"Non sono sorpreso dalle numerose dimissioni dal PD lericino, ma sono stupefatto dalla risposta della segreteria provinciale che a loro è stata data.
Personalmente non conosco tutti quelli che hanno lasciato a Lerici il PD, ne conosco solo alcuni – da lungo tempo – e so che sono persone e cittadini esemplari. Immagino il loro travaglio politico per averlo vissuto anch'io fino a qualche mese fa, quando mi dimisi dal PD.
Anche le circostanze erano analoghe. Reagimmo con altri all'errore madornale ed alla tracotanza della riforma costituzionale ed elettorale.
Dopo sette mesi dal risultato plebiscitario del NO e dopo la successiva bocciatura dell'”Italicum”per evidente incostituzionalità da parte della Corte Costituzionale, noto ora che l'on. Luciano Violante, a suo tempo sostenitore non tracotante del SI, in un suo articolo apparso sul Corriere della Sera, riconosce la validità delle tesi referendarie che col Prof. Onida abbiamo sostenuto in Sala Dante a favore del NO. Meglio tardi che mai!
In quella campagna referendaria solo un portaborse di un dirigente spezzino mi telefonò per esprimere dissenso e sorpresa per le posizioni politiche che andavo pubblicamente assumendo. Gli risposi purtroppo in modo poco cordiale. Ma il peggio doveva ancora venire.
Dopo una tranvata referendaria di quella portata, Renzi si dimise da Segretario e da Presidente del Consiglio. Dimissioni dovute e salutari se fossero state mosse da un bisogno di riflessione autocritica e di tardivo ripensamento. Ma non era questo l'obiettivo: voleva la rivincita! Voleva un congresso a tambur battente, insomma un votificio che lo confermasse solo e unico al vertice del PD. A Palazzo Chigi insediando il Governo Gentiloni per lui era come mettere il cartello “Torno subito”, subito dopo le elezioni che voleva sollecite ed anticipate. E se gli italiani e l'Italia nel frattempo scivolano su “Un piano inclinato” come scrive quel gufo di Prodi, peggio per loro. Così imparano a votarmi contro.
Il giochino poi non gli è riuscito, come a tutti è noto. Ha stravinto il congresso, ma il cartello metaforico a Palazzo Chigi non c'è più. E mai più lo rimetteranno.
La sequenza dei danni non era però ancora finita: nel lungo periodo successivo alle Europee è stato un susseguirsi di sconfitte politiche ed elettorali: A ondate successive abbiamo perso città grandi e capoluoghi di regione e di province: assieme a tante altre Roma, Napoli, Torino, la Regione Liguria, e poi Savona ed oggi Genova e La Spezia. Quest'ultima mi brucia in modo doloroso. È la mia città, ne sono stato sindaco e, allora giovane, ho avuto parte e ruolo nell'affermazione delle Giunte di Sinistra a Spezia e nella provincia.
Non so se i vincitori di oggi dureranno. Non è detto e comunque dipenderà dagli spezzini, da tutti noi.
E' per questo che trovo intollerabile la risposta stizzita e sterile che è stata data ai compagni lericini che hanno lasciati il PD: se ne vanno senza aspettare la discussione...ma dopo le regionali che discussione c'è mai stata? Hanno invece fatto capogruppo regionale quella che è stata, se non l'artefice (quello fu Burlando), la protagonista di quel disastro.
E dopo il referendum, bocciato a furor di popolo, nelle sedi e nei circoli che discussione e riflessione è mai stata fatta? La colpa è sempre degli altri...mai una volta li riguarda direttamente o li sfiora?
Se ne vanno via 38 iscritti a Lerici? E che diamine, non potevano aspettare il confronto? Certo c'è
l'estate- siamo a Luglio poi c'è Agosto, ci son le ferie... la faremo alla ripresa quando ci sarà anche altro di cui occuparci...
Ma nell'intanto loro, a cominciare dalla segreteria provinciale, non potrebbero nel frattempo dimettersi e concedersi un silenzioso e lungo periodo sabatico di riflessione?
Io so bene di non aver più titolo per chiederlo ma ho letto con piacere che almeno un dirigente sarzanese del PD lo ha già saggiamente richiesto".