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Turismo a Lerici, Nardone: "Vogliamo diventare punto di arrivo e non di passaggio" In evidenza

di Doris Fresco- Intervista all'assessore al turismo Luisa Nardone: "Entroterra, cultura e mare, Lerici ha tutto per attirare sempre più turisti consapevoli". 

Dopo la diffusione, oggi, degli ultimi dati relativi al turismo in Liguria da parte di Unioncamere, abbiamo parlato con l'assessore del Comune di Lerici Luisa Nardone. Con la diffusione dei dati di settembre, si chiude ufficialmente la stagione turistica 2017: una stagione ricca di iniziative e di polemiche. Da un lato l'amministrazione soddisfatta, dall'altro chi si oppone definendo la programmazione estiva inadeguata e l'idea progettuale assente. Di tutto questo abbiamo parlato con Nardone. 

Iniziamo dai numeri cercando di fare chiarezza: come è andata la stagione 2017?
Come già detto, la stagione turistica a Lerici è andata bene, in linea con la stagione 2016. Sappiamo che si è verificato un problema con i dati ufficiali diffusi da Unioncamere, ma la questione è stata chiarita: i dati degli arrivi dello scorso anno risultano sballati, quindi il raffronto con la stagione 2017 non è veritiero. Che ci fosse un problema noi lo abbiamo capito fin da subito: considerando la reazione positiva degli operatori e vivendo a Lerici, avevamo capito che non potevano esserci differenze così eclatanti- in negativo- rispetto allo scorso anno. Inoltre sappiamo che, in generale, c’è anche un vuoto nella normativa: in tutto questo conteggio vengono escluse le presenze negli appartamenti arredati ad uso turistico, che sappiamo essere un fenomeno in continua crescita. Nel 2017, ad esempio, sono state aperte ben 90 nuove strutture, cioè in 90 hanno scelto di utilizzare il proprio appartamento in questo modo, legale e trasparente, che però sfugge ai conteggi delle presenze o degli arrivi. Questo aspetto è fondamentale anche perché, dai dati statistici, emerge che gli stranieri sono in calo, ma secondo me questo dipende proprio dal fatto che il tipo di turismo scelto dagli stranieri, che amano immergersi nel territorio e nella cultura del luogo, li porta a preferire l’alloggio in abitazioni, piuttosto che in strutture alberghiere e questo l’ho visto molto chiaramente a Lerici ed è un aspetto che falsifica in qualche modo l’intera statistica. Fino a quando nel sistema non verrà previsto un modo per conteggiare anche questi turisti, avremo sempre dei dati parziali. Questo modo di utilizzo delle seconde case io lo reputo comunque un fenomeno positivo, anche perché se il turismo andasse male e se non ci fosse una richiesta, tutte queste nuove strutture non aprirebbero. Grandi strutture alberghiere non apriranno nei prossimi anni e il futuro è proprio in questo fenomeno, che permette anche di spostare il turismo in altre zone, come La Serra e tutti gli altri borghi. Gli alberghi, storici, sono a Lerici, San Terenzo e lungo la costa fino a Tellaro, la nostra struttura di accoglienza, in questo senso, è ormai stabile, se ci dovessimo basare su questo dato e basta, non avremo mai un incremento decisivo, proprio perché il numero delle camere è ormai stabile, se si inserissero anche tutte queste strutture non alberghiere ci sarebbe una differenza.

Che turismo vuole Lerici?
Lerici ha bisogno di turisti consapevoli, che scelgono noi perché siamo noi, non come porta per le Cinque Terre. Questo fenome esiste e sarebbe da stupidi non considerarlo, ma abbiamo bisogno di crescere e di diventare molto di più. In questo senso trova spazio il brand Lerici Coast, perché noi abbiamo tutto: la cultura, i castelli, la costa, ma abbiamo anche l’entroterra, i sentieri. Noi abbiamo tutto, qui ognuno può trovare lo spazio per le proprie passioni, dobbiamo diventare luogo di arrivo, trovando l’equilibrio con la nostra posizione strategica, ad un passo da Pisa o dalle Cinque Terre. I Tour Operator ci stanno confermando che la Liguria in generale sta lavorando bene.

Parlando proprio della Regione: come è andato l’esperimento Red Carpet?
Molto bene. L’obiettivo era far parlare della Liguria e dei suoi borghi e questo obiettivo è stato pienamente raggiunto. Si voleva sfatare il mito dei liguri poco accoglienti, trasmettendo ai turisti il messaggio di un tappeto rosso steso per loro. Da parte nostra, come amministrazione, volevamo che il tappeto rosso valorizzasse una parte di Lerici poco conosciuta, ma di fondamentale importanza. Il borgo medioevale è stato riscoperto anche da molti lericini, ed ogni iniziativa che ha questo scopo è ben gradita.

Anche il presepe vivente, lo scorso anno, ha avuto questo obiettivo, spostandosi lungo il vecchio borgo, fino al castello. Ci sarà anche quest’anno?
Sì certo ci sarà e si svilupperà anche quest’anno nel borgo. È molto importante per noi, perché sia il presepe vivente, sia il Red Carpet hanno contribuito a far conoscere i meravigliosi scorci che spesso vengono dati per scontati anche dai residenti. Passare da via del Ghetto o da via del Poggio per salire al castello non è certo la strada più breve, quindi spesso anche i turisti si perdono una bellissima esperienza.

Problema della destagionalizzazione del turismo: Come intendete affrontarlo?
Noi puntiamo sull’entroterra. Oggi Lerici è vista come un bellissimo castello sul mare, tutti conoscono Lerici, ma conoscono poco il territorio e le frazioni, che sono una più bella dell’altra. Certo, Tellaro è una perla e una meraviglia, ma abbiamo anche tanto altro, come La Serra o Solaro, che sono le poi le porte per tutta la rete sentieristica che dobbiamo sfruttare il più possibile, perché hanno delle potenzialità enormi e che può ospitare il turismo sportivo, che ci da tante soddisfazioni, ad esempio grazie all’associazione Lerici Bike, che sta facendo un lavoro molto ben fatto, sia sulla pulizia dei sentieri che sulla promozione. Far conoscere Lerici e il suo entroterra all’esterno è indispensabile, perché molti turisti poi potrebbero trasformarsi in residenti. In molti hanno già fatto questa scelta di vita, venendo qui da turisti si sono innamorati di questo territorio e hanno voluto trasferirsi. Tra i progetti in questo senso ricordo il Sentiero dei Poeti, progetto che è in Regione e che sta procedendo bene: sono stati chiesti i fondi e la Regione ha approvato, non appena ci diranno i fondi che abbiamo a disposizione potremo procedere. È un progetto semplice, perché non dobbiamo inventarci nulla: i sentieri ci sono già e la nostra storia è ricca, dobbiamo solo capire come distribuire i fondi che la Regione vorrà metterci a disposizione, ma credo che sarà molto apprezzato, non solo dai turisti.

Questa amministrazione è stata criticata sulla programmazione degli eventi. Avete fatto una scelta di pochi eventi, ma grandi, come vi viene contestato?
Il calendario estivo è stato molto ricco, con personalità importanti come Giannini, Friedman, Aureli, Allevi, solo per citarne alcuni. A chi critica che si è fatto poco non saprei come rispondere, perché, calendario alla mano, vediamo che ogni settimana c’era qualcosa. Abbiamo anche cercato di spostare alcuni eventi negli altri borghi, come alla Serra. In generale, abbiamo cercato di trovare un compromesso tra qualità e quantità e credo che la scelta sia stata giusta, gli eventi poi, a parte uno o due casi, erano gratuiti e anche questo è un dato da non sottovalutare. Le scelte che abbiamo fatto avevano come scopo anche quello di attirare a Lerici persone dalle zone limitrofe a noi, che per anni hanno evitato il nostro comune. Tralascio poi tutto il discorso del festival Suoni del Golfo che per Lerici ha rappresentato un’opportunità enorme di crescita, non solo dal punto di vista della promozione nel mondo.

A proposito di Suoni del Golfo, il festival verrà riproposto per una seconda edizione?
Certo e già nel 2018. Quella di quest’anno è stata un’edizione molto fortunata e ben riuscita, ma alcune cose le puoi sempre migliorare. Ad esempio, quest’anno non è stato possibile far pernottare gli artisti in loco e abbiamo dovuto dirottarli su Sarzana. Per l’edizione 2018 stiamo pensando ad un paio di soluzioni. Personalmente mi piacerebbe far vivere davvero gli artisti a Lerici, magari coinvolgendo i nostri concittadini, che potrebbero offrirsi di ospitare i musicisti, magari in cambio di un posto in prima fila... insomma, abbiamo già tante idee su come migliorare questo evento, che, grazie a Gianluca Marcianò, ha permesso a Lerici una bellissima occasione. Lerici ha davvero la potenzialità di lanciare Lerici nel mondo e per questo mi auguro che, anche senza questa amministrazione, l’esperienza si ripeta nel tempo.

Lerici. Porto Venere e La Spezia: sappiamo che i tre sindaci si stanno confrontando per un'idea di "Golfo" a tre, ma esiste una strategia comune di turismo?
Certo. Per crescere ogni comune deve pensare alle proprie particolarità e valorizzarsi, ma poi bisogna guardarsi intorno e trovare delle strategie con chi ci circonda. I sindaci hanno parlato di questo, di viabilità via mare e di tanto altro: siamo tre comuni diversi, ma abbiamo degli obiettivi comuni e abbiamo bisogno di dialogare. Ad esempio, una programmazione degli eventi integrata tra i tre comune potrebbe fare bene a tutti.

Lerici e crociere: a che punto siamo?
Oggi Lerici ha un suo mercato a terra, dentro al terminal. Fino a questa primavera eravamo l’unico comune della provincia con un box a terra, dove vengono fornite tutte le informazioni sul nostro territorio, con Lorenzini che propone Lerici come destinazione ottenendo buoni risultati. Abbiamo lavorato anche per poter proporre Lerici anche a bordo, ma per ragioni di mercato ci è stato risposto che in questo momento non è possibile, per esclusive ragioni di business, quindi non è escluso che questo non possa essere fatto in futuro e per questo il dialogo con i tour operator è costante. A terra Lerici viene venduta quasi come Pisa e per questo siamo molto soddisfatti. Il funzionamento del flusso crocieristico non è immediato: dal numero totale bisogna capire quanti stanno sulla nave e non scendono, quanti scendono e non comprano alcun pacchetto, quanti scelgono Lerici arrivati a terra. Si tratta di un’indagine che in questo momento non sentiamo l’esigenza di fare: a noi ora interessa sapere che gli operatori sono contenti, che chi ha visitato Lerici ha fornito reazioni positive e che la vendita a terra sta andando molto bene. Riuscire ad “entrare” nelle navi resta un nostro obiettivo, su cui stiamo lavorando.

Quindi, qual è il piano strategico di questa amministrazione?
La visione è stata chiara fin da subito. Dal primo momento abbiamo deciso di lavorare per una crescita dell’indotto che può arrivare dal turismo, facendo conoscere Lerici all’esterno, creando un brand e un sito che mettessero a sistema tutto quello che abbiamo sul territorio da offrire, come cultura e natura. Servizi, paesaggio, opportunità, è tutto a sistema adesso e questo è stata una scelta chiara, semplice, ma importante, un forte segnale del progetto che noi abbiamo e che prevede la valorizzazione dell'entroterra e dei borghi. Per farci conoscere abbiamo deciso di puntare anche sulle fiere dedicate agli addetti ai lavori, che frequentiamo con costanza, perchè vogliamo che Lerici venga proposta come meta da più tour operator possibili. 

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