Dopo la visita del "Governo Meloni", composto dai segretari locali della maggioranza (articolo che potele leggere qui), non potevamo fare a meno di incontrare le opposizioni composte dai segretari locali per controbattere a quanto affermato dai loro predecessori.
Sono interventuti nella nostra redazione:
Iacopo Montefiori (Segretario provinciale del Partito democratico)
Federica Pecunia (dirigente Italia Viva)
Laura Porcile (Segretario provinciale di Azione)
Franco Vaira (Dirigente +Europa)
Luca Marchi (Segretario Rifondazione Comunista)
Matteo Bellegoni (Segretario Regionale Partito Comunista Italiano)
Pierpaolo Venturini (Segretario Provinciale Partito Comunista Italiano)
L'incontro con le opposizioni è stato effettuato volutamente dopo i risultati delle elezioni amministrative, un po' per valutare il gradimento del "nuovo" centro sinistra e un po' per giudicare i risultati delle alleanze nei vari capoluoghi di provincia dove sono stati effettuati i ballottaggi.
Dopo una lunga chiacchierata, tra i nostri ospiti sono emerse molte contraddizioni tra le parti, non sempre sanabili, ma tutti sono convergenti nel non imputare ad Elly Schlein la responsabilità della batosta elettorale, che sicuramente è stata una deblacle senza precedenti, e concordano che il vento della destra soffia forte e occorre cambiare linea per convincere gli indecisi e gli astenuti a votare il centro-sinista; occorre un cambio di marcia se no il centrodestra si troverà delle autostrade aperte per i prossimi impegni elettorali e il centro-sinistra non se lo più permettere.
1) A poco più di sei mesi dall’insediamento di Giorgia Meloni, possiamo dare un giudizio sul nuovo governo?
Luca Marchi: Sette mesi sono un periodo breve per dare un giudizio, ma sicuramente il Governo ha fatto capire da che parte sta. La Geo Barents per due volte ha attraccato nel nostro Porto, quando sicuramente non si trovava nelle vicinanze, mettendo in rilievo le assurdità del Decreto Piantedosi: sul tema della migrazione abbiamo subito capito che indirizzo ha preso il nuovo Governo, che prima sbandierava blocchi navali, probabilmente impossibili, ma ha fatto quello che fa la Destra, una politica repressiva verso i migranti e ha fatto capire che non fa eccezione. Il secondo esempio è legato al mondo del lavoro: si capisce chiaramente che questo Governo sta più dalla parte delle Imprese che dei lavoratori e quelle briciole date per qualche mese in busta paga sono ovviamente totalmente insufficienti a fare fronte all’aumento del costo della vita dovuto al COVID e alla guerra in Ucraina, che ha reso milioni di famiglie impoverite, per chi già non lo era ci si è ritrovato, perché uno stipendio di due anni fa paragonato all’aumento del costo della vita è insufficiente per una famiglia. Serviva un politica seria di aggancio del costo della vita ai salari. Questo non è avvenuto, si è scelto di destinare i fondi da altre parti, richiesti dalla NATO in politiche di guerra, aumento a dismisura del finanziamento delle spese militari. L’ultimo esempio la rimodulazione del PNRR, dei soldi non spesi. Si parla che entro agosto dovranno decidere come destinarli, ma si dice che saranno a favore delle aziende, più che dei lavoratori.
Franco Vaira: Credo che il Governo Meloni faccia la politica di Destra. Mi aggancio a quanto detto da Marchi sul PNRR: questo è il classico esempio, io credo, di difficoltà a gestire questa enorme opportunità che il Paese ha. Al momento non c’è quasi nulla di cantierato, si rischia di perdere finanziamenti per l’edificazione degli asili nido, degli edifici universitari, delle Case di Comunità, soprattutto si rischia di perdere credibilità in Europa. Mi meraviglia l’obiezione posta a più riprese dal Governo che afferma che questi soldi sono piovuti all’improvviso, sono troppi e non si riesce a gestirli. La finalità del PNRR da parte europea è quella di mettere in condizione l’Italia di essere smart e mettersi al passo di paesi europei più evoluti e dare quella accelerazione in grado di portare al termine opere pubbliche nei tempi della media europea, quindi è una contraddizione dire di non riuscirci. Un’altra spiegazione che pone il Governo è quella di affermare di voler rinegoziare e rimodulare il PNRR. Ora, a parte il Decreto del 24 aprile in cui hanno creato l’Agenzia che dovrebbe diventare operativa con assunzioni di dirigenti, funzionari, tecnici, non hanno fatto assolutamente nulla, zero sul tema della negoziazione, zero sul tema della rimodulazione. Abbiamo paura che questa opportunità venga bruciata, perché non ci sarà una seconda volta. La seconda lamentela che devo fare nei confronti del Governo, è il tema dell’evasione fiscale. Si sente dire da parte del Presidente del Consiglio e da alcuni Ministri che 90 miliardi di evasione fiscale all’anno è dovuta al fatto che è una necessità per combattere il “pizzo di Stato”. Credo che questo dia il segno della direzione del Governo perché c’è solo una parte di cittadinanza che ha beneficio da questo atteggiamento, rischiando di rendere il Paese ancora più povero.
Laura Porcile: Sette mesi sono pochi per dare un giudizio tassativo, però si inizia già a vedere le cose. Non mi fa tanta paura la Meloni perché alla fine si è un po' ridimensionata rispetto ai proclami che faceva quando era all’opposizione, mi fanno paura alcuni suoi Ministri, ha scelto Ministri talvolta incompetenti, ha messo qualche toppa qua e là, facendo credere di lavorare sui problemi, ma penso che le decisioni più importanti le abbia un po' lasciate da parte. Con riserva.
Iacopo Montefiori: Personalmente non posso che dare un giudizio negativo di questi primi mesi di Governo. Sulle questioni serie di interesse del Paese, mi sembra che la posizione di questo Governo sia sempre più chiara. L’opera di affrancamento rispetto al passato non è prova concreta di una ritrovata moderazione nel messaggio e nell’azione politica. Basti pensare a quello che si vuole fare sul piano della riforma fiscale, la Flat Tax è la punta di diamante, oltre ad avere aspetti di incostituzionalità, penso che sia anche una questione iniqua, che può solleticare la pancia di una parte dell’elettorato, ma dal mio punto di vista è qualcosa da osteggiare senza sé e senza ma. Sul mercato del lavoro non c’è alcuna intenzione di andare incontro a quella che è stata una tagliola sulla capacità di spesa e risparmio dei redditi da lavoro dipendente, che sostengono fino al 90% i servizi pubblici di tutti quanti, rispetto a quanto sono stati intaccati dalla stagione inflattiva, ma soprattutto da un’economia che è ben diversa rispetto ad un anno e mezzo fa quando, finita la stagione COVID, si stava affacciando una ripresa. Oggi anche a seguito di un’instabilità forte delle conseguenze del conflitto in corso, stanno verificandosi conseguenze molto concrete sulla vita di tutti noi. E questo sembra non essere un problema per il Governo. Altra questione, anche se è già citata, è quella relativa al PNRR con un piano da 210 miliardi, un’occasione davvero irripetibile, basata su una progettualità, ma sulla quale sembra che ci sia poco di concreto al momento. Ci si deve aspettare dal Governo, che si spertica anche nelle sedi europee, un lavoro di contrattazione, di allungamento dei termini se necessario. Ma mi sembra che il messaggio sia “siamo in ritardo e rinunceremo a parte di quei fondi”: ma quei fondi sono vitali per il nostro Paese. Ultima questione: strizzare l’occhio a piccole forme di elusione del Fisco. Questo non è un messaggio accettabile, in una Democrazia, ci sono diritti e doveri. Non c’è dubbio che il nostro Paese sia caratterizzato da una pressione fiscale forte, ma non è pensabile che una Presidente del Consiglio lanci messaggi di permissività verso chi decide di eludere il Fisco, fisco che serve a pagare i servizi alla collettività.
Matteo Bellegoni: Credo che i sette mesi di Governo siano pochi per dare un giudizio complessivo, ma diano già l’idea di questo Governo Meloni a traino destra. La Premier ha costruito un consenso giocando sul fatto di essere l’unica opposizione al Governo Draghi, di fatto non fa altro che portare avanti quelle politiche pericolose per i lavoratori, per i meno abbienti, per il Paese, con un elemento in più: una totale improvvisazione che noto da parte di qualche Ministro e una deriva ideologica che porta alle conseguenze che abbiamo vissuto nel territorio legate al Decreto Piantedosi, con la Geo Barents. Un elemento importante è stata la stretta che ha dato fin da subito al tema del lavoro: lo smantellamento del reddito di cittadinanza, un’incentivazione al lavoro precario, un danno di fatto a quella che è la benzina del paese. Stanno utilizzando un populismo becero basato sulla stretta propaganda, facendo passare messaggi tipo quelli citati prima sull’evasione fiscale dove si può fare un po' tutto. Però quando si tocca la pelle dei lavoratori e la povera gente, c’è una prosecuzione di dinamiche che vanno in una direzione opposta.
Federica Pecunia: E’ chiaro che il giudizio sul Governo lo esprimiamo ogni giorno con il gruppo Terzo Polo un giudizio molto chiaro su un Governo che si è formato sull’espressione della volontà degli elettori, su questo non c’è dubbio. Per me il tema più importante in questo momento è quello del PNRR, il temporeggiamento di questo Governo ci sta rendendo imbarazzanti a livello europeo. Un temporeggiamento su un piano già predisposto che sta venendo messo in discussione, su opere che per il paese sono fondamentali. Partiamo dalle scuole, da qui deve iniziare una discussione seria: la scuola è un elemento fondativo delle opere non solo di consolidamento sismico, ma anche di ristrutturazione per creare la futura classe dirigente. Meloni arriva dopo Draghi, avrebbe dovuto sconvolgere tutto essendo all’opposizione nel precedente Governo, in realtà usufruisce di tutto quello che Draghi aveva deciso, in barba a tutti gli slogan oggetto della campagna elettorale e della sua opposizione in Parlamento. Ho letto alcune cose sul reddito di cittadinanza, fa sorridere che venga contestato proprio da chi ha fatto parte del Governo giallo-verde che ha votato il reddito di cittadinanza. Qui è un esempio di come prima si fa una cosa e poi la si nega rendendola uno slogan. Italia Viva ha sempre avuto una posizione molto chiara sul reddito di cittadinanza, non siamo mai stati favorevoli, propendendo piuttosto per una forma di rafforzamento del reddito dei lavoratori. Abbiamo lavorato nell’ottica del rafforzamento del ruolo delle famiglie con l’assegno unico universale, tant’è che questa formula è stata sposata da Draghi e rafforzata. L’assegno unico universale è stato creato durante il Governo Renzi con la Ministra Bonetti, poi portato avanti dal Governo Draghi e oggi allargato anche a classi sociali che prima non ne avevano diritto, con buona pace dei lavoratori autonomi che prima non erano compresi. Giudico questo Governo idealista ed ideologico: battaglie fatte per annullare il dibattito politico e confondere le persone per non parlare di problemi importanti per il Paese.
2) Commentare la frase della Elly Schlein "Il vento delle destre è ancora forte" e il messaggio che ha inviato a tutto il centrosinistra: "Da soli non si vince, costruire l'alternativa non spetta solo al Pd”
Matteo Bellegoni: In questo momento l’alternativa certamente non può essere il PD. In passato la linea politica del PD è andata in una direzione molto chiara: smantellamento del diritto dei lavoratori, penso al jobs-act, allo smantellamento dell’articolo 18, alla privatizzazione, all’autonomia differenziata di cui la Schlein è stata protagonista in Emilia-Romagna, fino addirittura ad arrivare ad equiparare i nazisti e i comunisti al Parlamento Europeo. Alle parole io credo poco in questo momento, anche perché ritengo che Elly Schlein non possa rappresentare la sinistra; ne ha già dato dimostrazione col voto al parlamento riguardo all’Ucraina, ha detto una cosa e ne ha fatto un’altra, anche negli ultimi giorni. Se in futuro ci sarà un cambio radicale di passo da parte del PD, un cambio di linea politica molto più attento a determinate tematiche, nel tempo non è escluso che si possa dialogare e costruire qualcosa insieme.
Su temi fondamentali come l’antifascismo lo stiamo già facendo, su altro, in considerazione di quanto fatto nel passato fino al penultimo governo, il PD è di fatto un avversario politico. Per noi l’alternativa è marcatamente di sinistra, che abbia ben chiare le priorità del paese per i lavoratori e per i cittadini meno abbienti e credo che una forza comunista debba essere traino di una certa prospettiva nell’unità dei comunisti e nell’unità di una sinistra di classe alternativa a determinate dinamiche.
Iacopo Montefiori: La frase della Segretaria nazionale Elly Schlein ha ben definito il contesto non solo provinciale o italiano ma delle democrazie occidentali. E non è un caso. È evidente che il punto di osservazione debba essere come minimo quello europeo. Pochi giorni fa un premier di uno dei paesi guidati da una coalizione social-democratica come Pietro Sanchez, nel pieno delle sue funzioni e anche in presenza di una maggioranza parlamentare che lo sostiene, ha deciso di dare le dimissioni e portare un paese importante come la Spagna al voto anticipato.
Perché lo ha fatto? Lo ha fatto, senza uscire troppo dal contesto territoriale, perché in tutta Europa, compresa la Spagna, c’è una forte avanzata di una destra estrema che in questo momento prova ad interpretare un bisogno di forte protezione che evidentemente sta nella maggioranza dei cittadini europei, e lo fa in una chiave contraria al nostro credo politico. Ma è evidente che la questione non può riguardare solo l’Italia, come vediamo in Ungheria, in Francia, dove un premier moderato-centrista come Macron governa ma non ha più la maggioranza dei parlamentari, e nella Spagna di Sanchez, che ha cercato col suo gesto di porre un argine all’avanzata di questi movimenti populisti di estrema destra.
Il punto è capire come interpretare, qualcuno ha usato il termine “campo largo “, io non sono troppo affezionato a quella terminologia ma credo che ci siano una serie di forze politiche che hanno dei punti in comune e che si trovano in un campo diverso a quelle della coalizione di destra; queste forze si mettano insieme per fare battaglia, sulla base dei temi che condividono, nell’interesse del popolo che vogliono rappresentare. Potrei citare il salario minimo come mille altre misure sulle quali sono convinto che troveremmo, anche qui dentro, una convergenza di opinioni. Quest’operazione va fatta, certamente non in tempi brevissimi, ma è un lavoro da portare avanti da oggi al medio periodo.
Laura Porcile: Elly Schlein ha ragione, il vento della destra è veramente forte, lo abbiamo visto in tutti i territori.
Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, intanto la Schlein non mi ha convinto, non credo sia la persona giusta per ” raccogliere i cocci “ del Partito Democratico. E’ vero, bisognerebbe sedersi a un tavolo, riuscire a raggiungere una comunione di intenti; progetti e valori in comune ne abbiamo, però bisogna portarli avanti, senza perderci in discussioni e senza fare il “braccio di ferro” tra di noi. Ci riusciremo, noi ce la metteremo tutta, ma dovremo parlare di contenuti e di sostanza.
Franco Vaira: Io penso che quello che le forze di opposizione devono cercare di fare è di presentare finalmente un progetto credibile per il paese. Ognuno rinunciando ad un pezzettino della propria identità. Ma quello di cui la gente ha bisogno è di rassicurazione, di sicurezza e di progetto. Io penso per esempio che noi di “Più Europa” non siamo amanti di Conte e dei 5Stelle ma faccio notare che il governo Conte2 e successivamente il governo Draghi hanno dato 12 miliardi di euro alla sanità e questo governo al momento zero, anzi sta parlando di ridurre la sanità pubblica. Quindi c’erano dei segnali di ravvedimento nelle politiche del centro-sinistra. È chiaro che lo smantellamento del welfare, cioè dello stato sociale, è iniziato 25 anni fa e ne è stato compartecipe, con molti errori, anche la sinistra. Però si fa autocritica, si va avanti e si presenta un progetto credibile per il Paese. Per presentare un progetto credibile per il Paese è necessario affrontare temi concreti.
Non si costruisce un’alternanza a questo “vento di destra” sulla lotta di classe o pensando a risolvere oggi tutte le disuguaglianze sociali. Ma si possono porre le condizioni per un processo di questo tipo, a partire dal salario minimo, promettendo che non ci saranno più proposte da parte del centro-sinistra di lavori occasionali, contratti co.co.co. eccetera; promettendo anche che vogliamo difendere a tutti i costi la sanità pubblica rispetto all’aggressione selvaggia del privato. Fenomeno questo che ha la stessa sfaccettatura dell’evasione fiscale; la destra dice in sostanza “vi lascio liberi tutti e ognuno si arrangi come può”, questo è un messaggio che non passa solo nelle categorie degli autonomi ma anche nelle categorie di dipendenti o pensionati che fanno il secondo o terzo lavoro.
Non è vero che l’evasione fiscale sia da imputare principalmente ai colossi, ai quali è imputabile un’evasione fiscale di 9 miliardi all’anno, mentre gli autonomi evadono per 35 miliardi. Stesso discorso si può fare sul tema del lavoro: bisogna fare in modo che si possa fare una politica di aumento salariale, ovviamente con condizioni che devono essere rimandate alla contrattazione sindacale, e una politica seria per l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, ma con un lavoro stabile e non occasionale. Questo ha ricadute pesanti anche rispetto alla nostra realtà provinciale, dove la maggior parte del lavoro che si sta sviluppando è di tipo turistico.
Luca Marchi: La frase di Elly Schlein fa riferimento a un dato oggettivo; “il vento delle destre è ancora forte" è innegabile. In Italia, in Europa, nella nostra provincia possiamo testare con mano che l’elettorato va prepotentemente a destra. Di questo dobbiamo prendere atto e dobbiamo porci delle domande se vogliamo ragionare come centro-sinistra nell’insieme.
Probabilmente non siamo stati sufficientemente attrattivi in termini elettorali e di proposte. Penso che questo riguardi forze che, come noi, in Parlamento non sono entrate ma anche forze più grandi come il PD che comunque ha visto dei tracolli importanti, basti vedere le elezioni in Toscana dell’ultimo periodo. Penso che buona parte dell’elettorato di sinistra sia finito nell’astensionismo, che ancora una volta è cresciuto; l’astensionismo si è ormai avvicinato al 60%, questo è un dato grave dal punto di vista democratico in quanto segno di defezione forte, ma significa anche che molti cittadini si stanno abituando a non cercare neanche più le rispose nella politica. Questo mi fa dire che probabilmente servono proposte più rivoluzionarie che riformiste.
Noi in Parlamento negli ultimi 15 anni non ci siamo stati, ma nell’immaginario comune il partito che ha rappresentato la sinistra e il centro-sinistra è stato il PD, che ha fatto parte di governi tecnici e di unità nazionale, dal loro punto di vista in maniera responsabile, ma che hanno massacrato i lavoratori e i pensionati, ad es con la riforma Fornero, o ancora prima dei governi tecnici c’è stato un segretario nazionale che, tanto per dare un esempio simbolico, preferiva incontrate Marchionne piuttosto che i segretari della CGIL, e da lì si era creata una frattura con la parte più a sinistra, la scelta di campo era stata fatta prepotentemente verso il centro. Ora la nuova segretaria del PD pare voler riguardare a sinistra.
Per il momento sono dichiarazioni di intenti, ora bisogna aspettare i fatti, che stanno in proposte di provvedimenti che siano di rottura col passato e anche rivoluzionarie. Pensiamo ad esempio a quanto sia apparso di sinistra il movimento 5stelle con l’approvazione del reddito di cittadinanza, pur portandolo a casa con un governo con la Lega; penso che molte persone, che potrebbero far parte del nostro elettorato, si possano essere sentite maggiormente rappresentate da quel governo che ha fatto qualcosa di concreto.
E’ questo che deve tornare a fare la sinistra. Credo però che sia impossibile tenere insieme tutte le forze del centro-sinistra, se si vogliono portare proposte forti. Non si possono tenere insieme le proposte di polo centrista di Italia Viva azione con le proposte che portiamo avanti noi, perché già abbiamo difficoltà in questo momento ad avvicinarci al PD. Ne cito una: il tema della guerra e del voto al rifinanziamento delle armi; questo per noi, a livello nazionale, è uno spartiacque che non ci consente di stare insieme finchè non ci sarà un cambiamento di posizione su questo tema. A livello locale, si trattano tematiche diverse, in tante amministrazioni siamo in alleanza. Uno sforzo in più a livello locale si è fatto e si farà, sempre partendo da contenuti programmatici, per tentare insieme di arginare la destra, ma sul piano nazionale al momento la distanza è ampia.
Federica Pecunia: “Il vento delle destre è ancora forte": se lo vogliamo leggere in chiave nazionale, la vittoria del centro-destra è schiacciante in quasi tutte le amministrazioni, soprattutto nelle più grandi, tranne qualche rara eccezione dove, comunque, il sindaco è smaccatamente di estrazione civica. Se leggiamo la domanda in direzione della domanda successiva, la chiave di lettura è completamente diversa da tutti coloro che mi hanno preceduta, dettaglierò meglio nella risposta alla domanda successiva.
Non è comunque una giustificazione. Il vento forte delle destre è una “luna di miele” di chi governa da pochi mesi, che ha avuto il vantaggio di uscire da un governo Draghi che ha portato comunque ad aumentare gli indici economici, non certo dovuti al governo Meloni, e che si ritrova ad oggi a gestire un piano PNRR solo dovendo stabilire dei criteri ed anche velocemente, visto l’incalzare della Comunità Europea, per cui devono decidere di un patrimonio che hanno già in mano. Ed è già abbastanza preoccupante che ogni giorno si ritratti qualcosa subendo anche rimbrotti. "Da soli non si vince, costruire l'alternativa non spetta solo al Pd”: su questo direi che mi sembra come la frase della volpe e l’uva.
Pochi mesi fa nasce la segreteria Schlein, prima segretaria donna, io capisco cosa voglia dire fare la segretaria nel PD; era nata un’area che voleva darsi una nuova linea politica, finalmente, visto che ultimamente la linea politica del PD sembrava limitata all’accompagnare la linea politica del movimento 5stelle. Nella realtà poi resta quella, salvo che Conte dopo le elezioni mi pare abbia detto “dobbiamo vedere se vogliamo stare con voi”. Io non vado a guardare in casa d’altri, le elezioni non le ha vinte neanche il terzo polo.
Ritengo che non abbiano vinto i partiti, neanche quelli di centro-destra, ma le forze civiche che si sono fatte carico di accaparrarsi il voto dell’elettore, poi in parte connotato anche da forze provenienti da un’escalation nazionale di fratelli d’Italia, in parte della Lega e in minima parte di Forza Italia, che hanno irrobustito le liste di appoggio a candidati prettamente civici.
Sono molto d’accordo nel dire che l’alternativa non spetta solo al PD, spetta a partiti riformisti, liberal-democratici, cristiano-democratici, progressisti, che però non possono pensare, per come sono gli esiti elettorali, di fare a meno dei riformisti. Perché arroccarsi dietro un’idea che si può fare a meno di qualcuno è sempre sbagliato; da soli non si vince ma al netto degli esiti elettorali non si vince neanche insieme ai 5stelle. Se la linea politica era confusa prima, devo contraddire chi mi ha preceduto, è confusa anche adesso.
Per esempio, sul voto sulle armi in Ucraina, il PD si è spaccato in tre in Europa; anche su quello, ci vorrebbe una posizione netta. Italia Viva, il terzo polo, hanno una posizione netta, noi siamo per favorire gli armamenti in Ucraina perché crediamo in una pace giusta, è una linea netta. E la segretaria del PD deve dare una linea netta, anche se purtroppo è evidente che ci sono voci contrastanti interni al PD, che parlano ad esempio di donna sola al comando. La dichiarazione che la destra è ancora forte è vera, è in “luna di miele” ma durerà probabilmente ancora poco, d’altra parte diamo atto che c’è un cinismo che è cresciuto molto dalle amministrative locali, è vero che l’alternativa non spetta solo al PD ma ad una forza allargata riformista che deve rappresentare i bisogni del paese, dare risposte non ideologiche ma concrete su temi concreti: il reddito di cittadinanza, il salario minimo, come creiamo lavoro, le opere, le infrastrutture. Di questo ha bisogno il Paese.
3) Come giudicate le amministrazioni di centrodestra della provincia della Spezia?
Federica Pecunia: Non ritengo che abbiano vinto i partiti di Centrodestra che hanno appoggiato la Ponzanelli o Peracchini, benché facciano a gara per dire chi ha vinto di più tra loro, ma ha vinto il civismo: credo che le persone votino a livello locale chi reputano “maggiormente in grado di fare”. Cercherò di esprimere un giudizio su come amministra il Centrodestra alla Regione da diversi anni e, purtroppo, in gran parte dei Comuni della Provincia, su grandi temi, quali la Sanità, i 73 ettari delle aree Enel, lo sviluppo del lavoro e dell’economia, la portualità, le aree della Base Navale. Ne cito solo alcune, ma in realtà ci sarebbe anche il tema dei fondi del PNRR, di tutti i piani di ristrutturazione antisismica e di risanamento degli edifici scolastici a livello provinciale. Il giudizio che esprimo è una bocciatura che parte dalla Regione e arriva alle Autorità Locali. Perché non solo non abbiamo il Nuovo Ospedale Felettino, non abbiamo nemmeno i servizi sulle vecchie strutture alle quali vengono messe pezze, non reggono nemmeno il carico di abbandono di professionisti sul nostro territorio: medici, infermieri, la mancanza costante di personale OSS, che abbiamo seguito in Consiglio Comunale e sul quale non c’è stata nessuna volontà di salvaguardarne nemmeno il posto di lavoro. Sono battaglie che abbiamo portato avanti e sulle quali purtroppo non abbiamo inciso perché sia a livello regionale che locale, la sanità sembra l’ultimo dei punti nell’agenda di chi amministra. Credo invece che per la nostra città dovrebbe essere il primo dei punti all’ordine del giorno, perché non vedo né capacità di investimento, né una visione, e lo stesso vale per la città e la Provincia. Non c’è un PUC aggiornato dal 2003 che ci dia l’idea di cosa si voglia pensare per amministrare questa città. Abbiamo la cantieristica e l’Arsenale, bisogna curare meglio i rapporti e usufruire degli spazi all’interno della Base Navale per poterne trarre opportunità di lavoro. Il porto poi è un’altra parte della città: è evidente che dobbiamo svilupparlo perché è fonte di lavoro e di economia, oltre che di posti di lavoro. Si è abbandonato un tavolo dell’Enel e i Ministeri che voleva portare all’attenzione delle parti sociali, dei sindacati quello che poteva essere un progetto su quei 73 ettari. Siamo nudi di fronte ad Enel che può decidere di cosa fare di quegli spazi. Credo che debba essere l’Amministrazione a proporre continuamente le soluzioni per lo sviluppo della città, ma se non sia ha una visione di città, diventa difficile lavorare su temi impegnativi. L’Amministrazione dovrebbe dirci cosa ha fatto su questi temi che darebbero una svolta sostanziale alla città, sui quali dispiace dirlo, le Amministrazioni di Centrosinistra avevano costruito un percorso chiaro. Quindi penso che in questo momento a me non si debba parlare di “buon governo” di Centrodestra in questa Provincia.
Luca Marchi: Anche per noi il giudizio sul governo di Centrodestra locale è una bocciatura perché va in direzione opposta a quella che è la nostra visione di territorio. Traspare una mancanza di pianificazione su medio-lungo periodo per cui tante volte quelli che sono le vittorie di candidati civici, spesso si sono giocate sulla raccolta differenziata, sul finto problema della sicurezza che veniva sbandierato per anni. Il Centrodestra penso sia bravo ad arrivare all’elettore raccontando quel poco che fa, investendo molto in incarichi di comunicazione, e molte volte un centimetro viene venduto come un metro. Dovremmo imparare a comunicare di più quello che abbiamo fatto perché quando la palla passa agli altri che vincono le elezioni, è dura riprenderla. Le tematiche sono la Sanità, e su questo passa proprio la visione del Centrodestra, svende al privato. Abbiamo visto la Casa della Salute alla Spezia e a Sarzana, come se quella fosse una grande conquista, ma è un privato che viene a fare soldi su un servizio che dovrebbe essere garantito alla collettività e dovrebbe essere gratuito. Altro esempio il Comune di Portovenere con la svendita della Palmaria.
Franco Vaira: Credo che l’Amministrazione del Comune capoluogo manchi di progettualità un po' su tutti i temi. C’è l’emergenza del dissesto idrogeologico, La Spezia è fortemente interessata dal problema delle frane. Il Comune della Spezia ha un PUC fermo al 2003, c’è un piano territoriale regionale dove non c’è nessuna traccia o intenzione di intervenire su questo problema. Questo è emblematico di come non si affronti il progetto del futuro, ma si ragioni sempre sulle questioni immediate. E ciò accade un po' su tutto: pensiamo ad esempio alla viabilità. Il Comune della Spezia continua a non fare una convenzione con la provincia e succede che ad esempio abbiamo la Napoleonica con problemi di traffico, rischio frane, macchine parcheggiate ai lati, non c’è gestione. Altro tema: lo sviluppo della città, si punta solo al turismo, ma si sta creando una situazione incontrollata. Mi chiedo se la politica dei B&B illimitati possa pagare per sempre, i giovani spezzini non trovano più casa, perché non conviene a nessuno che abbia una casa disponibile, darla in affitto ad un giovane che allora va a vivere in un paese per spendere meno, perché in città ci sono solo affitti turistici. Il commercio storico è in crisi: c’è la possibilità di favorire l’apertura di negozi da parte di giovani, non solo attività legate alla ristorazione, venendo incontro ad esempio sulla fiscalità d’interesse. Altra tematica la Sanità: qui oltre all’incapacità c’è anche l’ignavia dell’Amministrazione del Comune Capoluogo e degli altri comuni governati dal Centrodestra. Come provincia abbiamo il 35% di operatori in meno rispetto alla media regionale, abbiamo finanziamenti sottostimati, strutture vecchissime, la Regione punta a finanziare altri ospedali con finanziamenti pubblici, ma non l’ospedale della Spezia con il ricorso al privato e un onere di finanziamento venticinquennale da usura, che metterà definitivamente in ginocchio il Servizio Sanitario. Rispetto a queste cose non solo non si riesce a fare un ragionamento insieme al Comune per un livello di servizi normali, ma addirittura non si riesce nemmeno a convocare l’Assessore Regionale alla Sanità. Questa è una situazione paradossale, allora perché il Centrodestra continua a vincere anche alla Spezia? Perché c’è bisogno di un tempo, le persone ora sono affascinate dal concetto del “Liberi tutti”, aprite quanti dehors volete anche se le carrozzine non passano più, B&B a gogo, poi ci sarà un prezzo da pagare perché alle casse regionali e comunali resterà poco, quando le persone vedranno di non avere più i servizi sociali a cui erano abituate. Questo le persone non lo sanno ma prima o poi ci sarà un conto da pagare.
Laura Porcile: Giudico male l’Amministrazione. Faccio un po' un distinguo: nelle Amministrative Sarzanesi non ne siamo usciti bene, abbiamo creduto molto in Guccinelli, ma non ha funzionato né lui né noi. Il supporto alla Sindaca Ponzanelli è stato forte dalle liste civiche. Vedo nel governo Sarzanese qualcosa di positivo, ad esempio come ha speso i fondi del PNRR, qualche investimento, su qualcosa intravedo una visione. Per quanto riguarda il Comune Capoluogo, non vedo questa visione, vedo un po' di arroganza nel ritirarsi dai tavoli, pensiamo a quello con la Sanità, con l’Enel, con la Marina Militare. Ci stanno due cose che mi stanno particolarmente a cuore: il piano del commercio e del turismo, non se ne può parlare, non si possono nominare. E poi la formazione legata a commercio e turismo, non abbiamo un punto di formazione per i ragazzi. Abbiamo il turismo che ci è scappato tra le mani, ognuno vede come gestirlo senza un progetto.
Iacopo Montefiori: Ci sono diverse questioni su cui non conosciamo né la visione né l’opinione del Sindaco che è anche presidente della Provincia, su come voglia intervenire su questioni concrete. C’è anche una sostanziale piegatura, inchino del Comune Capoluogo, e quindi anche della Provincia, ai desiderata di Genova. Non è un caso che la stragrande maggioranza dei fondi del PNRR vada sul Progetto della Diga di Genova, importante, ma che fa capire bene le reali intenzioni della maggioranza a livello regionale, dalla quale prende ordini la maggioranza territoriale, perché non mi pare che a livello locale su questa questione sia spesa qualche parola. Altra cosa speculare si può dire sui temi del servizio alla persona e del servizio Sanitario nazionale. Da un lato abbiamo una struttura che ha ormai raggiunto limiti irreparabili dal punto di vista strutturale, abbiamo un continuo rinvio dell’inizio lavori del Nuovo Felettino, per il quale ci sarà un esborso elevato da parte di ASL privando i cittadini di molti servizi. Già c’è una fetta di cittadini che ha deciso di non curarsi più e per noi questo è un altro argomento che vede l’opposizione unita in una grande battaglia politica, perché non ci devono essere cittadini di serie A e di serie B. Chi se lo può permettere si cura dai privati, chi non se lo può permettere non si cura. Altra questione è il nulla sulla gestione futura dell’area ENEL. Pensare di poter costruire il futuro di quell’area, così importante dal punto di vista ambientale, lavorativo, risolvendo con una telefonata tra il sindaco e un vertice di questa società, mi sembra una presa in giro per gli spezzini. E infine la mancanza di volontà di voler governare i processi. Abbiamo il turismo, menomale che c’è, ma come per tutti i processi che hanno un impatto forte sul tessuto cittadino, economico, lavorativo, infrastrutturale, urbano, va gestito. Per questo credo che il giudizio non possa che essere negativo, penso anche che il voto alle liste civiche risponda a quello che dicevamo prima: in una fase in cui il primo bisogno dei cittadini è la protezione rispetto ai nuovi cambiamenti epocali e all’incertezza nel domani, ci si aggrappa a chi in qualche modo ha in mano le risorse e può spenderle anche senza progettualità.
Matteo Bellegoni: E’ ovvio che il giudizio non può che essere negativo sull’Amministrazione del Centrodestra. Sui temi citati quali la Sanità, l’area Enel, ma anche altro, sembra che ci sia la volontà di ignorarli per non toccare questioni spinose dove manca una progettualità, una prospettiva. Credo che il successo delle liste civiche sia da affrontare in maniera più ampia. Credo che sia figlio negli anni di un anti partitismo fomentato e che sia dovuto al personalismo della politica: veniamo dal berlusconismo prima, al renzismo poi che hanno portato la politica ad essere vissuta e valorizzata come persona e non come forze politiche. Questo ha portato al crollo dei partiti. Noi siamo contenti perché dopo tanti anni abbiamo riportato il simbolo del PCI sulla scheda, abbiamo avuto risultati migliori dei Cinque Stelle o del Terzo Polo, non era scontato. Credo che il nostro dovere sia quello di ricostruire una coscienza politica nelle persone, parlando con loro, spiegando le dinamiche legate alla Sanità e alle altre questioni. Il Centrodestra ha bravi comunicatori che riescono a far passare un progetto privato come un successo, ad esempio è passato sottotraccia che all’hospice di Sarzana ci saranno ulteriori tagli da luglio e di fatto è stata pubblicizzata di fronte al comune la clinica privata Casa della salute a Sarzana, tutto questo nel compiacimento dei sarzanesi. Ho girato il territorio, c’è un totale abbandono delle periferie, eppure nonostante questo c’è un consenso forte, probabilmente va fatto un lavoro di comunicazione ed educazione dell’elettorato con progetti chiari. Quindi anche io penso che questa tendenza della vittoria del centro destra sia ciclica e non avrà lunga durata, perché le contraddizioni verranno fuori e dobbiamo essere noi bravi a farle emergere.
4) Quali sono le principali criticità e le più importanti opportunità per il lavoro e l'economia nella provincia della Spezia?
Luca Marchi: Il nostro territorio ha tantissime opportunità, si tratta di avere una strategia e una pianificazione di lungo periodo. Una visione che deve accompagnare lo sviluppo economico e sociale del territorio è la sostenibilità. E’ stato fatto un lavoro per portare flussi di turisti sul territorio ma poi è mancato il passo successivo di gestire e pianificare che tipo di turismo vogliamo. Vogliamo i treni affollati che portano i turisti alle 5 Terre, le rendono quasi invisitabili e rappresentano una miniera d’oro per pochi? Anche il tipo di lavoro creato è stagionale ma anche spesso non equamente retribuito. Penso che il ruolo di un’amministrazione sia quello di gestire correttamente i flussi turistici: non solo 5 Terre ma valorizzare l’intero territorio provinciale, destagionalizzare.
Ultimamente è venuto fuori il tema degli spazi dell’Arsenale: la nostra posizione è quella di andare verso una dismissione dell’industria armiera, quindi una riconversione totale e il recupero di aree molte vaste, che potrebbe dare alla città nuove forme di sviluppo e di lavoro. E’ un progetto che non si può realizzare in tempi brevi, ma non bisogna aver paura ad iniziare a parlarne. Penso poi alla vocazione naturalistica-ambientale della Val di Vara, alla vocazione commerciale-artigianale della Val di Magra.
Insomma, penso ad una città in cui i suoi abitanti possano vivere godendo di una posizione invidiabile ma anche di un lavoro sul territorio e di servizi importanti, penso ad esempio alla sanità e al trasporto pubblico, da potenziare a scapito di traffico e nuove varianti.
Matteo Bellegoni: Penso che, sul tema del lavoro, La Spezia abbia molte risorse su vari settori; da sviluppare l’aspetto della cantieristica e l’aspetto legato alle aziende militari, poi ci sono poi svariate aree da sviluppare. Su alcuni settori, ad oggi sottovaluati o dimenticati in cui manca manodopera specializzata, sarebbe necessaria una sinergia tra istituzioni, istituti scolastici, sindacati per offrire formazione e impiego. Il turismo va benissimo ma non deve portare alla deriva di affittacamere in città ma debba essere curato dal punto di vista dei servizi, risorse alle strutture, trasporti, senza creare difficoltà a chi vive sul territorio. Altro aspetto importante da sviluppare è quello legato ai prodotti tipici e quello dell’artigianato, per il recupero di vecchi mestieri; infine, l’aspetto legato alla cultura che deve essere salvata e sviluppata.
Iacopo Montefiori: La nostra provincia è luogo è frutto di una visione politica che andava dietro all’economia della varietà. Ci sono alcuni settori che trainano l’economia della città: il porto, la nautica, ora il turismo è diventato un asset importante. Quello che manca è la regia del settore pubblico nella pianificazione territoriale, che non è solo urbanistica, non è solo destinazione d’uso ma è anche, ad esempio, trattativa col Ministero della difesa per il recupero di aree militari non più utilizzate, e che potrebbero offrire un polmone di espansione per l’economia della città. Nel mondo della transizione digitale ed ecologica, e nel panorama di fondi destinati a tali attività, non mi pare che La Spezia sia candidata per progetti in tali direzioni.
Mi pare che ci sia una grande apertura alla libera iniziativa del privato, che però dovrebbe essere affiancata da una regia d’insieme del pubblico. Nell’ambito dei trasporti, non ci sono fondi né progetti dedicati alla mobilità urbana ed extra-urbana, che sia ambientalmente sostenibile, a maggior ragione nella stagione turistica, in particolare per il servizio pubblico notturno. L’interesse di questa maggioranza politica nei confronti del porto, principale azienda del territorio, è stato permettere, senza dire una parola, che quasi tutti i fondi disponibili del PNRR per la Regione Liguria fossero investiti a Genova per la diga del porto di Genova.
Laura Porcile: E’ già stato detto tutto. Il porto fa da traino all’economia della città; il turismo, è lasciato in mano ai privati, alla libera iniziativa, non è coordinato, non c’è un tavolo del turismo a cui ci si possa sedere prima della stagione estiva, non ci sono progetti a lungo termine. Io ad esempio ho un locale che organizza eventi, nessuno ci comunica il calendario degli eventi pubblici organizzati dal Comune. Non possiamo dimenticarci che La Spezia oggi è un dormitorio, poi il turismo si dirige alle 5 Terre, a Portovenere, il turismo spezzino è quello dei due giorni. Non c’è viabilità, i traghetti svolgono l’orario canonico e manca un servizio di trasporto pubblico con traghetti, per andare a Portovenere la strada napoleonica non è sicura, costringe a lunghi tragitti in autobus magari in piedi per la calca. E poi cosa offriamo ai turisti in città: non ci sono spiagge, i negozi e i musei non sono sempre aperti, la comunicazione sugli eventi non è efficace.
Bisognerebbe investire anche sul turismo culturale, progettare più eventi culturali, mostre, conferenze; non abbiamo un centro conferenze alla Spezia. Avevamo medici di altissimo livello che per organizzare convegni dovevano andare a Villa Marigola o a Chiavari.
Franco Vaira: Non ritorno su temi che altri hanno già segnalato e sui quali concordo: necessario sviluppo del porto e necessità di mettere a rete il turismo. L’enfasi che vedo nelle amministrazioni locali di centro-destra sul tema dello sviluppo della città e dell’occupazione è, in base ai dati pubblici, assolutamente falsa. Fatto salvo il settore turistico, costituito principalmente da “fai da te” e di lavori stagionali e occasionali, la Liguria è cresciuta nell’ultimo anno del 3,6% come dati di occupazione e Spezia è calata dello 0,6%.
Paradossalmente è leggermente cresciuta come dipendenti (+5%) mentre è calata del 30% come lavoratori autonomi. Per il turismo, stiamo parlando di un sistema che è stato reso possibile da alcuni fattori: la contingenza del covid per i viaggi, un fattore economico che costringe a scegliere mete più vicine e periodi brevi, la crocieristica che ha costituito una vetrina incredibile per la nostra città, pur avendo creato qualche problema come l’impatto ambientale. La difficoltà delle amministrazioni è di fare tesoro della situazione fortunata che ci è capitata e costruire un sistema durevole, evitando di dare per scontato che il successo turistico della città possa essere eterno. Altro aspetto è quello che non viene privilegiata l’occupazione di qualità; importante l’aspetto del lavoro stabile e non stagionale per i nostri giovani.
Infine, la questione dell’Enel; mentre l’ amministrazione locale inizialmente sosteneva la presenza di Enel sul territorio al contrario delle opposizioni, poi ha parlato di progetti sull’area come Spezialand, poi ha parlato di turbogas; nel frattempo, Enel ottiene un bando del PNRR per fare una centrale a idrogeno verde; mi chiedo se non fosse più semplice, per tutto il tempo, fare un progetto serio di sviluppo industriale dell’area, magari insieme ad Enel, ma credo che questo tentativo non sia stato esperito. Sul settore turistico, mi collego alla necessità di strutture sul territorio. Io ne sono testimone, perché quando ho provato ad organizzare convegni medici di spessore, questo non è stato possibile per la mancanza di strutture alberghiere adatte. Credo che quello del turismo sia un tema da sviluppare, per offrire vari tipi di turismo.
Federica Pecunia: Convenendo su gran parte di quanto detto finora, partirei dalle criticità della Regione. Siamo una regione immobile da anni, senza infrastrutture. La nostra regione, per la sua natura e struttura, è oggetto e soggetto di scambi commerciali e di flussi turistici provenienti dalle regioni e nazione circostanti; ma è fortemente rallentata da una mancanza totale di progettazione da parte delle Regione e di tutte le opere strutturali messe in campo anni fa, come il raddoppio dell’Aurelia bis, ferma in quasi tutte le province della Regione, compresa la nostra provincia dove i lavori sono ripartiti in quanto entrati nel decreto semplificazioni per accelerarne il commissariamento.
Il problema è che non è sufficiente ma le infrastrutture sono indispensabili per la mobilità ma anche per lo sviluppo del lavoro. Ci vorrebbe una mobilità compatibile tra ferro, ruote e mare. I treni ad esempio per le 5 Terre non servono solo i turisti ma anche i residenti, gli operatori commerciali e i lavoratori, e c’è un problema di mancanza di servizi negli orari notturni, che d’estate sono invece fondamentali. Noi non siamo per dismettere l’arsenale ma per rilanciare le attività delle nostre aree militari perché sono un patrimonio, si legano anche all’università che abbiamo. Il porto ha una necessità molto forte di attenzione da parte dell’amministrazione locale, che è mancata in questi anni, così come è mancata una seria discussione sul waterfront.
Vorrei infine spendere qualche parola sul distretto turistico, che è rimasto un contenitore vuoto. La città non può essere solo al servizio delle 5 Terre, ha bisogno di industria, cantieristica, artigianato, commercio, turismo regolamentato in modo intelligente; noi siamo il capoluogo di provincia, questa amministrazione se lo è dimenticato. Io sogno una città di serie A, che non si rinchiude su sé stessa ma vuole diventare una città grande. Altro argomento importante è il commercio: è importare agevolare il commercio e gli ambulanti locali. E’ importante promuovere il dialogo tra l’amministrazione e la città; non c’è dialogo e non c’è progettazione.