"Quando poi si arriva allo scadere del terzo anno- continuano i sindacalisti- un paio di giorni dalla fine del contratto, viene comunicato a questi giovani lavoratori che il contratto è scaduto e che possono ritenersi liberi e quindi ovviamente disoccupati. Fuori loro, avanti altri: dal giorno dopo arrivano altri ragazze e ragazzi, pronti a portare ai tavoli hamburger e patatine per dieci ore di fila, ai quali ovviamente sarà riservato lo stesso identico trattamento. E' allora che questi ragazzi si rivolgono alla CGIL delusi, amareggiati, traditi. Qualcuno di loro ha la prontezza di fotografare la tabella oraria con quel numero incredibile di ore di straordinario. Qualche volta vengono in due o tre, accomunati dalla stessa sorte e ugualmente delusi e arrabbiati, pronti a testimoniare a vicenda la loro situazione lavorativa ormai conclusa. A quel punto, il nostro studio legale inizia il percorso per veder riconoscere il maltolto e per capire se esistono le prerogative per costringere la società a un'assunzione stabile."
Un fenomeno diffuso, soprattutto nei negozi all'interno di grandi centri commerciali come Le Terrazze. La CGIL, al momento dell'apertura del centro commerciale, aveva preso contatto con l'azienda che si occupava dell'assegnazione dei fondi commerciali, per cercare di stabilire un accordo preventivo riguardante le tipologie contrattuali da applicare, in tutela dei lavoratori neoassunti. Anche all'epoca la sensibilità dimostrata sul tema fu veramente molto scarsa e non fu possibile pervenire a nessun accordo.
Concludono Ghiglione e Comiti: "E' necessario che si metta fine, una volta per tutte, a queste forme di sfruttamento del lavoro giovanile, perché al di là degli aspetti palesemente scorretti dal punto di vista normativo, registriamo comportamenti eticamente inaccettabili. Il fatto che all'interno dei negozi ci siano solamente 2/3 unità di personale rende più difficile la nostra azione, soprattutto per i ricatti occupazionali che questi lavoratori subiscono se si rivolgono al sindacato. Il Presidente del Consiglio ha più volte affermato la necessità di diminuire le tutele a chi le ha per estenderle a tutti. Quello che registriamo è una diminuzione di tutele e garanzie per tutti, rischio che la CGIL ha sempre denunciato sin dalle prime indiscrezioni sul jobs act."