Il Commissario straordinario di A.Li.Sa. Walter Locatelli assieme alla direzione strategica di ASL5, formata dal direttore generale Andrea Conti e da quello sanitario Maria Antonietta Banchero, ha trovato il colpevole da mettere alla gogna: la storica Direttrice del Presidio Ospedaliero del Levante, la dottoressa Carlucci.
Effettivamente è da poco tempo che Decia Carlucci dirige, oltre al Sant’Andrea, l’ospedale di Sarzana.
A spanne ben più di un decennio, e allora è stato escogitato di stroncare subito, sul nascere, l’origine dei problemi.
Sicuramente saranno dovuti alla sua inesperienza professionale o al suo agire superficiale.
Purtroppo questa però è una amara ironia per una vicenda che, innanzitutto, dovrebbe essere chiarita, affrontata e risolta ma non con gli spot bensì in maniera seria e decisa. La punizione del capro espiatorio non serve a nulla se non a lavarsi la coscienza e a pulirsi, alla meglio, la reputazione.
Nei giorni scorsi i casi dei presunti maltrattamenti all’Ospedale di Sarzana sono stati sollevati con forza da famigliari di pazienti e da organizzazioni di tutela del malato.
Una vicenda, tutta da approfondire, ma che fu subito liquidata, con pessima superficialità, dalla stessa sanità spezzina, alla stregua di mera diceria agitata per screditare la serietà di ASL5.
Sulla questione si pronunciarono, a nostro avviso in maniera scomposta e del tutto inopportuna, i primari con una lettera pubblica a difesa del loro operato.
Mentre la Direttrice Sanitaria, massimo organo di responsabilità e governo clinico, rimase, colpevolmente, muta e assente.
Oggi abbiamo di fronte la conferma che quelle denunce non erano soltanto dicerie.
Qualcosa di grave nel reparto di geriatria di Sarzana è avvenuto e andrà chiarito e risolto ma per davvero, senza pensare di far fuori chi si ritiene essere una figura scomoda per l’assetto politico interno.
Abbiamo anche un’altra conferma di quanto andiamo dicendo da tempo e che non vede uno straccio di soluzione nel nuovo Piano Sanitario Regionale, se non altri tagli in arrivo spacciati per razionalizzazione dei costi, e cioè: che il personale infermieristico è ridotto all’osso e che gli O.S.S. non sono adeguatamente impiegati e ripartiti, per numero e mansioni assegnate, nei reparti.
Concludendo i nostri anziani, i malati e le loro famiglie hanno bisogno di una sanità pubblica che funzioni davvero e non di questo inutile e dannoso teatrino.
Uno spettacolo di pessimo gusto che si trascina da mesi tra: liste di proscrizione, risposte mai date, requisiti per ricoprire i ruoli dirigenziali non verificati, liste d’attesa interminabili, scelte discutibili anche dal punto di vista economico e una dirigenza del tutto inconsistente e incapace.
Se il vento è cambiato sicuramente non è cambiato in meglio.
Francesco Battistini
Consigliere Regionale Gruppo Rete a Sinistra/liberaMENTE Liguria