Crisotilo e crocidolite: sono queste le tipologie di fibre di amianto presenti nella copertura del deposito di fieno e che, a seguito dell'incendio, nella fase iniziale, a temperature ancora basse, potrebbero essersi propagate nell'aria, con conseguente probabile danno per la popolazione.
L'area maggiormente interessata copre un raggio di 1500 metri dal luogo dell'incendio ed i settori più colpiti, vista la direzione dei venti, dovrebbero essere quelli meridionali. Non ci dovrebbero essere problemi per le coltivazioni, a patto che gli ortaggi raccolti vengano lavati abbondantemente prima del consumo. Altrettanto per le attività pastorali, purché il bestiame sia stato custodito al chiuso, in stalla.
Certo è che la stessa proprietà avrà ora il problema di procurarsi urgentemente il foraggio per gli animali della fattoria e di trovare un luogo adeguato per stoccarli, una situazione non certo imprevedibile visto quanto accaduto e che denota una preoccupante mancanza di pianificazione imprenditoriale, a scapito anche degli stessi lavoratori che nell'azienda sono impiegati.
Altrettanto certo è che il danno economico verso terzi che si è sicuramente prodotto in queste due giornate di sole e che indubbiamente ha penalizzato le attività turistiche, ristorative e commerciali del vicino litorale è incalcolabile.
Ora le domande da rivolgere alla proprietà sono:
- perché non è stata eseguita la bonifica della copertura, specie in relazione anche alla funzione del fabbricato: ricovero fieno per il bestiame?
- perché non era presente nel fabbricato un idoneo impianto di sorveglianza e di prevenzione degli incendi?
E' evidente che dove ci fossero state violazioni da parte della proprietà o omissioni da parte di chi avrebbe dovuto vigilare, ci aspettiamo provvedimenti e risarcimenti per chi è stato danneggiato, per questo ci riserviamo di presentare un esposto in Procura della Repubblica.