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E alla fine la Sabbadini sparì dai beni alienabili: la casa di riposo rimane ai sarzanesi In evidenza

Di Luca Manfredini - Tanto inaspettato e fragoroso l'annuncio della vendita, un anno fa, quanto inatteso, oggi, il suo ritiro: la Casa di Riposo A. Sabbadini continua ad agitare le acque del Comune di Sarzana.

Vittoria delle opposizioni e/o dei dissidenti del PD? Sicuramente una notizia insperata per i cittadini che mantengono (al momento) la proprietà dell'immobile.

 

Sabato 21 gennaio in Commissione Congiunta Affari Istituzionali e Territorio (come pratica propedeutica al bilancio di previsione 2017 - 2019 previsto per il Consiglio Comunale di fine mese) andrà in discussione il nuovo piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari.
Nella ricognizione dei beni immobili di proprietà comunale suscettibili di alienazione e/o valorizzazione e nella relativa lista allegata alla delibera in oggetto troviamo: un elenco di terreni, porzioni e lotti; un'area Calcandola; un fabbricato in piazza Jurgens; la Scuola XXI Luglio e i locali sede della PA, ma non più la Sabbadini.

La decisione di mettere in vendita l'immobile della casa di riposo, per recuperare risorse da destinare alla manutenzione degli edifici scolastici, aveva creato un lungo scontro tra Maggioranza ed Opposizione ed una chiara frattura all'interno dello stesso Pd sarzanese, frattura culminata in una tesissima Assemblea in Sala della Repubblica nel corso della quale le diverse anime del Partito avevano cercato (inutilmente) sintonia ed unità di intenti.
Lunghe ore di dibattito tra i pro o contro la vendita o, come mormoravano i più maliziosi, tra i pro o contro il Sindaco Cavarra, appoggiato nella decisione dai suoi Assessori, da Luca Piccioli (ex Assessore e fautore dell'esternalizzazione della Sabbadini nel 1998), a Giovanni Vasoli (ora Segretario Pd Sarzana), a Juri Michelucci (Consigliere Regionale Pd) e da una parte degli iscritti presenti, ma osteggiato da Paolo Mione (Presidente Consiglio Comunale), Rosanna Pittiglio (Consigliere), Clarke Ruggeri (Segretario Circolo Centro Storico) e da una parte di iscritti presenti che rivendicavano il loro diritto ad essere informati e consultati preventivamente per scelte così importanti.
Presente in Sala un gruppo di attivisti del Movimento 5 Stelle, il cui Consigliere Valter Chiappini ha avuto la possibilità di esprimere la propria netta contrarietà alla vendita davanti ad un inusuale, per lui, pubblico.
Contrarietà nette, allora, anche da parte del Consigliere regionale M5S Francesco Battistini, del Comitato Sarzana, che Botta! che addebitava la vendita della Sabbadini ai risultati fallimentari delle esperienze di "finanza creativa" effettuate dalla Giunta Caleo, e dall'allora Assessore al Bilancio Alessio Cavarra, su Tavolara e sui debiti conseguenti; contrari anche i cittadini, o una cospicua parte di loro, di sicuro quei 3.500 che avevamo firmato una petizione contro la vendita, e contrari anche i Sindacati che esigevano garanzie per il proseguo del servizio sociale.
Il Sindaco Cavarra ha sempre rassicurato sul "proseguo controllato" dei servizi della struttura, legando il bando di gara a "vincoli" tali affinché nulla potesse cambiare, sia per gli anziani sia per i dipendenti, nè per le rette, nè per i livelli assistenziali, con vincolo temporale lungo 25 anni.

Se l'Assemblea pubblica del Pd era stata lunga ed infiammata, ancor di più lo è stato il Consiglio Comunale, che ha poi ufficializzato, dopo oltre 6 ore di discussioni, l'alienazione dell'immobile e l'inserimento nel bilancio di previsione 2016 della cifra di 3,7 milioni di euro, una cifra che ora viene a mancare.
Caustico a tal proposito il Consigliere Chiappini, che denunciava fantasie finanziarie con una cifra ancora da introitare, ma già messa a bilancio, per nascondere il dissesto finanziario del Comune.

Ora sembra tutto finito, complice o meno il diritto di prelazione sull'eventuale bando di gara posto dalla Cooperativa che gestisce la Sabbadini, o la vendita nel frattempo di un'area di Tavolara, ma le motivazioni della rinuncia all'alienazione si sapranno poi.
L'ufficialità della rinuncia invece ci sarà solo con l'approvazione del piano alienazioni 2017 in Consiglio, ma sembra ormai scontata, come scontata è la soddisfazione del Presidente Paolo Mione, che per primo esulta per ciò che considera una vittoria per tutta la città.
Memorabili le sue accuse di allora sulla situazione economica del Comune e sulla scelta di mantenere la proprietà dell'ex Tribunale (in gestione gratis al Talent Garden) a discapito della Sabbadini: "Sarzana non è più un paese per vecchi - asseriva Mione - la valenza simbolica e il lavoro sociale fatto dalla Casa di riposo la rende un bene inalienabile in assoluto!"
Ora Mione ha di che essere soddisfatto e presupporre un suo brindisi insieme ai Consiglieri Pittiglio, Rampi, Chiappini e Zanetti è facile predizione.

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