"Prendo atto che in Regione Liguria vi è un cortocircuito sul rigassificatore di Panigaglia: quando serve viene utilizzato come esempio positivo di convivenza tra l'impianto e il turismo di Porto Venere e delle Cinque Terre; nei casi più complicati come l'incidente avvenuto a fine agosto ci si lava le mani delegando le responsabilità alla Prefettura e al Comune".
Questo il commento del consigliere regionale della Lista Sansa Roberto Centi alla risposta ricevuta dall'assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone sull'interrogazione presentata per l'incidente avvenuto all'impianto di Panigaglia nella notte tra il 27 e il 28 agosto.
"Alla Regione abbiamo chiesto precise informazioni sulle misure di comunicazione previste per la cittadinanza nei casi di incidente all'impianto di Panigaglia, che ricordo essere l'unico rigassificatore on-shore d'Italia, collocato in un'area densamente abitata tra i Comuni di Porto Venere e La Spezia – spiega Centi - L'assessore ha dichiarato che ciò che è avvenuto nella notte tra il 27 e il 28 agosto verrà utilizzato da Gnl per redarre gli aggiornamenti al Piano di Emergenza Esterna che da alcuni mesi sono oggetto di lavoro con la Prefettura. Ci dispiace constatare che in questi aggiornamenti non vengano coinvolti i cittadini che, a nostro modo di vedere, hanno il diritto di ricevere comunicazioni puntuali sulle misure da seguire nei casi di incidenti come quello avvenuto ad agosto".
Roberto Centi nell'intervento in aula ha ricordato i rischi dell'impianto di Panigaglia, costruito nei primi anni Settanta con delle misure di sicurezza meno stringenti rispetto alle attuali.
"Occorre ricordare che se a Panigaglia fossero adottate le misure di sicurezza previste per l'impianto di Livorno (decise nel 2002 ed entrate in vigore nel 2006), dovrebbe essere sgombrato l'intero Golfo della Spezia – sottolinea Centi - E bisogna tenere conto che siamo in un periodo in cui sono in esame e/o in fase di attuazione progetti di potenziamento delle attività del rigassificatore che coinvolgeranno l'area portuale nella sua interezza. Dal truck loading per l'accosto dei ro-ro ferry deputati al servizio navetta per autobotti all'interno del Golfo, al rifacimento del pontile secondario e poi del pontile principale per l'attività di vessel reloading, ovvero la distribuzione di gas naturale liquefatto per navi; un progetto che prevede carico e scarico di navi metaniere con capacità tra 2.000 e 30.000 metri cubi per rifornire la Sardegna e le bettoline per il successivo pompaggio del metano alle navi di nuova generazione".
"Visto che quanto accaduto a fine agosto rientra, potenzialmente, tra i NaTech, cioè gli incidenti tecnologici, come incendi, esplosioni, rilasci tossici che possono verificarsi all'interno di complessi industriali e lungo le reti di distribuzione a seguito di eventi calamitosi di matrice naturale, la cui frequenza è in aumento anche a causa dei mutamenti climatici in atto – conclude Centi - continuerò ad attivarmi affinché i cittadini possano essere informati e coinvolti maggiormente, scongiurando nuove comunicazioni 'in via ufficiosa' come quelle avute, e dichiarate, dalla sindaca di Porto Venere con Snam".