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ANPI: a Sarzana il lancio della campagna per il NO alle riforme costituzionali In evidenza

Quando nel gennaio 2014 la Corte Costituzionale si espresse, giudicando fuorilegge il sistema di elezione (c.d. "porcellum") che aveva rinnovato l'anno prima i membri del Parlamento, non ci saremmo mai immaginati di vivere, di lì a poco, l'emergenza democratica che ci troviamo oggi di fronte.


Parlamentari così delegittimati, lungi dall'occuparsi dei soli affari correnti per tornare quanto prima alla normalità istituzionale, hanno reagito autoproclamandosi addirittura "costituenti", per modificare in profondità l'assetto della Repubblica, senza nessun mandato, in tal senso, del corpo elettorale.


Bisogna essere animati dalla fretta quando si corrono i 100 metri, non quando si tratta delle regole fondanti di uno Stato.

E il merito è peggiore del metodo, difatti quello che si profila all'orizzonte, un inedito "premierato assoluto", è un sistema fondato su un unico partito che, senza i contrappesi caratterizzanti le moderne democrazie, si troverebbe in mano potere esecutivo e legislativo, oltre alla nomina di organi di garanzia fondamentali per la vita democratica del Paese, quali il Presidente della Repubblica, i componenti della Corte Costituzionale, i membri del Consiglio Superiore della Magistratura.

Ciò grazie al sistema elettorale "italicum" che per legge consegna, anche a un partito votato da un'esigua minoranza di elettori, la maggioranza assoluta nell'unica Camera rilevante che rimarrebbe, la Camera dei Deputati.

Come ha recentemente sottolineato il presidente ANPI Carlo Smuraglia, la riduzione del numero dei parlamentari, se solo si fosse trattato di ridurre i costi, avrebbe potuto investire sia Camera che Senato; declassando solo quest'ultimo, il disegno dietro è un altro. E poi si sarebbero potute tagliare le indennità a tutti i 945 parlamentari, risparmiando di più e senza necessità di stravolgere la Costituzione.

Così come, per dar seguito alle leggi di iniziativa popolare, bastava cambiare i regolamenti parlamentari, non triplicare le firme necessarie da 50.000 a 150.000, assicurando, di contro, una rapida calendarizzazione dei disegni di legge governativi.

Per quanto concerne, poi, la rapidità legislativa che l'attuale Costituzione (secondo i sostenitori della revisione costituzionale) non consentirebbe, basti ricordare che, quando la volontà politica c'è, le leggi vengono approvate in un batter d'occhio (per rimanere agli esempi più famosi, "lodo Alfano" e "legge Fornero" furono licenziati dalle Camere in meno di 20 giorni).

Non c'è bisogno di rottamare la Costituzione repubblicana, c'è necessità che venga applicata.

In vista del referendum del prossimo 4 dicembre, continua il nostro impegno per spiegare nel merito gli aspetti inaccettabili di una revisione che lederebbe la sovranità popolare, e lo faremo con dibattiti pubblici e presidi ogni fine settimana in Piazza Luni.

PER UNA SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE, l'incontro che aprirà la campagna referendaria per il NO, si terrà a SARZANA domenica 2 ottobre, in Piazza Luni, dalle ore 16. Ne parleremo con Giorgio Pagano (Comitato Provinciale ANPI) e Francesco Baicchi (direttivo nazionale Comitato per il NO), in compagnia di musica e poesia di Jonathan Lazzini. In caso di pioggia l'iniziativa avrà luogo nella Sala della Repubblica.

La cittadinanza tutta è calorosamente invitata a partecipare.

In allegato la locandina dell'evento

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