«Anche l'assessore Montaldo ha ammesso la necessità di contrastare qualsiasi forma di estremismo – dice Rixi – ma la Liguria può fare molto di più, passare dalle parole ad atti legislativi concreti, in primo luogo dotandosi di una legge analoga a quella della Regione Lombardia che stabilisce paletti precise alla costruzione di moschee e in generale luoghi di culto.
Per troppo tempo si è data un'interpretazione sbagliata al termine "integrazione". La vera integrazione non può prescindere dal rispetto della nostra Costituzione, dei diritti umani e della figura della donna che, sappiamo bene, certe frange dell'islamismo fondamentalista trattano con pratiche inumane e gravemente lesive alla dignità femminile. Purtroppo sappiamo anche che in passato, in nome di una fasulla integrazione, in una regione come la Toscana si è arrivati a vagliare l'ipotesi di inserire nel sistema sanitario pubblico la pratica dell'infibulazione "dolce" per le donne. Un fatto assurdo, del 2004, che non si è concretizzato solo perché i medici toscani sono insorti.
Per evitare clamorosi errori che penalizzerebbero anche chi è scappato da zone del fondamentalismo islamico, è indispensabile tenere presenti i cardini della nostra cultura democratica e della nostra Costituzione per garantire, oltre che la sicurezza ai nostri quartieri e alle nostre città, anche il giusto rispetto dei tanti fedeli musulmani che sono venuti in Italia e in Liguria perché contrari a un'interpretazione retrograda della propria religione, come per esempio è avvenuto in Iran, e vicini a un Islam laico».