Ancora più grave se si pensa che così operando si disincentivano le giovani generazioni imprenditoriali a insediarsi in un mondo già scarsamente remunerativo come quello del settore primario a vocazione agricola, fatto di grandi sacrifici e di scarsi risultati economici.
Inoltre l'esenzione totale dell'IMU (decisa in modo per lo meno singolare, con l'unico criterio l'altitudine di riferimento della casa comunale) per i terreni agricoli montani oltre che produrre evidenti (e probabilmente anticostituzionali) disparità di trattamento impositivo, non fa altro che incrementare l'imposizione trasferendo il peso del gettito fiscale sugli altri comuni magari limitrofi, con la beffa che terreni confinanti ma di comuni diversi hanno effetti impositivi diametralmente opposti.
Per questi motivi il Psi spezzino in difesa dei cittadini contribuenti ha attivato tutti i gruppi consiliari di riferimento presenti nei comuni del territorio, a cominciare da quello del comune capoluogo, per presentare nei prossimi Consigli Comunali una mozione di contrarietà a questo ennesimo balzello.
Nel dispositivo della mozione si chiederà infatti ai Sindaci di farsi parte attiva presso l'Anci affinchè il Governo o ritiri il provvedimento o adotti le opportune iniziative normative, anche nell'ambito del procedimento di conversione del D.L. n. 4/2015, atte a modificare il quadro normativo vigente, prevedendo i criteri d'individuazione dei terreni agricoli esenti dal pagamento dell'Imposta municipale unica che riflettano le reali condizioni economico agrarie degli stessi e non siano esclusivamente agganciati a dati neutri quali l'altitudine e in ogni caso, in attesa di eventuali modifiche normative da parte del Governo, che i Comuni applichino per il pagamento dell'IMU agricola la quota minima consentita dalla legge e non prevedano sanzioni aggiuntive per i ritardatari