L'Italia intera perde un'importante coscienza democratica, una storia di limpida e coerente dedizione all'antifascismo e alla causa della libertà, un partigiano, un galantuomo.
Non dimenticheremo mai il garbo istituzionale, la sensibilità umana e la passione civile del Presidente Ciampi. Fu custode fedele dei valori del Risorgimento e della Resistenza e difese sempre la modernità e la bellezza della Costituzione.
Eravamo a Roma, con tanti partigiani, il 25 aprile 2006, quando il Presidente Ciampi consegnò alla città della Spezia la Medaglia d'oro al merito civile per la solidarietà agli ebrei in fuga dai lager nazisti.
I partigiani spezzini ne erano stati i protagonisti: significativamente il corteo in città del 25 aprile 1946 vide sfilare, applauditissima, una delegazione di ebrei.
A volerlo fu soprattutto il Comandante Amelio Guerrieri,anche lui, come Ciampi, legato agli ideali e alla serietà morale del Partito d'Azione. Quel giorno al Quirinale sentimmo l'orgoglio di essere spezzini, membri di una comunità coesa, solidale, aperta e generosa, dove sono fortemente radicati i valori di democrazia,libertà e giustizia.
Vogliamo ricordare il Presidente Ciampi con una frase trattadal suo libro "Non è il Paese che sognavo", un dono di riflessione e di sapienza che Ciampi fece agli italiani nel 2010: "La scelta mia e di moltissimi altri italiani di non aderire alla Repubblica di Salò rispose innanzitutto a una esigenza morale: ritrovare la nostra dignità di uomini, di cittadini; restituire così dignità alla Patria".
Il titolo del libro ha una punta di inevitabile malinconia, che però ha il merito di indicarci le sfide che abbiamo davanti. Fra tutte, quella di riqualificare la politica e di difendere la democrazia: due traguardi più vicini se si guarda all'esempio di Ciampi, un italiano per bene, un italiano d'Europa.
Franco Bernardi, Paolo Galantini e Giorgio Pagano, copresidenti del Comitato Provinciale Unitario della Resistenza