di maggio) con i dati per la Camera del 4 marzo scorso, intravediamo una prospettiva inedita per Sarzana: il ballottaggio per la carica di Sindaco tra centrodestra e PD".
"Anche attribuendo al centrosinistra il recupero ottenuto 5 anni fa tra Politiche e Amministrative, infatti, oggi tale coalizione, partendo dal 27% di un mese fa, arriverebbe molto lontano dal 50%, mentre il centrodestra, avendo ceduto nello stesso intervallo del 2013 poco più dell'1%, si garantirebbe l'accesso al secondo turno. Questo perché il M5S, pur potendo contare in città sul solido 30% appena ottenuto alle Politiche, stesso risultato del 2013, perse in quell'anno 16 punti tra consultazioni nazionali e locali; oltretutto, quest'anno dovrebbe condividere circa un terzo dell'elettorato con altre due liste".
"Accostando questo quadro alla storia recente dei ballottaggi affrontati dal PD in contesti dove amministrava da decenni, con ampio margine di probabilità Sarzana da quest'anno, rebus sic stantibus, sarà amministrata dal centrodestra. Da Livorno a Venezia, da Genova a Sesto fiorentino, da Carrara a La Spezia, in presenza delle più variegate offerte politiche (M5S, centrodestra, civiche di sinistra, civiche di destra), vige una regola: "se vai al ballottaggio col PD, vinci". Per carità, contro la statistica, Sarzana potrebbe diventare un caso nazionale; ma già lo fu quando cacciò i fascisti il 21 luglio del 1921, e sarebbe bello continuasse a essere ricordata per questo".
"Dinanzi a ciò, quali le possibili soluzioni per chi vuole scongiurare un simile risultato? Sebbene di difficile realizzazione, se ne scorgono almeno un paio. La prima, da considerarsi solo come ipotesi di scuola, sarebbe anche quella capace di conseguire l'obbiettivo immediato: il PD non si presenta alle elezioni e, trattandosi di Sarzana, qualunque altra formazione accedesse al ballottaggio con il centrodestra, vincerebbe. Destra all'opposizione, missione compiuta. Nonostante "il partito" dichiari di non voler consegnare Sarzana alla destra, è lecito attendersi che, per evitarlo, non sia disposto a saltare un giro (all'opposizione sì, ma solo dopo aver fatto vincere le elezioni alla destra; del resto, stante l'incapacità di presagire nuovi scenari per l'elettorato, il semplice adeguarsi alle sue scelte, seppur in ritardo, è già da considerarsi un passo avanti per l'attuale classe "dirigente")".
"Con scarsa fiducia nel responsabile ritiro da parte dell'Amministrazione uscente, possiamo passare senz'altro alla seconda possibile soluzione: le tre liste attualmente in lizza, alternative sia al centrodestra che al PD, fanno un passo indietro a testa, convergendo su una candidatura a Sindaco unitaria capace di accedere al ballottaggio; risultato, sempre in base ai dati comparati su esposti, al momento irraggiungibile per ciascuna delle tre liste prese singolarmente. In virtù della regola "se vai al ballottaggio col PD, vinci" e grazie alla composizione prevalentemente progressista dell'elettorato sarzanese, qualunque fosse l'avversario (PD o centrodestra), il ballottaggio costituirebbe l'anticamera della vittoria per questa compagine di "salvezza cittadina".
"Analizziamo ora i sacrifici per l'interesse generale che le tre liste dovrebbero affrontare. Il M5S, che nella recente campagna per le Politiche ha dimostrato grande spirito di adattamento e capacità di archiviare alcuni dogmi fondativi, potrebbe inaugurare, con le Amministrative del 10 giugno, una nuova politica che consenta di allearsi con liste civiche, con le quali individuare delle linee programmatiche e scegliere una personalità esterna, da candidare come Sindaco, che possa fungere da garante della coalizione. Come contropartita, il M5S si qualificherebbe come centro aggregatore di tutte quelle realtà locali avverse allo status quo, ruolo che gli consentirebbe di ambire al ricambio di parecchie amministrazioni locali, compresa Sarzana".
"Se è vero che "uno vale uno", si può certo rinunciare a una candidatura a Sindaco, per puntare a un obbiettivo più alto. Per quanto riguarda le due liste civiche "Sarzana per Sarzana" e "Sarzana in movimento", organizzatrici di numerosi dibattiti e incontri nel corso dell'ultimo anno, dovrebbero sacrificare i loro attuali aspiranti a Sindaco per ricercare una candidatura comune; tra loro, e col M5S. A fronte di questa rinuncia (minima, considerato che le persone in predicato per l'investitura a Sindaco diverrebbero probabilmente consiglieri comunali di minoranza; e sappiamo bene come tale carica influenzi le politiche cittadine), si aprirebbe una doppia opportunità, grazie alla vittoria nel ballottaggio che garantisce la maggioranza in Consiglio Comunale alla coalizione che esprime il Sindaco: per l'uno, si tratterebbe di risalire sullo scranno di Presidente da cui è stato destituito ad opera del suo ex partito meno di un anno fa; per l'altro, non sarebbe immeritato assumere il ruolo di Assessore alle Politiche Sociali e Sanità, ambiti che ha dimostrato di conoscere in maniera approfondita durante la consigliatura che lo ha visto tra i più vigili e puntuali consiglieri di opposizione".
"Ma chi potrebbe ricoprire la carica di Sindaco, in una siffatta alleanza, tutta da verificare? Certamente una persona onesta intellettualmente, progressista, capace di fare sintesi tra diverse posizioni, in prima linea nella campagna referendaria per la difesa della Costituzione repubblicana e dei suoi valori (scaturiti da lotta ed elaborazione antifasciste), da assumere come indirizzo politico di riferimento (a tal proposito, giova ricordare che il 4 dicembre 2016, quando ha vinto il NO, per la prima volta a Sarzana "il partito" ha perso una consultazione elettorale). Cercare un nome, però, prima di compiere quei sacrifici di cui sopra, significa imboccare una scorciatoia sbagliata e a fondo chiuso. Il compito arduo, ma ancora possibile, è tracciare un percorso virtuoso che, a 2 mesi dal voto, unisca le esperienze, cresciute autonomamente, in un progetto comune".
"L'impossibilità di tali ipotesi non è scritta nelle tavole della legge; la loro attuabilità (o inattuabilità) dipende esclusivamente dalla volontà degli attori coinvolti. Se c'è vera volontà di non lasciare Sarzana alla destra, bisogna sul serio imboccare una prospettiva guidata dal rispetto per la cosa pubblica che parta, per necessità, dall'accantonamento del tornaconto personale. Se gli attori in scena non compiranno questo sforzo, è proprio di ciò che dovremmo scandalizzarci, e non della naturale conseguenza, ossia la vittoria delle forze che meglio rappresentano l'individualismo".
Tiziano Ferri
cooperante internazionale
consigliere comunale di Sarzana 2005/2010