Federici prosegue: "Ha colto nel segno per tre fondate ragioni. I tempi lunghi, prima di tutto, che sono stati necessari per arrivare a questo venerdì. Poi i vari annunci che hanno segnato i passaggi principali del complesso percorso fatto per recuperare le risorse, ottenere le necessarie autorizzazioni e arrivare al bando di gara. Infine, ironia a parte, è vero in senso proprio che una sorta di prima pietra venne già posta quando inaugurammo il cantiere della nuova radioterapia. Difatti questo reparto, oggi completato e funzionante, è parte organica del futuro nuovo Sant'Andrea. Anni fa decidemmo con la Regione di costruirlo fuori dal corpo del nuovo edificio per evitare per tutto il periodo dei lavori il disagio di trasferte lontane ai pazienti oncologici. Ma oggi ci siamo ed è una gran cosa per tutta quanta la comunità spezzina. Per me è una soddisfazione enorme anche perché si tratta di un impegno che avevo assunto come irrinunciabile. La squadra con la Regione allora funzionò alla grande e riuscimmo a conquistare magistralmente i finanziamenti nazionali agli sgoccioli per l'edilizia sanitaria. Certo di tempo ne è passato molto a causa del fallimento del primo progetto. Ma mi permetto di dire che non tutto il male vien per nuocere. Quel progetto prevedeva un forte coinvolgimento finanziario dei privati e un costosissimo "nolo" annuale che sarebbe stato a carico dei bilanci Asl per trent'anni. Inoltre sotto il profilo architettonico e della funzionalità quella prima progettazione nasceva già vecchia. Il nuovo ospedale sarà bellissimo, figlio di concezioni moderne e tecnologiche, ecologico e accogliente. E sarà finanziato completamente con risorse pubbliche. Vale la pena di posare una seconda pietra".