Una politica dannosa per l'organizzazione dell'Ospedale; per il carico di lavoro di medici e infermieri; per i budget economici dei reparti che sono costretti ad approvvigionarsi di farmaci che in condizioni normali non utilizzerebbero mai; per i pazienti che dopo un intervento chirurgico sono costretti, ad esempio, a dividere la camera con malati potenzialmente infettivi con bronchiti, polmoniti o stati febbrili importanti. Le liste di attesa per gli interventi rischiano di allungarsi sempre più con conseguente danno ai pazienti ed aumento delle fughe fuori Regione.
I medici si trovano, per visitare i loro pazienti, a girare in lungo e in largo per tutto l'ospedale con grosso dispendio di tempo, sottratto ai pazienti, e di energie, mentre gli infermieri, già risicati nei numeri, tentano di assolvere ad ogni esigenza.
La nostra ricetta?
Incrementare l'area medica realizzando un reparto di 30 posti letto assumendo almeno 15 nuovi infermieri e 3 medici; bloccare contestualmente gli appoggi nell'area chirurgica subordinandoli a veri casi sporadici legati a picchi emergenziali straordinari; assumere 5 infermieri per il blocco operatorio in modo da consentire l'apertura di una sala in più al pomeriggio e così abbattere le chilometriche liste d'attesa.
Con un investimento minimo, ben inferiore ai 2 milioni di euro, potremo far ripartire il San Bartolomeo, far lavorare meglio gli operatori, aumentare la qualità di vita dei nostri pazienti ed aggredire il bacino di fughe fuori Regione che oggi ci costa oltre 40 milioni di euro l'anno.