Spezia potrebbe, anzi dovrebbe, sfruttare le potenzialità in riva al suo Golfo non solo per rispettare le future normative ma per diventare vero leader, precursore e innovatore mediterraneo. La presenza dell'arsenale militare, della cantieristica, del porto mercantile, dello scalo crociere, di una flotta locale per pesca/trasporto e di un rigassificatore è di per sé una base di partenza che nessun altro porto del mare nostrum al momento possiede. Questo vorrebbe dire creare finalmente una ricaduta positiva sul territorio, al di là di proposte e supposte compensazioni che sono state, e sarebbero, poco più che una mancia. Un impianto come il rigassificatore di Panigaglia deve essere visto in questa ottica, nel rispetto di tutte le norme ambientali e di sicurezza, deve essere un'opportunità di sviluppo per la nostra città.
Altro aspetto da non sottovalutare e su cui anzi vorremmo porre l'attenzione, è la possibile sinergia e ricaduta sulla mobilità terrestre. L'adozione del metano criogenico, cosa differente dal metano compresso CNG usato anche nelle autovetture, è già una realtà per il grande trasporto su gomma, diverse aziende offrono già pacchetti di conversione per i tir normalmente in commercio e i grandi costruttori hanno i motori pronti da montare sui nuovi modelli. Questa tecnologia, assolutamente conveniente sia in termini economici che ambientali, è al momento limitata nel nostro paese dall'assenza di punti di rifornimento LNG. Va da sè che un porto mercantile come il nostro, con la grande affluenza di camion connessa, trarrebbe un grande vantaggio dall'avere anche una stazione di rifornimento a terra, sia per i mezzi degli autotrasportatori che per quelli in banchina di movimentazione teu. E tutto questo con un evidente miglioramento della qualità dell'aria visto che le emissioni inquinanti derivanti dalla combustione di metano liquido sono sensibilmente minori, ad esempio per il particolato che viene praticamente azzerato. Ma a questo punto perchè non pensare anche al suo utilizzo nel trasporto pubblico urbano? ed anche in prospettiva, perchè no, arrivare ad autobus elettrici alimentati a fuel cell ad idrogeno (ottenuto tramite reforming del metano stesso) realmente ad emissioni zero? Crediamo che gli orizzonti possibili siano molteplici e possano portare gradualmente ad un golfo e ad una città che, senza rinunciare alle proprie vocazioni commerciali e produttive, ma anzi aiutandole e gettando le basi per la nascita di un modello integrato di sviluppo unico ed innovativo, possa in futuro fregiarsi di una reale etichetta 'green', tanto in mare quanto in terra.
E' necessaria una presa di coscienza, occorre mettere intorno al tavolo tutti i soggetti coinvolti, da Comuni Provincia e Regione, all'Autorità Portuale, alla Marina Militare, a Snam, ATC, LSCT, autotrasportatori, pescatori professionali, battellieri, aziende del settore navale e automotive ecc.ecc. senza dimenticare una auspicabile partnership con gli enti di ricerca come DLTM e l'Università di Genova che riteniamo essere diventata parte integrante del tessuto cittadino. Utilizzare tutte queste competenze, trovare finalmente una strategia comune, potrebbe essere una vera e propria rivoluzione con ricadute inimmaginabili (per chi non vede oltre la punta del proprio naso), sia in termini di occupazione che di qualità della vita nella nostra città. Perchè non pensare, ad esempio, all'utilizzo di fondi POR-FESR 2014-2020 oppure guardare direttamente ai bandi in corso per Horizon2020? parliamo di finanziamenti regionali/europei realmente raggiungibili, anche su progetti medio-grandi, per coprire fino al 70% delle spese. Non si parla di pochi spiccioli ma di cifre imponenti a cui il nostro paese spesso non riesce ad accedere o a cui deve rinunciare per la mancanza di progetti da proporre o per l'incapacità formale di presentarli. L'Europa è una grande opportunità in questo senso, non dobbiamo lasciarla scappare.
Gli scenari che si aprono non sono semplici fantasie ma una finestra sul futuro, come socialisti da sempre pensiamo che la politica debba essere proiettata in avanti e pensare allo sviluppo economico-sociale finalmente coniugato con la sostenibilità ambientale per guidare i processi epocali che da qui a vent'anni cambieranno lo scenario globale. Senza cadere in inutili e ideologici preconcetti, in slogan e fantasie antiscientifiche, nella cultura del becero conservatorismo di bottega e del 'no', ma bensì prendere il meglio che la scienza e la tecnica possono offrire per garantire progresso, lavoro e un futuro eco-compatibile alla nostra città, al nostro paese e all'Europa tutta.