Il capogruppo della Lega Nord nel Consiglio Regionale della Liguria ha presentato un'interrogazione sul fatto che in Alta Val di Vara ci sarebbe un'elevata perdita di capi di ovini a causa di lupi e cani inselvatichiti.
«Questo fenomeno quanto determina un danno insostenibile agli allevatori della valle nei cui confronti il sistema non dà risposte accettabili - ha detto - al punto tale che la popolazione ovina è quasi azzerata, come afferma un'importante associazione agricola. Chiedo quindi alla giunta quali ingenti interventi la Giunta regionale intenda attivare per eliminare i danni che lupi e cani inselvatichiti creano agli allevatori dell'Alta Val di Vara». In aula Bruzzone ha rimarcato che l'interrogazione è del giugno scorso e da allora, a quanto gli risulta, la situazione è ulteriormente peggiorata, e, in particolare, gli animali in questione si avvicinerebbero sempre di più alle abitazioni. Per la giunta ha risposto l'assessore all'ambiente, Renata Briano che ha in primo luogo rimarcato che la recentissima revisione della legge 29 (Norme regionali per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio) consente di attivare nuovi interventi. L'assessore ha spiegato che al momento della presentazione dell'interrogazione non risultava «a questa struttura che in Alta Val di Vara ci fosse stata un'impressionante perdita di capi ovini, a causa di lupi e di cani inselvatichiti, ma un certo numero, non particolarmente elevato di perdite di capi, dovuto a probabile predazione da canidi, che possono comprendere sia lupi, sia cani vaganti e questo è un problema che abbiamo sul territorio. Sono giunte, infatti, segnalazioni di alcuni episodi del genere nella zona. Da tempo, il personale impegnato nel Progetto regionale sul lupo è in contatto con gli allevatori della zona, proponendo l'utilizzo di sistemi di prevenzione, forniti gratuitamente agli allevatori. Non tutti hanno accettato l'offerta, invece molti hanno manifestato interesse all'iniziativa. Per quanto riguarda il lupo, un po' in tutta la Regione abbiamo visto che laddove gli allevatori in qualche modo accettano di lavorare sulla prevenzione, questa funziona. Non risulta a questa struttura, inoltre, che in Alta Val di Vara la popolazione ovina sia quasi azzerata, come dice l'interpellanza, nonostante le predazioni verificatisi. Ribadisco - ha aggiunto - che l'unico modo per garantire l'incolumità del gregge è l'adozione di mezzi di prevenzione e sorveglianza, presenza del pastore, cani da guardia addestrati, recinti elettrificati, dissuasori acustici». Briano ha puntualizzato: «Adesso, in realtà, con la legge n. 29 e un capitolo dedicato ai danni, si ragionerà, insieme agli A.T.C., su come fare». L'assessore ha aggiunto: «Si è partecipato alla proposta di un Progetto LIFE sul tema, fra l'altro andato a buon fine, su cui si può ulteriormente lavorare per fornire attrezzatura agli allevatori in tutto il territorio regionale. Inoltre, ci sono stati numerosi incontri anche di formazione su questo tema: per quanto riguarda la Val di Vara, se n'è tenuto uno a Zignago, proprio l'anno scorso, per discutere della problematica con allevatori e amministratori, insieme al Sindaco, alla Polizia provinciale, alla A.S.L., alla Regione e anche a una cinquantina di allevatori, ai quali sono stati presentati il Progetto Regionale e anche le attività di prevenzione previste, per tutelare gli allevamenti e ridurre drasticamente i danni. In occasione di quell'incontro, è stata consegnata ad un allevatore tutta l'attrezzatura per realizzare la recinzione elettrificata a titolo gratuito e diversi altri allevatori, visti questi fatti concreti, si sono dimostrati interessati a estendere la protezione anche ai loro allevamenti. Per i risarcimenti, la Polizia provinciale ha reso noto che ultimamente sono stati risarciti allevatori che hanno subito i danni. Ricordo che è in corso di distribuzione, in ambito regionale, un pieghevole della serie "Chi u l'è u lô", questa volta riservato proprio agli allevatori, con utili informazioni su una corretta prevenzione. Il "depliant" è frutto di una positiva collaborazione di tutti i partecipanti al nostro Progetto e della A.S.L». Bruzzone si è dichiarato insoddisfatto della risposta perché non si può "scaricare" il problema sulla prevenzione e ricorrere ai cacciatori per i risarcimenti, i quali vengono effettuati grazie ai proventi derivanti dal pagamento della tassa per la caccia.