Ameglia Servizi Turistici avrebbe dovuto sostenere il mantenimento dei servizi comunali necessari, quali la pulizia e la manutenzione del territorio, il servizio di scuolabus e di mensa scolastica.
Avrebbe dovuto farlo attraverso la destinazione a questi servizi del grande utile che avrebbe tratto (e che ha effettivamente tratto) dalla gestione di attività redditizie, in primis il Porticciolo Turistico di Bocca di Magra, ma in buona parte anche il Centro Sportivo "Il Borgo"; attività, peraltro, che davano, fino ad oggi, servizi ai residenti, come il posto barca a prezzo giustamente contenuto.
Ameglia Servizi Turistici avrebbe dovuto dare, dunque, quel beneficio collettivo che è obiettivo primario di ogni società partecipata. Ma Ameglia Servizi Turistici ha sempre sofferto del limite fisiologico tipico delle società partecipate; è mancata infatti in Ameglia Servizi Turistici la cooperazione della comunità a scelte che ricadevano sulla testa dei cittadini: affidamento della gestione per aderenze politiche piuttosto che per competenze, mancanza assoluta di trasparenza sulla gestione tecnica ed economica, perseguimento di interessi diversi da quello del beneficio collettivo.
Se i bilanci della gestione di Ameglia Servizi Turistici delle amministrazioni passate sono quelli che l'attuale giunta sbandiera, e che sono all'attenzione della Procura in sede penale, coloro che ne sono responsabili non hanno solo l'obbligo giuridico di spiegare il loro operato al magistrato, ma hanno, innanzitutto, il dovere di spiegare pubblicamente come la popolazione, che è sempre stata esclusa dalla gestione dei beni e dei servizi comuni, sia ora costretta a rispondere in prima persona con conseguenze di perdita e/o peggioramento dei servizi, aumento del costo dei servizi, mancata manutenzione, degrado e dissesto del territorio, crollo del livello di benessere, perdita dei posti di lavoro.
La cittadinanza deve partecipare alla gestione dei servizi; chi gestisce i servizi deve farlo ad esclusivo servizio della cittadinanza.
L'attuale amministrazione stabilisce che il debito di Ameglia Servizi è pari ad un milione e mezzo di euro; per una cifra di tale importanza, secondo l'amministrazione l'unica cosa da farsi è togliere dalla società i servizi essenziali alla collettività che sono stati in perdita per lungo tempo (ma in tema di vivibilità alcuni servizi non possono essere eliminati o privati della sufficiente qualità – si pensi ai pasti dei bimbi a scuola) e "regalare" ad un privato la gestione del porticciolo turistico e dei servizi remunerativi, a fronte del pagamento del debito.
Nel frattempo per fare funzionare il porticciolo turistico sono necessari circa 200mila euro all'anno, a fronte di un ricavo di circa 500mila euro; se a questo punto si desse in concessione il porticciolo ad un'entità privata (perché la vendita della società comporta il diritto di sfruttamento economico del porticciolo – per i non addetti ai lavori, di fatto se non per forma è "vendere il porticciolo"), la conseguenza più immediata sarebbe la perdita della possibilità di utilizzare del guadagno dato dal porticciolo per i famosi servizi essenziali; in pericolo sarebbe anche il diritto dei residenti a godere del posto barca a prezzi contenuti e, ovviamente, la mancanza di garanzia di reinvestimento in forza lavoro locale.
Nel frattempo, il Comune non dice che non esiste realmente un debito, perchè un milione e 500mila euro sono stati accantonati dal Comune per garantire i debiti di Ameglia Servizi Turistici (come previsto dalla Legge 27 dicembre 2013, n. 147,art. 1 commi 550-554, "Legge di Stabilità 2014").
Per cui il Comune non ha assolutamente bisogno di vendere Ameglia Servizi Turistici, dato che il debito è già di fatto coperto, ma ha bisogno di gestire adeguatamente i servizi per ripianare il debito e garantire alla cittadinanza tutto quello che alla cittadinanza è stato tolto: qualità e completezza dei servizi, tutela del territorio, benessere, posti di lavoro.
La cittadinanza deve partecipare alla gestione dei servizi; chi gestisce i servizi deve farlo ad esclusivo servizio della cittadinanza.
Qual è quindi l'alternativa alla vendita della società partecipata ed alla concessione ai privati? Quella più ovvia: la costituzione di una Cooperativa di Comunità; assumere la consapevolezza collettiva che l'investimento da parte della cittadinanza di un milione e mezzo di Euro, suddiviso tra mille famiglie, si tradurrebbe nell'assicurazione di attività produttive di ricchezza per le generazioni attuali e future.
Un debito di un milione e mezzo di Euro, per gestire i servizi di AST, diventa un investimento di 1.500 euro a famiglia. Naturalmente, non tutte le famiglie amegliesi si potrebbero permettere un simile investimento; tuttavia, ai cittadini non sarebbe necessario versare questi 1.500 euro, perché l'investimento si può ottenere anche attraverso l'utilizzo da parte del Comune della cifra precedentemente accumulata (vedi sopra) a garanzia di un finanziamento che verrebbe poi ripagato nel tempo con i proventi del porticciolo; inoltre, in alternativa all'investimento monetario, il cittadino potrebbe contribuire "donando" il proprio tempo in attività socialmente utili ("baratto amministrativo").
La Cooperativa di Comunità avrebbe il potere e l'obbligo di reinvestire tutto in favore della Cittadinanza, traducendosi in qualità e completezza dei servizi, tutela del territorio, benessere e posti di lavoro; il tutto unicamente in favore della cittadinanza, senza vincoli e ceppi causati da interessi privati.
Chi gestisce i servizi comuni deve farlo ad esclusivo vantaggio della comunità, ricercando la creazione e la distribuzione di valore aggiunto sociale, in termini di solidarietà e sostenibilità sociale ed ambientale. L'affidamento della gestione avverrebbe in virtù di comprovata competenza e professionalità, condotta "specchiata" e senso del servizio in favore della Comunità, accettazione di uno stipendio e non di un privilegio, assoluta trasparenza.
A fronte di questa proposta assolutamente realizzabile e, riteniamo noi, decisamente preferibile alla vendita della società, in quanto ciò che è stato costruito dalla comunità rimarrebbe alla comunità stessa, ci chiediamo quale sarà la reazione delle rappresentanze attualmente in Consiglio Comunale. Dai rappresentanti dell'attuale opposizione ci aspetteremmo un appoggio quasi sicuro; non sarebbe questa infatti una soluzione anche a loro preferibile ai progetti attualmente in opera? Ai rappresentanti della maggioranza che intendono alienare una così importante parte dei servizi del Comune chiediamo: non vorreste prendere in considerazione un progetto alternativo che consentirebbe alla Comunità di mantenere i suoi beni E ANCHE i servizi di cui ha quotidianamente bisogno? E in caso contrario: come avreste intenzione di mantenere un adeguato livello di qualità e copertura dei servizi alla comunità, dopo aver perso una così rilevante fetta degli introiti che proprio a quei bisogni erano destinati?
Nella speranza che almeno a queste domande la maggioranza dia una risposta chiara e diretta, ricordiamo alla comunità amegliese che il gruppo Ameglia in MoVimento è aperto al dialogo con tutti i cittadini; in data 30 Aprile alle ore 15:00 vi aspettiamo numerosi per la presentazione del nostro programma di governo, che si terrà nella sala Capolicchio in piazza Pertini a Fiumaretta.