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Base PD spezzino: "Congresso parta dal basso"

Crediamo che il primo problema del partito democratico sia un distacco, a tratti irreversibile, tra la dirigenza anche locale del partito e gli elettori democratici. Abbiamo bisogno di instaurare un nuovo patto politico, non solo generazionale, che possa riallacciare una cinghia di trasmissione e una nuova solidarietà nel gruppo dirigente, dove ormai le divisioni non rappresentano una diversa visione politica ma sempre più rappresentano esclusivamente percorsi individuali o di gruppo.

Ci troviamo di fronte ad un bivio e se non si sceglie la strada giusta in questo congresso rischiamo l'implosione del partito nel territorio. Abbiamo purtroppo assistito passivamente a primarie che da partecipazione democratica nelle scelte, sono diventate un modello di organizzazione di reti esterne alla vita democratica del partito, chiamate ad intervenire a sostegno non di proposte ma di singole personalità.

 

Il popolo delle primarie è rimasto escluso, non soltanto dalla vita del partito, ma anche dalle scelte strategica, trasformato in comitato a supporto di candidature.

L'unica dialettica avviene nei quotidiani online e sui social-network, mentre i giornali locali si interessano esclusivamente a posizioni di assetto nelle amministrazioni locali o nelle partecipate.

Oggi il partito democratico spezzino, venuto meno il coordinamento e la programmazione su base provinciale, può rischiare un effetto di balcanizzazione dove le amministrazioni locali non cooperano tra di loro ma competono e dove i gruppi dirigenti rispondono esclusivamente al bisogno temporaneamente e localmente più urgente . Un esempio eclatante di quello che può succedere sono state le amministrative nel comune di Portovenere, dove un gruppo dirigente non è stato in grado di comprendere le fratture e rappresentare la complessità della comunità, ma ha esclusivamente composto la sua discussione all'interno di un partito poco partecipato.

Stiamo consumando un radicamento storico di rappresentanza sociale e territoriale senza riuscire a costruirne uno nuovo, con circoli e unioni comunali quasi sprovvisti di una vita democratica e con profondi problemi di finanziamento.

Il gruppo dirigente ha più volte fatto appello alla responsabilità delle scelte, alla pace interna, arrivando a garantire non opportunità o libertà di scelta, ma singoli percorsi. Le primarie per il Parlamento hanno rappresentato una brutta pagina nella storia di vita democratica di un partito, con il segretario che ha sentito il dovere di far ritirare un candidato alterando di fatto il risultato, sia di genere che territoriale.

Il Pd ha creato un rapporto virtuoso con i segretari di circolo, escludendo di fatto la Direzione voluta all'epoca ristretta. Per la sua convocazione si è più volte avuto l'impressione di dover attendere che le decisioni arrivassero da altri luoghi, altre stanze, altre persone.

Se gli organismi non decidono o se le cariche sono esclusivamente onorifiche la vita politica di partito viene meno e si crea una sorta di comunità legata insieme da intese amicali o di carriere personali o di gruppo.

La rete digitale può esse un'opportunità se le competenze, le storie, la passione degl'iscritti all'albo dei partecipanti alle primarie vengono messi in rete tra loro e non esclusivamente considerati un data base a cui inviare le convocazioni di iniziative .

A partire dal congresso del Pd della Spezia vogliamo una piattaforma di condivisione e partecipazione che prenda ad obiettivo le scelte territoriali di consumo del suolo, del modello di sviluppo di stili di vita, di consumo (rifiuti, energia), di relazioni sociali e della cura delle persone (riordino dei servizi ospedalieri e del territorio) affinché le stesse amministrazioni possano rigenerare obiettivi, condivisione e comunanza di intenti.
Un congresso che parlerà di metodo e di merito in cui ci candidiamo ad aprire le nostre porte e a vivacizzare la discussione.

RISORSE LIBERE per il Congresso democratico della Spezia

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