In cento righe di argomentazioni logiche, giuridiche e tecniche il Comitato denuncia "la contraddittorietà e l'illogicità di una scelta dettata solo dalla situazione disastrosa delle finanze comunali".
Le "Osservazioni" del Comitato, che dovranno essere allegate alla delibera del Consiglio Comunale e poste all'attenzione della Conferenza dei servizi e della Regione, si sviluppano seguendo tre profili. Innanzitutto l'impatto urbanistico. La trasformazione di oltre seimila metri quadrati di scuola in appartamenti ed esercizi commerciali avviene in una città dove gli appartamenti e i negozi di Arte in via XX Settembre sono invenduti, favorendo il degrado di piazzetta Brun Caprini, i palazzi del Piano Botta con i 3500 mq di superfici commerciali sono allo stato di scheletri per assenza di acquirenti e il centro storico denuncia uno svuotamento commerciale e abitativo. L'area della scuola è già satura soprattutto dal punto di vista del traffico, come rilevò lo studio accurato dell'Atc per il Piano della sosta, mai realizzato. La legge prescrive che ogni edificio destinato ad abitazione, servizi o commercio dopo il 1989 debba essere dotato di parcheggi pertinenziali. E' vero che la scuola fu costruita prima del 1989. Ma la sua trasformazione avviene oggi. Quindi occorre che l'Amministrazione comunale indichi dove saranno reperiti 1200 mq di parcheggi pertinenziali agli oltre 4000 metri quadrati di nuovi alloggi e 26 posti auto pertinenziali agli esercizi commerciali. Ma in base alla legge devono essere anche individuati tra i 66 e gli 80 nuovi posti auto pubblici anche nelle immediate vicinanze. Tutto questo nella Variante di trasformazione della scuola non viene indicato, sebbene la città sia già carente di parcheggi dopo la cancellazione dei 500 posti auto pubblici in piazza Terzi per il fallimento del Piano Botta, dei 1300 metri quadrati di parcheggi pubblici cancellati in piazza Martiri.
Le Osservazioni del Comitato puntano poi il dito sull'impatto economico che la trasformazione della scuola avrà sul tessuto commerciale esistente. Si osserva che i nuovi duemila metri di superficie commerciale si andrebbero ad aggiungere agli oltre mille metri previsti dietro il vecchio San Bartolomeo nell'area un tempo occupata dai prefabbricati che ospitavano medicina e cardiologia. Il commercio del Centro storico sarebbe totalmente soffocato.
L'ultima argomentazione del Comitato è volta a valutare il beneficio e il danno erariale che l'operazione può comportare. Non si ristruttura la scuola di viale XXI Luglio perché occorrerebbero 6 milioni e 900 mila euro. Ma non è stato prodotto alcuno studio di fattibilità che dimostri che un nuovo edificio idoneo a ospitare mille studenti come lo storico edificio costi meno di quella cifra. A occhio la costruzione dovrebbe costare mille euro a metro quadro! Se l'Amministrazione comunale ha un'impresa disposta a costruire a quel prezzo, lo dica. Il Comitato punta anche il dito sul possibile danno erariale che potrebbe derivare al Comune da questa operazione. Alla decisione di vendere la scuola si è giunti in seguito alla perizia del Politecnico di Torino che dichiarò l'edifico inagibile per problemi di sicurezza sismica. Ma quella perizia è stata contestata dall'ingegner Giovanni Podestà. Almeno in un punto i calcoli del Politecnico sono sbagliati, avendo considerato Sarzana territorio ad alto rischio sismico (come l'Aquila, per intenderci), mentre è stata declassata dal 2008 a medio rischio. Per il Comitato prima di vendere a prezzo stracciato i calcoli del Politecnico di Torino andavano verificati da altra autorità scientifica, dopo aver chiesto una verifica alla stessa università pienontese. Se l'ingegner Podestà avesse ragione, il Comune subirebbe dalla vendita a 5 milioni e 900 mila euro un danno erariale non inferiore ai tre milioni di euro. Imputabile alla giunta e al Consiglio comunale.