Nella parte retrostante dell'ex area industriale per il trattamento dell'ossigeno - collocata alla destra di chi arriva in città all'uscita del raccordo autostradale di via Carducci, in via Maralunga, tanto per dare un ulteriore e simbolico benvenuto, in aggiunta a quello della ciminiera della centrale Enel - è stato rinvenuto nel suolo uno spessore di materiale di circa un metro, contenente calce (un rifiuto non pericoloso) e carbone contaminato da zinco.
La presenza di una considerevole quantità di zinco rende la gestione della partita parecchio complessa. In più, all'interno della costruzione presente nell'area non è possibile effettuare carotaggi per ragioni di sicurezza. Le acque e il secondo strato del suolo non sarebbero invece contaminati.
"Il comune propende per attivare immediatamente una procedura di bonifica", ha spiegato questa mattina a Palazzo Civico l'assessore alla sostenibilità ambientale Laura Ruocco, durante la commissione richiesta dal consigliere Giulio Guerri (Per la nostra città) per avere delucidazioni sul futuro dell'area.
Altro particolare non di poco conto, che farà drizzare le orecchie ad ambientalisti e piccoli commercianti spezzini: nell'attuale Piano Urbanistico Comunale (Puc) è prevista nell'area la costruzione (da parte di Talea, l'immobiliare di Coop Liguria) di una grande struttura di vendita non alimentare. Costruzione che verrà sospesa in caso di approvazione del nuovo Puc.
"Siamo alle solite – ha spiegato la dirigente comunale Laura Niggi - il nuovo Puc non prevede la costruzione di questa struttura commerciale. Ma se non verrà approvato il progetto andrà avanti. Ovviamente però il procedimento di bonifica proseguirà a prescindere".
La storia dell'ex-area industriale è travagliata: fino al 2009 veniva utilizzata come una comoda discarica di rifiuti anche da parte di comuni cittadini, poi grazie ad un'ordinanza comunale i rifiuti abbandonati sono stati rimossi, è stata bonificata la cisterna e anche la grossa quantità di amianto presente nell'area.
La parte che ancora oggi risulta inquinata è quella retrostante, che con tutta probabilità veniva utilizzata per lo stoccaggio di materiali industriali.
"La proprietà ha dovuto effettuare un controllo dei suoli – ha chiarito l'assessore – e ha presentato una serie di valutazioni per la procedura di verifica di assoggettabilità a VAS (Valutazione Ambientale Strategica, ndr)".
Tradotto: in base ai documenti presentati dalla proprietà si dovrà valutare se si possono avare effetti significativi sull'ambiente e se quindi il tutto debba essere assoggettato alla valutazione ambientale. Adesso la palla è nelle mani della Regione, per ora ancora competente in materia di VAS: gli incartamenti verranno spediti a Genova, in attesa dei successivi approfondimenti.
"A breve la competenza sulla VAS dovrebbe passare ai comuni – ha aggiunto Ruocco – che quindi si dovranno attrezzare con maggiori competenze, che noi fino ad ora non abbiamo mai avuto. Si tratta di una procedura di particolare delicatezza che è sempre stata incardinata in Regione". Tanto più considerato il fatto che la Valutazione Ambientale Strategica non può essere trattata alla stregua di una banale procedura burocratica: in ballo ci sono l'ambiente e la salute delle persone.
"Parliamo di un'area che desta due ordini di preoccupazione: uno ambientale e l'altro riguardante la destinazione d'uso – ha ribattuto Giulio Guerri (Per la nostra città) – La costruzione di una nuova struttura commerciale sarebbe insostenibile per la città e per il piccolo commercio cittadino. Si prospetta un'operazione costosa a carico della proprietà vista la presenza di zinco, ma il tornaconto della bonifica non può essere un danno per la collettività come la nascita di una nuova struttura commerciale".
Quanto alla certezza sull'effettiva realizzazione della bonifica, l'assessore Ruocco ha tenuto a rassicurare i commissari, come Marcella Ariodante (M5S), che ha chiesto se "è previsto oppure no che la proprietà effettui una bonifica o se teoricamente potrebbe anche lasciare l'area così com'è vita natural durante".
"La preoccupazione rimane – ha sottolineato di rimando Guerri – visto che la bonifica nell'ex area IP è stata subordinata a interessi immobiliari ed è stata effettuata soprattutto per consentire la costruzione del centro commerciale".
Ora, per scoprire che cosa ne sarà dell'area ex-Sio, non resta che attendere l'esito dell'iter del nuovo Piano Urbanistico Comunale. A breve la sua approvazione o la sua bocciatura.
(Foto: investlaspezia.it)