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Palmaria, l'assessore Luca Erba: "Deve rimanere un polmone verde in mezzo al mare, no alla cementificazione" In evidenza

La delega al turismo mi impone di intervenire sul dibattito in corso che riguarda il destino della Palmaria; non tanto perché ne abbia competenza diretta, l'isola infatti è fuori dai confini della città, ma perché ritengo quella discussione una questione strategica e il simbolo di come si intende amministrare il territorio.

La fretta con la quale si è costruito un percorso di confronto con i cittadini, le associazioni e il mondo della agricoltura denota una certa impostazione, mi spaventano le concertazioni fittizie e i percorsi di partecipazione vuoti. Oltre all'effetto disastroso per chi lo subisce c'è in gioco la qualità della gestione della cosa pubblica. L'isola della Palmaria oggi rappresenta un territorio unico nel panorama del nostro territorio. Con fermezza bisogna ribadire che non dovrà essere posato neanche un mattone (ci siamo liberati dello "scheletrone" dopo più di trent'anni) e il solo utilizzo ammissibile sarà quello dell'esistente. Su questo la giunta regionale si deve prendere un impegno pubblico, e sull'esistente bisognerà discutere il da farsi.

Intanto bisogna riaprire una discussione seria sul ruolo che dovrà avere la località del Terrizzo, porzione di isola estremamente strategica e fulcro dello sviluppo logistico della stessa. Inoltre penso che il vero tema, fatti salvi i principi e gli impegni che ho esposto, sia la questione agricola. Non c'è turismo sostenibile senza agricoltura, non c'è valorizzazione della offerta ambientale senza salvaguardia e cura della terra. La Palmaria ne è l'emblema. Si vuole utilizzare l'esistente in accordo con la Marina Militare? Sono favorevole purchè si individuino dei meccanismi compatibili. Se un privato legittimamente deciderà di mettere piede sull'isola andrà costruito un vincolo reciproco. L'utilizzo di un metro cubo dell'esistente deve corrispondere ad una porzione di terreno recuperato e coltivato. Non è il business degli ostelli o dei bed and breakfast che continuerà a fare della Palmaria un luogo unico. Un polmone verde in mezzo al mare con una grande produzione agricola; questo va chiesto per l'isola che saluta Torre Scola, il Tino, e Porto Venere. Se questi sono principi condivisi e l'obiettivo è la salvaguardia e lo sviluppo compatibile si apra una discussione vera con tutti. Su questo i partiti politici e le associazioni ambientaliste e non dovranno fare fronte comune. A tal proposito ritengo corretto l'intervento del Segretario del PD di Porto Venere Gianmaria Cristina e dello storico militante Pino Basso. Non sono un sostenitore del "giù le mani" dalla Palmaria, sostengo che le mani ci vadano messe per rafforzare un potenziale, rispettando però la magia del luogo".

 

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