Legambiente, che ha sempre sostenuto la necessità di un tavolo aperto anche sul waterfront, sottolinea come la stessa delibera regionale di approvazione del Piano Regolatore Portuale introducesse il principio dell'attuazione per gradi, facendo continue verifiche sulle reali necessità delle opere previste. La crisi economica ha sicuramente fatto venire meno l'interesse da parte degli investitori privati, e forse oggi potrebbe riaffermarsi il ruolo centrale del "pubblico" e della "pubblica utilità e fruizione" proprio in quella fascia delicata che è l'interfaccia tra la città e il mare, trovando il modo di vedere il futuro senza il pericolo di possibili "speculatori", e quindi con un drastico ridimensionamento delle ipotesi cementificatorie.
"Quello che qualche anno fa sembrava indispensabile - conclude Legambiente - magari oggi non lo è più, e sarebbe utile per la città valutare il da farsi e Legambiente si dichiara fin da ora a disposizione per discuterne".