Giovanni Toti prosegue: "Lo sviluppo che quei territori hanno visto è stato prodotto solamente dalla loro bellezza, senza alcun sostegno di una pubblica amministrazione priva di idee e di progetti per valorizzarli. Le Cinque Terre devono essere una grande risorsa turistica dell'Italia servono investimenti, riorganizzazioni adatte, la fornitura di servizi adeguati (come il nuovo trasporto ferroviario in funzione di metropolitana di superficie) e occorre riqualificare l'offerta turistica. Serve uno sforzo pubblico e privato per fare di questi luoghi una grande attrazione internazionale. Il numero chiuso in un paese che deve campare di turismo è un controsenso e un modo per abdicare alle responsabilità. La Regione Liguria si dichiara fortemente contraria a questa ipotesi e come sostiene il governatore ligure "lavorerà per incrementare la qualità delle presenze turistiche in un'ottica di sistema".
"Per questo -conclude Toti - servono: un commissario per il ripristino della via dell'Amore, la riqualificazione e un progetto speciale per l'isola di Palmaria che il 14 marzo verrà finalmente restituita al comune di Porto Venere e investimenti sul Porto di Spezia come terminal crociere".
Anche l'assessore regionale al Turismo Gianni Berrino, già intervenuto in questi giorni sull'argomento, ribadisce la propria contrarietà a ipotesi di "chiusura" delle Cinque Terre. "La posizione della Regione è chiara e vogliamo ribadirla con forza per evitare che una non-notizia come quella che si è propagata alla velocità della luce in questi giorni a livello internazionale possa compromettere irrimediabilmente la prossima stagione turistica non solo nel Levante ligure ma con effetto domino sull'intera regione" ha detto l'assessore Berrino.