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Baldacci (PCI): "Troppo spesso si dimentica che chi è fragile ha una sua dignità"

La candidata per Matteo Bellegoni sindaco per Sarzana Chiara Baldacci: "Il miraggio di una città a misura di tutti sembra essere lontano, o solo un abbozzo".

Chiara Baldacci Chiara Baldacci

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica e sociale del Paese", così Chiara Baldacci (PCI) candidata per Matteo Bellegoni - Sindaco di Sarzana.

"Grazie agli incontri con i Sarzanesi che in queste settimane si sono avvicinati al nostro partito, abbiamo avuto la possibilità di delineare un quadro più preciso dei limiti imposti ai fragili. È emerso che spesso i lavori per l'attuazione del PEBA (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche) sono incompleti o mal gestiti, per cui una stessa opera deve essere rifatta più volte.

Anche se è vero che l'accessibilità agli uffici pubblici è garantita da opere di adeguamento, altri luoghi sono di difficile accesso a quanti abbiano difficoltà a deambulare; viene facile pensare all'accessibilità al reparto di neuropsichiatria situato al primo piano della Casa della Salute: nonostante la presenza dell'ascensore a garantirne l'accesso, nessuno ha mai considerato concretamente il rischio che un guasto o un evento sismico possa impedire a un disabile di scendere agilmente al pianterreno. Inoltre, è risultato evidente che il peso della cura e della gestione del malato è sulle spalle della famiglia, anche se sul territorio operano diverse associazioni che sopperiscono alle carenze comunali: purtroppo associazioni come Auser non operano più a Sarzana, il supporto ai fragili non è più inserito nel programma del servizio civile, il lungimirante progetto del Maggiordomo di quartiere, alfiere della politica sociale del Governatore Toti, è miseramente naufragato, in quanto il bando regionale non è più stato rinnovato dopo il 2022.

Nel 2000 venne varato il progetto perché una porzione della spiaggia di Marinella fosse resa accessibile alle persone diversamente abili, con attrezzature e personale a disposizione. Nonostante l'attribuzione della Bandiera Lilla, le opere murarie di pertinenza comunale, dopo il primo adeguamento, che prevedeva la costruzione di 2 servizi attrezzati, 1 doccia accessibile e la costruzione della palestra, ad oggi versano in condizioni di degrado inaccettabili dal momento che sono decenni che, a parte progetti aleatori, non è mai stato effettuato alcun intervento di manutenzione.
Per l'integrazione di quanti non hanno una disabilità fisica, ma anche psichica, i concittadini ci segnalano la loro solitudine di fronte alla malattia, la mancanza di spazi adeguati, e di attività di supporto, fornite solo da associazioni in collaborazione con l'Asl. Tale servizio è inserito nell'elenco dei progetti individuali, o se si preferisce, accessibile anche privatamente, sostenendo una spesa mensile
Senza dimenticare gli anziani, fragili tra i fragili, spesso soli, per i quali sarebbe stato necessario potenziare le risorse a supporto, quali il già ricordato progetto effimero del Maggiordomo di quartiere, e, anche in questo caso viene volentieri concessa la delega alle associazioni locali, che non sempre riescono a far fronte alle richieste.

Viene troppo spesso dimenticato che chi è fragile ha una sua dignità, che è un individuo a tutto tondo: anche il tempo libero è un diritto e purtroppo anche in questo l'amministrazione si è dimostrata poco sensibile, lasciando talvolta in embrione il pensiero della realizzazione di un centro diurno.

Il quadro descrittoci è quello in cui le persone disabili con grandi limitazioni di autonomia personale si trovano in una condizione di assoluta dipendenza e subalternità fisica e psicologica, che si traduce nell'impossibilità di scegliere in autonomia la propria vita e la propria quotidianità, nell'istruzione, nel lavoro, nel tempo libero negli orari di riposo quanto in quelli di attività; negli stessi rapporti affettivi un disabile viene a dipendere dalle esigenze di chi lo accudisce e questo comporta ovviamente una gravissima limitazione della libertà personale ed un umiliante senso di inferiorità. Il diritto alla mobilità è centrale per qualsiasi processo di inclusione dalla scuola ai luoghi di lavoro del tempo libero o della cura della propria persona qualsiasi ambiente deve essere fruibile da tutti i cittadini e le amministrazioni locali hanno il compito di assicurare le esigibilità di questo diritto.

Sulla carta tanti sembrano gli sforzi per adeguare una città storica alle moderne necessità e difficoltà, ma purtroppo sono spesso rimasti disegni, non concretizzati in realtà, o mal realizzati, tanto da non essere fruibili. Il miraggio di una città a misura di tutti sembra essere lontano, o solo un abbozzo. Al mondo ci sono disabili che corrono e vincono medaglie d'oro e altri a cui correre risulta impossibile altri ancora che svolgono un'attività di vita quotidiana e ad altri a cui è impossibile uscire di casa".

CHIARA BALDACCI
PARTITO COMUNISTA ITALIANO
Matteo Bellegoni - Sindaco per Sarzana

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