Siamo orgogliosi di poterlo sostenere con tutte le nostre forze per far si che i cittadini si riapproprino dal basso della politica e delle sue istituzioni democratiche fondate sulla Costituzione proprio nel momento che vede, nella nostra provincia, il peggior esempio di balletto di poltrone che vede il Pd il principale protagonista. Un Pd che, dopo aver sostenuto a spada tratta Monti e le sue poltiche devastanti nei confronti della povera gente e dei lavoratori, è ora costretto a inseguire lo stesso Monti che l'ha beffato contrapponendosi a Bersani.
Nel presentarsi ufficialmente oggi Ingroia ha detto: "Da magistrato non avrei mai creduto di dovermi ritrovare qui per continuare la mia battaglia per la giustizia e la legalità in un ruolo diverso". "Quando giurai la mia fedeltà alla Costituzione pensavo di doverla servire solo nelle aule di giustizia. Ma non siamo in un paese normale e in una situazione normale. Siamo in una emergenza democratica. E allora, come ho detto, io ci sto. E' venuto il momento della responsabilità politica. Alla società civile e alla buona politica dico 'grazie' perché hanno fatto un passo avanti". "Questa è la nostra rivoluzione, noi vogliamo la partecipazione dei cittadini. Antonio Ingroia non si propone come salvatore della patria, ma di essere solo un esempio come tanti cittadini che si mettono in gioco, assumendo rischi".
L'affollata conferenza stampa che Ingroia ha tenuto poche ore fa a Roma è stata innanzitutto un attacco a testa bassa contro il Pd. Le inascoltate richieste di dialogo, evidentemente, hanno avuto l'effetto di complicare i rapporti con il portavoce Pier Luigi Bersani. "Ha detto che non risponde ad appelli pubblici – dice Ingroia – ma io l'ho chiamato pure privatamente. E non ha risposto. Borsellino mi rispondeva subito". Il leader di "Rivoluzione Civile", dopo aver ricordato che Pietro Grasso (candidato dal Pd) ha elogiato Berlusconi per il contributo del suo governo alla lotta alla mafia, ha accusato i democratici di incoerenza proprio su questo nodo. Una incoerenza che di fatto ha portato allo "strapotere della criminalità" e alla "inadeguatezza della politica". Sono questi, del resto, i due punti da cui prende le mosse la sua idea di "responsabilità non solo istituzionale ma politica". "La mafia – aggiunge Ingroia – non si può contenere, va eliminata". "Bersani questa politica non la vuole", sottolinea. Poi sferra l'ultimo micidiale attacco: "Caro Bersani, così non va", riferendosi al fatto che Bersani abbia abbandonato la tradizione di Pio Latorre e Enrico Berlinguer. "Chi ha alle spalle storie così importanti dovrebbe ricordarsi il valore della moralita'".
Il leader di "Rivoluzione civile" ha avuto toni più morbidi sia nei confronti di Vendola che verso Grillo. "Non c'è alcuna foglia di fico e operazioni trasformiste!", ha detto all'indirizzo di quest'ultimo.
Ora la parola passa al costituendo "Quarto Polo" che dovrà formalizzare la sua costituzione e decidere la composizione delle liste.