Antonio Ingroia ha assicurato il sostegno alla Convenzione "No More!" contro la violenza maschile sulle donne. Rivoluzione Civile sfida la politica a passare subito dalle parole ai fatti: il prossimo Parlamento deve ratificare al più presto la Convenzione di Istanbul. Noi, come già detto rispondendo alla lettera aperta di Luisa Betti, presenteremo una proposta di legge contro il femminicidio. Serve una rivoluzione a tutela delle donne e saremo i primi rivoluzionari. Vogliamo fermare la mano di uomini indegni di essere definiti tali.
Il femminicidio esiste e sul tema è necessario un dibattito serio che entri a pieno titolo non solo nella campagna elettorale, ma anche nell'agenda politica di un paese. Affinchè si possa contrastare una cultura generale che discrimina le donne e che possa dare soluzioni pratiche da adottare per proteggere le troppe vittime in Italia. Siamo di fronte ad uno scandalo tutto italiano. Non solo la politica ma anche la cultura e la società civile hanno la loro responsabilità. In un'Italia che è in ritardo rispetto agli altri paesi europei, è necessario che le Istituzioni, la società civile, la cultura ed i media lavorino insieme per prevenire il femminicidio.
Per fermare questa emergenza, diventata ormai una non-emergenza, visto che ogni 48 ore una donna viene uccisa per mano di ex mariti o ex compagni, occorre un'assunzione di responsabilità collettiva, attraverso un grande dibattito pubblico su questo fenomeno, partendo dalla prevenzione soprattutto e dalla consapevolezza che è la cultura patriarcale generatrice di violenza ad essere responsabile di tanto dolore.
Firmiamo e facciamo firmare la convenzione No MORE e aderiamo alla manifestazione mondiale del 14 febbraio one billion rising. La danza come liberazione dalle catene mentali e fisiche della violenza, la danza come riscoperta dell'identità femminile.